Capitolo 4

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Alba. Un treno merci rustico e malandato, con qualche vagone per i passeggeri, percorre quei binari stridenti lungo le montagne. Sono già in viaggio da circa tre ore. Un fischio sordo le riporta alla realtà. Le due sorelle hanno dormito fino ad ora, l'una accanto all'altra sui vecchi sedili scomodi in legno. Zia Minnie le ha osservate tutto il tempo, seduta di fronte a loro. Davanti al finestrino si apre loro un paesaggio spoglio e avvolto dalla nebbia, che loro due non hanno mai visto. Quelle colline, invece, sapevano molto bene chi fossero, le avevano viste crescere fra le tristi pareti di un vecchio istituto. Se solo quegli alberi avessero potuto parlare.
"Normàn! Stazione di Normàn!" Annuncia il capo-treno. Alys piomba giù dal sedile in attesa di scendere, mentre Tilly rimane pigramente a osservare fuori dal vetro. -Tilly sbrigati! Dobbiamo ancora scaricare i cavalli! Te ne eri già dimenticata?- La sorella molto svogliatamente si alzò e seguì Alys. Non sembrava molto entusiasta del viaggio, soprattutto della levataccia di quella mattina. La stazione di Normàn era molto antica e austera, così come la cittadina stessa. Le case erano per lo più in legno scuro o pietra, mentre su un colle si ergeva fiero e impetuoso il castello di Merci, il luogo dove i regnanti controllavano indisturbati il ducato circostante. -Buongiorno, avrei bisogno di una informazione.- Disse Alys ad uno strano signore, al di là di un bancone da bar dove avevano appena pranzato. -Dimmi.- Rispose seccamente il barista. Un po' sorpresa, Alys continuò: -Volevo sapere dove si trova la scuderia "Verde", se questo è il suo nome...- -Di là.- Disse il barista. Un po' seccata, Alys cercò di capire meglio.  -Potrebbe essere più preciso? "Di là" verso dove?- -Deve uscire dalla città, di là.- Replicò, indicando con il braccio teso la sua sinistra. -Va bene.... Grazie!- Terminò Alys, alquanto stupefatta. -Che gente strana vive qui, Tilly!- Comunicò alla sorella che già la aspettava fuori, con l'aria ancora assente. Minnie invece era persa ad osservare gli edifici circostanti. Tutto era ancora come l'ultima volta, anni prima. Gli unici benestanti erano i nobili, il resto della popolazione consisteva in contadini dall'economia retrograda; le vie erano popolate di persone a piedi. Ogni tanto, spuntava una persona in sella ad un cavallo.
La cavalcata verso la scuderia durò poco; le due ragazze erano a cavallo mentre Minnie preferì spostarsi a piedi, anche se Alina era con loro. Avevano portato i cavalli perchè nessun altro avrebbe potuto accudirli in loro assenza e ne approfittarono per spostarsi più agevolmente, non avendo automobili. La Zia nemmeno aveva la patente.
La loro meta era stata costruita da qualche anno e Minnie ne aveva sentito parlare, ma non aveva idea di dove fosse. Appena usciti dalle stradine strette, osservarono il via vai dei passanti: sembrava di essere in un altro mondo. La scuderia si trovava su un colle verdeggiante che dominava una enorme vallata, perfetta per le corse sfrenate a cavallo! Da lì si intravedevano un lago, un altopiano con cavalli al pascolo e un piccolo bosco, non molto lontano. Appena videro arrivare i tre equidi, le persone che si trovavano alla scuderia giunsero ad accoglierle. Il posto era davvero curato, anche se un po' caotico: c'erano davvero tantissimi cavalli in uno spazio molto ridotto! Il terreno era diviso in due dalla strada che collegava la città all'esterno: a sinistra della strada si trovava una scuderia divisa in due enormi box dove i cavalli stavano liberi, maschi da una parte e femmine dall'altra. Davanti a essa si trovava un box particolare in cui un veterinario stava visitando un cavallo, e poco distanti tre box separati in cui vi erano cavalli molto alti, probabilmente purosangue da corsa. Poco distante c'era la selleria, uno spazio per legare i cavalli e il tutto terminava con l'ingresso della scuderia e un piccolo cancello in legno. Alla destra della strada, invece, si trovava un enorme prato che era adibito a maneggio per cavalcare, e più distante un lungo e stretto paddock con una mangiatoia in cemento. L'altopiano che si intravedeva da lontano era un altro pascolo sempre di proprietà della scuderia anche se distaccato dal resto. Infine, accanto al prato che veniva utilizzato come maneggio, dominava una alta costruzione di più piani con piccole finestre che sembrava essere una casa. -Buonasera, desiderate un alloggio? - Disse una calma e pacata signora che le accolse. Aveva i capelli rossi, ricci e spettinati, una lunga salopette in jeans piena di fieno e degli stivali in gomma tutti infangati. -Salve! Sì, per me e le mie piccole. Se era possibile anche per i nostri cavalli...- -Era sottinteso! Prego, accomodatevi.- La signora era gentile, ma come Alys capì, schietta nel modo di parlare esattamente come il barista. Doveva essere il dialetto del luogo. Altair e Aladan ebbero due box separati, al posto di quei purosangue che vennero invece sistemati nel paddock. Alina ebbe un box più piccolo, tutto per sé. Per loro invece vi era una confortevole camera in quella angusta casa in sasso. Passarono tutta la restante giornata a sistemarsi.

-Domani mattina andremo all'istituto, speriamo di ricordare la strada... Come ti sembra, Tilly?- -Beh, la scuderia non è un gran che, speriamo che almeno il letto sia comodo...- Disse mentre si accingeva a saltare sul materasso. Il pavimento in legno scricchiolò non appena mosse un passo in direzione del letto. -Non provarci nemmeno!- Tuonò la sorella. Entrambe scoppiarono a ridere. L'imbarazzo era stato tanto durante la giornata e quella cittadina non le metteva per niente a loro agio, ma almeno erano tutte e tre insieme. -Come vi sembra la città?- Chiese Minnie, per farle distrarre. Stava sistemando il suo bagaglio, appoggiando la grande borsa in pelle nera su uno dei due letti matrimoniali della stanza. -Non male, Zia, un po' tetra. Il castello mi mette in soggezione, si vede da ogni angolo per fortuna non qua dalla scuderia!- Rispose Alys, cercando di sbirciare fuori dalla piccola finestrella della camera, coperta da pesanti tende beige. -Eh già, non è cambiato niente...- Continuò la Zia, perplessa. -Adesso riposatevi un po' prima di cena.- Il rumore delle pentole si sentiva provenire dai piani inferiori, probabilmente dalle cucine. -Domani, quando tutto sarà fatto, andrete a fare una cavalcata nei dintorni per far rilassare i cavalli, va bene? Forse ne avrete più bisogno voi di loro.- -Sì.- Rispose Alys con aria stanca. -Ma mi raccomando,- Aggiunse Minnie.- Non costringere le persone a rispondere, potrebbero non avere buone intenzioni. La gente del luogo ha una brutta reputazione... Non è il caso che vi esponiate così tanto. Sono tutti schietti, nessuno ti darà informazioni
precise.- Alys sbadigliò. -Non dimentichiamo di mangiare prima che sia troppo tardi! Non vorrete mica addormentarvi a pancia vuota...- -Hai capito, Tilly? Ci sei? Oh no, sta già dormendo! Buonanotte!-

La mattina seguente, dopo aver cercato di trascinare giù dal letto la sorella che si ritrovò in una nuvola di polvere causata dalla vecchia coperta, Alys si accingeva a raggiungere la Zia che era già al piano inferiore a fare colazione. La luce del mattino filtrava dalla piccola finestra, mentre Tilly osservava la polvere che si vedeva nell'aria attraverso i raggi del sole. Aveva passato la notte insieme a sua sorella Alys e si erano addormentate abbracciate, perse nei loro pensieri. La Zia invece aveva dormito sola, nel letto matrimoniale di fronte al loro. Entrambi i letti avevano una alta spalliera in legno e la rete che cigolava. Tilly aveva un carattere chiuso rispetto alla sorella, ma Alys la capiva perfettamente anche quando non parlava. Nonostante lo nascondesse, Tilly era molto incuriosita da quel viaggio e non vedeva l'ora di scoprire la verità quasi quanto Alys. Il carattere prorompente della sorella, però, si contrapponeva a Tilly, che la lasciava fare e prendere le decisioni importanti anche al posto suo. Era in grado di decidere, certo, ma considerava Alys come una guida e un esempio da imitare. Anche se talvolta entrava un po' in competizione e si sentiva gelosa... Non avevano lo stesso sangue ma erano molto legate, si volevano bene. Si vedeva. Si alzò dal letto, scostò del tutto le coperte e si mise a sedere sullo spesso materasso. Tilly si sentiva al sicuro con lei e Alys cercava sempre di aiutarla e proteggerla. Tilly voleva seguire le orme della sorella riguardo ai cavalli pur avendo meno talento, ma la sua passione era vera e per questo ogni piccola lite o scena di gelosia di Tilly non veniva considerata da Alys. Lei la aiutava, non voleva competere. Tilly aveva solo paura di non essere all'altezza, per questo reagiva così. Non ne avevano mai parlato, ma lo sapevano entrambe. Lo sapevano e basta. Il pavimento scricchiolò sotto i suoi piedi nudi, mentre raggiungeva il piccolo bagno compreso nella camera. Il tappeto biancastro che occupava tutto lo spazio fu un sollievo per i suoi piedi infreddoliti. Si vestì in fretta e furia per non perdersi la colazione: la Zia aveva la fama di mangiare tantissimo e sua sorella non era da meno! Chiuse a chiave la porta alle sue spalle e iniziò a scendere la stretta scala di pietra che portava al piano inferiore. Passò davanti ad altre camere su un buio corridoio, tutto con le stesse assi di legno. Poi scese l'ultima rampa e si ritrovò nel salone d'ingresso, compreso di tavolo da pranzo dove le altre familiari la stavano aspettando già da un pezzo. Il caminetto vicino emanava un calore accogliente.

Le due sorelle - La storia di Alys e TillyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora