Capitolo 20

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-Buongiorno! Gran bella scuderia!- La mattinata era appena cominciata quando questo strano signore si presentò alla porta dell'ufficio. Chris aveva appena finito di occuparsi dei cavalli aiutato da Alys e Tilly e aveva ancora del fieno tra i capelli. -Buongiorno, e benvenuto! Posso esserle utile?- -Certamente, giovanotto! Cercavo la signorina Alys...- Chris si aspettava quella richiesta. Tutti chiedevano di lei e in fin dei conti, la scuderia apparteneva a lei. Tilly non se la era sentita e aveva lasciato tutta la responsabilità alla sorella. -Certamente! Può trovarla nelle scuderie! Mi segua che le indico la strada.- Quel signore sembrava buono ed era molto gentile. Aveva un'aria da cowboy, con stivali in pelle marroni e infangati, jeans scuri e una giacchetta in pelle. Completavano il look una barba bianca rasata e un cappello di cuoio a larga tesa.
-Salve, signorina Alatò! Ho sentito parlare molto di lei. Volevo chiederle se avrebbe un po' di tempo per me!- Sembrava talmente felice di essere in sua presenza che non le lasciò il tempo di parlare. -Ehm, buongiorno anche a lei, signor... Come ha detto di chiamarsi?- -Non l'ho detto! Mi scusi, mi chiamo Lampèr.- Tese la ruvida e grande mano ad Alys, che senza troppe pretese la strinse. -Come posso aiutarla, signor Lampèr?- Thunderbolt, che fino a qualche istante prima stava godendo delle carezze della sua proprietaria, sbuffò e si allungò per toccarla. -Oh! Questo è il famoso Thunderbolt! Gran bel cavallo, davvero come dicono...- Alys si sentì leggermente imbarazzata. -È questo il cavallo che ha avuto quel passato così buio e con lei ha rivisto la luce?- Il volto di Alys si rabbuiò leggermente al pensiero di ciò che aveva passato il suo cavallo e di come era ridotto quando lo aveva visto la prima volta. Sapere che qualcuno aveva osato fare del male al suo amato cavallo la devastava. Ma poi tornò impetuoso il pensiero del loro percorso, di come erano cresciuti insieme e di come stavano adesso le cose. Quel pensiero era più forte di qualunque cosa. Il loro legame era più forte di ogni cosa. Sorrise.
-Bene, ragazza mia... Ho un cavallo nella mia fattoria, in realtà ne ho tre, ma questo non si fa proprio cavalcare. Non so cosa fare, se lei potesse venire a dare un'occhiata...- Lei non aveva alcuna abilitazione come guaritrice di cavalli o roba simile, ma l'idea di un cavallo in difficoltà le avrebbe fatto fare qualunque cosa. -Vede, era il cavallo che acquistò mio padre...- I suoi occhi si bloccarono. -E mi piacerebbe tanto...Lui era anziano e non lo ha mai potuto cavalcare... Adesso lui non c'è più, capisce.... - Alys deglutì dispiaciuta, poi annuì e riprese: -Nessun problema! Mi creda. Se vuole, questo pomeriggio posso passare a trovarla!- -Ehm, lei ha davvero un grande cuore, signorina. Che ne pensa di passare questa mattina piuttosto? Prima lo facciamo, meglio è e meno mia moglie si dispera...- -Adesso?- -La porterò con la mia auto e la riporterò volentieri qua! La prego...- -Ma certo, non è un problema! Dovrò avvisare Chris.-

La fattoria dei Lampèr si trovava a pochi minuti dalla sua scuderia, in un piccolo terreno. La casa colonica era fiancheggiata da un ampio cortile pieno di oche e galline, mentre nei recinti limitrofi, due anziane cavalle da tiro pascolavano tranquillamente. Ma il cavallo in questione?
-Eccoci arrivati! Questa è la mia umile dimora...- -Magnifica! Mi dica, il cavallo che voleva farmi vedere, dove si trova?- -Beh, è uno stallone, vive separato dalle mie signore. Ha un paddock tutto per sé!- E mentre parlava, si mise a cercarlo con lo sguardo. -Sono sicuro che è a brucare, laggiù da qualche parte... - Alys iniziò a preoccuparsi. Uno stallone! Quale carico di lavoro avrebbe avuto? Aveva ancora un po' di tempo per i nazionali, ma non poteva permettersi di rimandare gli allenamenti.
-Dove ti sei cacciato, mascalzone?- La vista del signor Lampèr sembrava un po' arrugginita. -Mi dica, di che colore ha il mantello? Magari non si riesce a vedere...- -È bianco e nero, mia cara. Ma dove diavolo...- -François! Sei proprio orbo come una talpa... Povera bestia, è laggiù! Smettila di urlare, non lo vedi?- Una signora minuta che indossava un grembiule da cucina si affacciò da un balcone e iniziò ad urlare. Alys aguzzò la vista e lo vide: stava sdraiato a terra, non molto lontano da loro, all'ombra di un albero. Non si era minimamente curato delle urla e li fissava dal basso. -Eccolo qui! Cosa ne pensa?- -Molto bello! Ma quanti anni ha?- Alys non aveva mai visto un cavallo di quel colore e ne fu sorpresa. -Ha dieci anni...- Gli occhi si bloccarono di nuovo, appena. -Quale è il suo problema? È troppo tranquillo?- -No, ragazza mia! È sveglio... Ma nessuno riesce a cavalcarlo!- -È domato?- -Certo, ma nessuno riesce a starci sopra. Sevuole provare, le porto una sella!- -No, non penso di averne bisogno.- Alys sembrava avere già capito tutto. Il signor Lampèr la guardava terrorizzato. Alys si avvicinò a lui, parlando dolcemente. Il cavallo non si mosse. Allora utilizzò un tono di voce più convincente e cercò di farlo alzare. Senza troppe pretese, il cavallo si mise in piedi. Alys rimase colpita: era più alto di Thunderbolt! Ed era anche molto più muscoloso: aveva collo corto ma armonioso, occhi chiari e zampe robuste con larghi zoccoli. Il mantello era nero con macchie bianche, una lista bianca in fronte, la coda completamente nera e la criniera idem, fino a metà del collo. Il resto erano crini bianchi. Il cavallo prese ad annusarle le mani: era calmo e non aveva timore di lei. Come è possibile che nessuno riesca a cavalcarlo? Continuò ad osservarlo: a giudicare dalla sua postura, soprattutto dalla coda leggermente sollevata, doveva essere un Morgan oppure un Tennessee Walker, o comunque una linea americana da sella. Il profilo della testa era diritto, a differenza di quello di Thunderbolt che invece era montonino. Alys si avvicinò al fianco sinistro del cavallo e prese ad accarezzarlo sotto al garrese. Voleva fargli capire che lo avrebbe montato senza salire all'improvviso. Sapendo che il cavallo non veniva montato da un po' di tempo, una qualunque reazione sarebbe stata possibile. Si issò sulla sua groppa, ma per riuscire a salire dovette appendersi per un attimo alla criniera. Era troppo alto per lei, ma ci riuscì. Il cavallo non si mosse. -Stia attenta, signorina!- Alys fissò dinnanzi a sé e sfiorò i fianchi del cavallo. Il problema era la sua pigrizia? No, non lo era. Obbediente, il cavallo iniziò a camminare e lei per poco perse l'equilibrio. Ecco il problema! Il cavallo aveva molta forza muscolare e le gambe poggiavano violentemente sul terreno. Non era un difetto, era la sua natura. Aveva passi potenti che facevano tremare il terreno. Non aveva un'andatura cadenzata come Thunderbolt o altri cavalli. Ammortizzava poco le zampe e le andature risultavano molto scomode. Fortunatamente, i muscoli di Alys erano allenati per restare in sella, e non ebbero difficoltà a sorreggerla sulla groppa di quel cavallo. Lo incitò fino al trotto e fece vari giri di campo. L'anziano proprietario era esterrefatto. -Come è possibile? Tutte le volte che ci provavo, scivolavo a terra! Anche mia nipote... Eppure siamo capaci di andare a cavallo!- -Vede, è semplicemente scomodo. Bisogna essere allenati! Per nostra fortuna, è molto obbediente.- E così dicendo, lo fece passare al galoppo. La sua falcata era ampia ma non troppo scomoda. Dava l'impressione di coprire molto terreno. Dopo due giri, lo fece tornare al passo e lo premiò. Si sentiva già stremata. -Ragazza, lasci che le offra qualcosa nella mia cucina! Dovrò sdebitarmi del suo aiuto...- -Non voglio denaro, signor Lampèr!- Rispose,
scendendo da cavallo. -Un caffè può bastare!- Il cavallo li seguì per tutto il tragitto fino alla fine del recinto. Il cancelletto si richiuse davanti a lui. -Ciao, bello!- Lo salutò lei, porgendo una mela raccolta da un albero dietro di lei. Il cavallo apprezzò con gusto.

-Ragazzina! Ha risolto un grande mistero! Adesso il Generale è salvo.- -Generale? Cosa intende, signora?- Chiese Alys, soffiando sulla tazza di caffè fumante che la signora Lampèr, con i suoi spessi occhiali, le aveva appena offerto. -È il nome del cavallo! Non glielo ha detto?- -Ehm, no. E come mai questo nome, se posso chiedere?- -Lo scelse suo padre, il vecchio Lampèr, quando lo acquistò. Era fanatico delle guerre americane, così ha chiamato il cavallo Generale Lee. Lo comprò per fare un favore ad un amico, pochi anni fa...- Rispose con la sua simpatia vocina stridula. Ora era tutto chiaro. Ecco perché tenevano così tanto a lui! E perché Lampèr ne parlava sempre con gli occhi quasi lucidi... -Suo padre voleva vedere mia nipote cavalcarlo, ma non ci è mai riuscita! Cadeva sempre...- -Già, è molto scomodo. Occorre essere allenati!- Alys finì il caffè in un sorso. -Prima che se ne vada, avrei una cosa da chiederle. Mio marito non c'è ma avrebbe detto la stessa cosa...- Fece una pausa. -Quel cavallo può saltare?- -Ma certo, tutti i cavalli saltano! È nel loro istinto. Certo bisognerebbe provare con lui, per vedere come salta e se gli piace farlo... - Alla signora si illuminarono gli occhi. -Sarebbe un vero onore! Quel cavallo qui è sprecato. Lei è l'unica che è riuscita a cavalcarlo...- -No, non posso accettare! Non voglio che ve ne separiate. Fa parte della vostra famiglia.- -Signorina, non intendevo questo. Mio marito non se ne separerebbe mai... Potrebbe tentare di cavalcarlo e allenarlo? La pagheremmo come nostra amazzone se parteciperebbe a gare per noi?- Alys ci pensò un istante. Ma quel cavallo le piaceva, e tanto. C'era del potenziale, sembrava molto veloce. Inoltre, le aveva dato delle belle sensazioni in quel poco tempo che lo aveva cavalcato, potenza e fiducia sotto di lei. Valeva la pena fare un tentativo. -E va bene, proveremo! Lo allenerò per voi.- -Evviva! Hai sentito, caro? Lo vedremo in gara, il nostro cavallino!- Il signor Lampèr, appena arrivato, aveva gli occhi pieni di lacrime. Alys si voltò e si sentì piena di ammirazione verso di lui: avrebbe esaudito il loro desiderio. Sapeva fin troppo cosa volesse dire desiderare qualcosa e sapere di non poterla ottenere.

Fu così che, dopo una piccola sessione di salto ostacoli in scuderia, Generale Lee fu ammesso ad entrare nella famiglia della Grand Remix Horse. Viveva nel paddock, senza alcun problema, abituato com'era a vivere all'aperto. Era forte e resistente e saltava senza paura e senza sforzo. Cosa ancora migliore, andava d'accordo con Thunderbolt. Alys aveva trovato un cavallo degno di essere aggiunto alla sua squadra?

Dopo quella piccola lezione di salto, continuando anche ad allenarsi con Thunderbolt, decise di accompagnare sua sorella in una gara di cross- country locale, qualche giorno dopo. La sfida era difficile, ma le due sorelle furono all'altezza: gareggiare una contro l'altra fu un vero divertimento! Fossi, tronchi e ostacoli vari, immersi nel verde, e un cavallo bianco e nero che sfrecciava alla velocità della luce. -Forza, Gen! Dobbiamo battere Altair!- Il suo ex cavallo, ora montato dalla sorella, era preciso e abile ed era stato davvero veloce nella sua prova. Ma Generale era ancora inesperto, e seppur resistente, ben presto la fatica si fece sentire. Non era abituato a correre così tanto! Così, terminato l'ultimo salto, si accorsero di aver fatto percorso netto, ma per la prima volta fu Tilly in vantaggio. Per la prima volta, Tilly batteva la sorella.
-Ho vinto! Non ci credo! Se avessi montato Thunder, avresti vinto tu?- -Non so, sorella... Nessuno dei due cavalli ha mai fatto una gara di cross, in più Thunder odia il fango... Chissà!- -Siete stati fantastici, degni avversari...Ma oggi, sono io la prima!- Alys scoppiò a ridere. -Non sai quanto mi sembri strano vederti su un gradino più alto di me! Brava!- Tilly sorrise divertita e sollevò la coppa. Perlomeno, Alys aveva trovato un secondo cavallo, una riserva da portare ai nazionali.

-Epilogo-
Era tutto così incredibile: in poco più di un anno, grazie ai loro sforzi, la scuderia dei loro sogni era diventata la loro casa. Avevano costruito le strutture di cui avevano bisogno e finalmente avevano acquistato la loro prima auto, un fuoristrada arancione, e un piccolo rimorchio per cavalli. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza le gare, ma soprattutto, senza Thunderbolt. Quel cavallo aveva rappresentato la svolta, e non solo per la scuderia, ma anche per le loro vite. La connessione con quel cavallo per Alys era stata cruciale: un passato così simile, che li aveva uniti. Forse nessuno dei due ritroverà i propri genitori, ma una cosa era certa: si erano incontrati, trovati, questa era la cosa più importante. Entrambi, si aiutarono a vicenda; mentre lei cercava di domarlo e far uscire l'anima fiera e nobile che si nascondeva in lui, Thunder la aiutò a dimenticare quel triste passato e non farla sentire più sola. Le permise di realizzare il suo sogno, costruire una scuderia di successo e diventare una cavallerizza professionista. Erano diventati un esempio per tutti quelli che avevano avuto la fortuna di conoscerli. Si erano fortunatamente trovati, e inevitabilmente uniti. Un cavallo salvato che salvò un'amazzone.

Tutti i suoi sogni si erano realizzati. Tutti o quasi.

Le due sorelle - La storia di Alys e TillyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora