Capitolo 27

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Tutto sembrava tranquillo nelle scuderie: il rumore dei cavalli che masticavano creava un sottofondo rassicurante. Alys si accorse che il portone era già aperto e incuriosita aguzzò la vista. Davanti al box di Thunderbolt c’era Esther. –Che cosa fai qui tutta sola?– Esther ridacchiò. –Volevo vedere come stava il mio campione. Tutto qui.– Al sentir dire “mio campione”, Alys storse un po’ il naso, ma non replicò. –Beh, sono venuta anch’io per lo stesso motivo. Mi stupisce di trovarti qui! Pensavo fossi a festeggiare insieme agli altri…- -Beh, ho ben poco da festeggiare. La mia è una vittoria a metà.– Alys la guardò senza capire. –Cosa intendi per “vittoria a metà”? C’eri tu su quel cavallo!– Chris corrugò le sopracciglia, ma rimase ad ascoltare. –Sì, è così.– Fece una pausa voltandosi verso Thunder. –Ma forse voi stavate festeggiando più lui di me.-
Thunder sbuffò, continuando a mangiare la sua razione indisturbato. –Ma cosa stai dicendo? È anche merito tuo se avete ottenuto questo risultato. Avete lavorato insieme, come una vera squadra. Stiamo festeggiando entrambi!- -Sì, certo, potete festeggiare quello che volete. Ma questa vittoria per voi è importante perché a vincere è stato il tuo cavallo.– Alys iniziò ad innervosirsi. Esther fece un sospiro e si voltò nuovamente verso di lei. –Non capisco cosa vuoi dirmi, Esther. Davvero, non capisco.- -Se non capisci, te lo spiego subito: questa vittoria non ha senso. Niente ha senso. Allenarsi, vincere, per cosa? Tutto il guadagno, alla fine, arriva solamente a te, perché il cavallo è tuo. A me non rimane niente.- -È questo il problema, davvero? Non pensavo ti interessasse così tanto il denaro. Non hai mai posto questo problema ma in quanto nostra amazzone e dipendente potremmo discuterne meglio….- -Dannazione, davvero non capisci? A me non importa del denaro, è una questione di principio. Per sentirmi del tutto soddisfatta, avrei dovuto partecipare con il mio cavallo, non con il cavallo di un altro.- -Ma Esther, hai accettato tu questo incarico! Se non ti andava…- -Sono stanca! Ho passato la vita a montare e preparare cavalli di qualcun altro. Li crescevo, li vedevo vincere e poi? Una volta che il proprietario era soddisfatto se lo riportava a casa, lasciandomi solo un pugno di mosche in mano. Adesso è arrivato il momento della svolta: ho intenzione di acquistare Thunderbolt!–
Alys rimase per un istante in apparente calma. Ma Chris già prevedeva cosa stava per succedere. Anche il mare si ritira prima dell’arrivo di uno tsunami.
-Non se ne parla! Come potrei venderti il mio cavallo? Dopo tutti i sacrifici che ho fatto per salvarlo da quel luogo orribile in cui l’ho trovato? Dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme?Dopo che ha salvato anche me e mi ha riportato a vivere? Sei impazzita?– Alys era fuori di sé. –Oh, non sono mai stata più lucida in vita mia. Abbiamo costruito in bel legame e insieme abbiamo vinto, è giusto che d’ora in poi appartenga a me.- Alys riuscì a non esagerare, e rispose lentamente: -Mi dispiace, questo cavallo non è in vendita. –Esther si rivolse a lei minacciosa, avvicinando il viso al suo. –E tu, dimmi, cosa te ne fai?– Alys si sentì improvvisamente pugnalare al cuore. –Tu non puoi capire! Cosa vuoi saperne tu?– Iniziò ad ansimare. Esther proseguì: –Rispondimi: un cavallo da gara non può fare molto con una persona come te.- Mentre lo diceva, abbassò gli occhi sulla sedia a rotelle, poi tornò a guardare lei. -Lo sai questo? Non ha senso che continui ad essere tuo.– Alys sbottò tra le lacrime: -E tu, come fai a sapere cosa ha senso nella mia vita?Come ti permetti?– Chris iniziò a spazientirsi e decise di intervenire: -Ascoltatemi, ne ho abbastanza. Calmatevi e prendete una decisione. Una volta presa non voglio più sentirne parlare. Intesi?– Il senso di protezione nei confronti di Alys prevalse su ogni forma di ritegno che aveva sfruttato fino a quel momento. Il suo tono di voce spaventò Esther, che non disse più nulla. Alys colse l’occasione al volo e rispose aspramente: -Decidi tu: se vuoi continuare a gareggiare, accetti la condizione di montare al posto mio. Altrimenti, sai dov’è l’uscita. Thunderbolt non è in vendita.– Il suo sguardo questa volta si era fatto serio. Non uscivano più lacrime. Esther fece una smorfia, mista di rabbia e odio e sbattendo i piedi a terra se ne andò. Uscì rapidamente dalle scuderie, lasciando andare un calcio sull’anta destra del portone.
Chris tirò un sospiro di sollievo e si accovacciò davanti ad Alys. Era sconvolta. –Non riesco a credere a ciò che ti ha detto… Vieni qui...- La abbracciò teneramente, lasciandola sfogare. –Non preoccuparti per me, hai già fatto abbastanza. Vai a divertirti, te lo meriti.– Chris scosse la testa. –Oh, non se ne parla!- La guardò negli occhi:  -Non la lascio qui da sola, signorina.– Il suo modo di parlare, come sempre, le fece tornare il sorriso. Ma questa volta durò poco: le lacrime tornarono a scendere e si lasciò nuovamente sprofondare tra le braccia di lui, poggiando la testa nell'incavo della sua spalla sinistra.

Le due sorelle - La storia di Alys e TillyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora