Capitolo 21

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L'autunno. Di nuovo. Ad Alys pareva di essere rimasta in quel letto per una vita intera. Invece era passato solo un mese. L'estate era passata a gonfie vele, in compagnia di Thunderbolt e Generale. Si era allenata così tanto con loro per i nazionali. E adesso? Tutto da buttare. Tutto finito. Non erano più stati montati da nessuno, dopo l'incendio. E non avevano più rivisto Alys. E lei non aveva più rivisto loro.

Il primo desiderio di Alys, circa due settimane dopo, fu di andare a vederli. Così Tilly, con passo lento e incerto, spingeva la sua carrozzina lungo il sentiero principale dell'ippodromo Paradiso che fiancheggiava il campo gara. Essendo in erba, era stato adibito a paddock per i sei cavalli rimasti. Le ruote della sedia cigolavano sotto al peso di Alys. -Lasciami, faccio da sola!- -Ma Alys, non hai ancora finito la fisioterapia! Non sei abbastanza in forze...- Con uno strattone deciso, Alys fece partire la sedia e le mani di Tilly non riuscirono a trattenere i manici. La sorella aveva sempre avuto quel carattere determinato, ma dopo l'incendio esso si era accentuato a tal punto da non essere più gestibile. Voleva continuare a sentirsi indipendente. Si avvicinò al recinto; i cavalli alzarono la testa in direzione del rumore delle ruote, osservarono curiosi, ma non si spaventarono. Alys vide Generale che brucava tranquillo e si avviò verso di lui. -Ehi, bello!- Il cavallo alzò la testa e si avvicinò al recinto. Lei tese la mano verso di lui. La fiutò. Non riusciva a capire perché fosse seduta su quella strana cosa cigolante. Ma l'odore era il suo, lo stesso. Quell'amica tanto gentile che gli aveva insegnato nuove cose e lo aveva portato in nuove avventure, lontano dalla noia di quel paddock. Era lei! Quella che non vedeva da tanto tempo. Fece un leggero nitrito e le strusciò il muso attraverso il recinto. Le toccò la mano, e poi si allungò per annusarle la guancia. -Sì, sono io! Sono qui... Tu stai bene?- Il cavallo sembrava molto felice e continuò a prendersi le sue carezze. Alys non riuscì a trattenere una lacrima.
Dopo qualche minuto, alzò lo sguardo. Non c'era Thunder. Dov'era? Sua sorella aveva detto che era vivo, ma non era lì. Si girò verso di lei. -Tilly?- Tuonò, squadrando la sorella con aria di sfida. -Dov'è Thunder? Perché non è qui?- -Oh, sì che è qui! Solo che da questa posizione non si riesce a vedere.- -E dove lo avete messo?- -Non te lo dico, altrimenti ci vai da sola!- Alys la guardò arrabbiata. -Sono in grado di raggiungerlo, sai. Mi vuoi rispondere?- Tilly ridacchiò appena. -Fidati, è meglio se ti accompagno. Devo spiegarti delle cose.-

Il viaggio fu breve. Costeggiarono il lato corto del campo e raggiunsero una struttura che Alys ricordava bene: il tondino. Come sentì un fruscio provenire dall'esterno, il cavallo iniziò a calciare e nitrire. -T- T-Thunder? Sei tu? -Alys iniziò a piangere. La coda nera e folta si intravedeva appena dalle sottili fessure delle assi di legno orizzontali che delimitavano il perimetro. -Allora è vivo!- -Ma certo, sorella. Te lo avevo detto. Solo che da allora non si è fatto più avvicinare.- Alys continuava ad osservare il piccolo recinto, senza respirare. Il suo cavallo era irriconoscibile. -Gli lanciamo il fieno sperando che non decida di sfondare tutto, ma è stata un'impresa sistemarlo qui. Il recinto dove sono gli altri è più basso e avevamo paura che riuscisse a saltarlo.- -E adesso? Non possiamo liberarlo? Stare qui dentro non gli farà bene!- A quel punto aveva cambiato visuale e osservava sua sorella con occhi speranzosi. -Alys, ha tentato di mordere Chris. Capisci? Una delle persone che conosceva meglio. È diventato pericoloso.- -Lui non è pericoloso! Non sopporto di sentire queste parole. Ha solo paura!- -Rilassati, sorella. Adesso ci sei tu, magari aveva solo bisogno di te. Prova. Forse sei l'unica che può tirarlo fuori da qui.- Il cavallo non aveva smesso di agitarsi e correre in cerchio, quando Alys si avvicinò ad una delle aperture fra le assi del tondino. Lo spettacolo fu orribile: un cavallo magro, completamente senza muscoli e con il pelo ispido e sporco. Non lo avrebbe riconosciuto, se non fosse stato per la capezza rossa che indossava, ancora la stessa che Alys gli lasciò l'ultima sera, poco prima dell'incendio. L'energia che sentiva scorrere dentro di sé guardandolo era tornata. Era ancora la stessa. Era lui. Ma lui ancora non riconosceva lei. -Prova a parlargli, sorella! Forse ti riconosce.- Alys sembrava più preoccupata che mai. Avvicinò le labbra alla fessura, issandosi con le mani. -Piccolo! Sono io...- Le lacrime spezzarono le sue parole. Invece di riconoscerla, il suo cavallo si inquietò ancora di più. Non smetteva di correre. Era terrorizzato! Il suo cuore si spezzò. -È tutto inutile, Tilly. Andiamo a casa.-

Le due sorelle - La storia di Alys e TillyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora