Capitolo 32

39 3 0
                                    

-Allora... Da dove comincio?- -Da dove vuoi, Alys.- Lei lo guardò e lui si sedette per terra, davanti a lei. Vedendo che continuava a guardarlo senza aprire bocca, la trascinò giù dalla sedia e la adagiò sulle proprie ginocchia. -Stasera mi prendo cura di te. Così va meglio?- Alys lo abbracciò e sorrise. -Va bene, Dottor Chris.- Fece un sospiro profondo e tornò a guardarlo. -Respira.- Lei annuì e sospirò una seconda volta. A quel punto, prese parola. -È da tempo che questa storia va avanti. Quando è arrivato Thunder, ho capito che era un segnale: entrambi avevamo un passato simile e doloroso, ed era arrivato il momento per entrambi di andare avanti e voltare pagina. Mi sono occupata di addestrarlo, di insegnargli a fidarmi di me. Ho costruito il mio posto nel mondo e ho trovato nuove persone, tra cui tu. Tutto andava a gonfie vele, e avevo deciso di non pensare più a questo. Il passato è passato. Ma adesso, che ho finalmente realizzato tutti i miei sogni, fino in fondo, mi sono accorta che uno manca ancora all'appello. E io non sono completa. Ho sistemato Thunder, ma non ancora me... È pensando a lui che mi è tornato in mente tutto questo. Non ho mai smesso di pensarci, in fondo, ma occuparmi di lui mi faceva distrarre e così avevo deciso di non cercare più. Ma è stato proprio lui a farmi capire che mi manca qualcosa, a darmi la spinta. Come sono riuscita a sistemare lui, forse posso riuscirci anche io... Ma per me è diverso. Non è più possibile.- Chris la abbracciò stretta, continuando a guardarla negli occhi. -Sei stata brava, ti sei lasciata andare. Ma manca ancora un tassello. Sei pronta a dirmi di cosa si tratta?- Alys annuì. -Prenditi il tuo tempo, non ho fretta.- Alys fece un altro sospiro e poco dopo continuò. -Non abbiamo mai ritrovato i miei genitori. È un mistero che mi porto dietro, fin da quando sono nata. So che è quasi impossibile, ma volevo trovarli. Siamo state adottate, ma nemmeno Minnie sapeva chi erano le persone che mi hanno lasciato all'istituto. I genitori di Tilly sono morti, dei suoi avevamo i documenti, ma non dei miei. Ecco tutto.- Chris rimase esterrefatto. -Già, voi non avete lo stesso cognome...- Si fermò un attimo. -Davvero avete cercato i tuoi genitori? Avevate una traccia?- -Beh, ecco, sono passati più di tre anni ormai. Quasi quattro. Poco prima di aprire questo maneggio, io e mia sorella abbiamo ricevuto dei soldi da Minnie. Li aveva messi da parte per i nostri diciotto anni; quel giorno mi sono ricordata cosa significasse avere dei genitori che pensano ai figli. Minnie non ha mai avuto un figlio suo, e allo stesso tempo noi non abbiamo mai avuto i nostri genitori, io i miei e Tilly i suoi. Abbiamo litigato, il giorno del mio compleanno. E Minnie ha deciso di portarmi a Normàn, città dove sorgeva il nostro istituto. Voleva aiutarci a trovare delle informazioni. In quel luogo sono successe delle cose terribili, abbiamo anche perso un cavallo. Non abbiamo risolto niente. Se ci penso, mi vengono i brividi...- Alys adorava sapere di poter dire tutto a Chris, senza vergognarsi. -Tesoro. Mi sembra di sentirli...- Le diede un bacio per incoraggiarla. -Te la senti di continuare? Ti farà bene. Così, se vuoi, potrò anche aiutarti.- Alys annuì, e questa volta senza esitazione, proseguì. -L'istituto era stato distrutto da un'alluvione, circa dieci anni prima. Nessuna traccia dei documenti, nemmeno quelli che mia zia aveva firmato. Minnie ci raccontò che la suora che ci ha accudite e affidate a lei sapeva solo che io ero stata portata lì da una persona, probabilmente una giovane donna, che aveva il viso coperto... Forse per non farsi riconoscere. Ero ancora in fasce. Tilly è più piccola di me, di quasi un anno, ma con certezza non lo sappiamo. Siamo state adottate il 20 ottobre...- -Aspetta, è il tuo compleanno!Quindi non sai...- -Esatto, la Zia lo ha sempre festeggiato quel giorno, non sapendo quello vero. Così, abbiamo stabilito che quello sia il mio compleanno. Probabilmente, sono un po' più grande di quanto penso, ma per la legge sono nata quel giorno.- Chris iniziò a collegare tutti i pezzi. -E il tuo nome? Lo ha scelto Minnie o la suora?- -Nessuna delle due. È stata la sorte. Nome e cognome sono stati scelti a caso, con l'elenco telefonico probabilmente.- Chris sembrò colpito. -Hanno una certa importanza, allora. Anche il cognome, quindi?- -Alaton? Sì, me lo hanno dato all'istituto. Sarà stato sicuramente il primo che hanno trovato, in ordine alfabetico; se ci pensi anche quello inizia per A.- Chris rimase pensieroso per un istante, poi continuò. La tensione era quasi scomparsa e regnava solo curiosità. -E di questa donna misteriosa, non avete scoperto altro?- -Beh... Niente... Se ne è andata lasciandomi lì...- Ci fu un silenzio agghiacciante.
Alys si mise a riflettere, poi aggiunse: -L'unica cosa che abbiamo fatto è stata cercare una capanna in un
bosco, una baita dei pastori...- -E perché mai?- -Promettimi di non ridere.- Lui annuì, serio. -Avevo fatto un sogno strano, con una cavalla alata di una leggenda del posto... Si dice che lei cerchi suo padre, Pegaso, nel lago. È una lunga storia... Ma la cosa importante adesso, è che quel sogno mi ha portato a trovare quella baita.- Chris si illuminò. -Una baita? Allora è fatta!L'avete trovata?- Alys spense subito il suo entusiasmo. -Sì, ma era vuota. O meglio, non ne rimaneva niente, solo le macerie. Abbiamo seguito uno stupido sogno...- Chris la osservava sconvolto. Lei riprese: -Nessuno dei passanti sapeva niente. Sai, dopo quasi vent'anni era plausibile...- Chris annuì. -E quindi? Non sapete altro?- Alys scosse la testa. -Avevamo trovato delle cartoline dentro alla capanna, ma niente di importante.- Chris balzò su sé stesso una seconda volta. -Come niente di importante? Posso vederle, queste cartoline?- -Non ricordo nemmeno dove le avevamo messe... Forse ce le ha zia Minnie. Non avevamo ancora la scuderia all'epoca...- Chris si sentì al settimo cielo. -Appena posso le chiederò a lei. Voglio vederle. Possibile che non significhino nulla?- -Ma Chris, sono in bianco e nero, erano sbiadite. Rappresentano persone che nemmeno so chi sono, una donna sbiadita e una ragazza vestita in modo strano con la gonna lunga, se non ricordo male... - -Stai scherzando? Potrebbero essere la chiave!- -Ma quale chiave, Chris? Erano solo vecchie pubblicità dimenticate dai pastori... Non le abbiamo mai considerate.- -E se invece fossero la soluzione? Vado subito a cercare Minnie! E non fermarmi, sai che non puoi convincermi!- La prese in braccio e la mise di nuovo sulla sedia, poi corse fuori.

-State scherzando, spero! Queste immagini sono importanti! Possibile che nessuno a Normàn riconosca
queste persone?- - Caro mio, ti sono nel cuore. Ma ci abbiamo provato già tante volte!- Chris continuava a studiarle in controluce, sulla scrivania dell'ufficio. Minnie era colpita dall'interesse del ragazzo, ma non voleva illuderlo. -Sono anni che non torniamo su questa storia. Ricordavo a malapena queste cartoline...- Tilly sembrava assente, ma li osservava. -Dobbiamo fare qualcosa, ragazza. Avete tutto, hai lottato tanto. Meriti di conoscere i tuoi genitori.- Minnie lo freddò: -Non so se sarà possibile, mio caro...- Tutte e tre lo guardarono con compassione. Lui si rivolse ad Alys. -Amore mio, non posso sopportare di vederti così. Sai come sono fatto. Ti prego, fammi almeno provare. Sai che non mi darò pace finché non lo farò.- Lei rimase immobile ad osservarlo. Minnie si commosse, non sapeva ancora niente del loro fidanzamento. Ma non era dell'umore per fare i suoi soliti festeggiamenti. Tilly abbracciò sua zia, poggiandole il braccio sulla spalla. -E cosa vorresti fare?- Chiese Alys. -Semplice.- Lui si alzò in piedi. -Il prima possibile, anche domani, prenderemo il primo treno per Normàn e cercheremo qualcosa. Torneremo dov'era l'istituto a cercare documenti, intervisteremo le suore, se ci sono ancora. Chiederemo ai passanti. Mostreremo le cartoline a qualcuno. Dobbiamo provarci.- Minnie non esitò: -Io sono d'accordo: domani mattina partiremo. Anche se dubito che servirà a qualcosa.- -Ma Zia, cosa abbiamo fatto di diverso quattro anni fa rispetto a quello che potremmo fare domani? Cosa mancava?- -Beh, Alys, prima di tutto mancavano le cartoline. Che adesso abbiamo. Poi avevi solo diciotto anni, adesso ne hai ventidue. Sei cresciuta e sei più forte. Io non perderei altro tempo, fossi in te!- -Anche io ci sto.- Aggiunse Tilly. Alys esitò ancora un istante. -Dopodomani è il mio compleanno. Non vorrei rovinarlo anche quest'anno. Sapete quanto sia importante per me.- Chris le carezzò una spalla. -E se invece diventasse il migliore? Non eri tu quella che credeva nel rischio e diceva sempre "Se non rischi non potrai mai saperlo"?- Alys annuì. -Già, ero io.- -E allora? Ti fidi di me? O meglio, di noi?- -Già lo sai.- Chris le si avvicinò ad un orecchio. -E se non andrà bene, ci penseremo noi a sistemare il tuo compleanno. Non te lo dimenticherai.- Si allontanò facendole l'occhiolino. Lei rimase a fissare il pavimento per qualche minuto, poi acconsentì.

Le due sorelle - La storia di Alys e TillyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora