1| Felicità e morte

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In quel piccolo frangente, in cui la vita la stava abbandonando, Ambra non si era mai sentita così bene. Presto il suo corpo entrò in contatto con l'acqua, ormai priva di qualsiasi forza di volontà, si lasciò trasportare dalla leggera corrente marina, che la spingeva verso il fondo.

Scendendo sempre più in basso, mentre iniziava ad incassare i primi segnali di difficoltà respiratorie, ripensò al motivo per il quale si era ritrovata in quelle condizioni.

Abbiamo tutti degli scheletri nell'armadio, che tendiamo sempre a dimenticare perché "Bisogna andare avanti nella vita e non guardare al passato". Esattamente queste furono le parole che per molti anni Ambra si era ripetuta nella sua mente.

Poteva definirlo come il suo motto o la ragione per la quale aveva deciso di passare una vita nomade e solitaria. Solo così era felice! Esplorando una terra dopo l'altra, allontanandosi sempre di più da quello che fu il suo inizio, dalla quale stava disperatamente scappando.

Ma un bel giorno, le cose nella sua vita cambiarono.Il suo cuore, stanco dei continui spostamenti, iniziò a non battere più come doveva. Il fenomeno dell'aritmia cardiaca non era più così rara e con il passare del tempo iniziava ad accusarne i sintomi quasi tutti i giorni.

Nella sua mente, mentre l'acqua le entrava nel naso e il suo corpo non rispondeva più agli stimoli del cervello, ripensò a come aveva scoperto quel disturbo al cuore.

Era appena approdata su un'isola, dopo essere scappata da un'intero Buster Call della Marina, che la diede per morta dal momento che non si trovarono più le sue tracce. Le sue condizioni erano molto gravi, ma non aveva idea a chi chiedere aiuto.

Si accasciò ad un muro, giusto un momento...per riposarsi e calmarsi. Ma i suoi respiri le facevano male, la paura che aveva provato, l'ansia di non riuscire a salvarsi, il desiderio di vivere davanti alla morte...la fecero accasciare a terra.

Fu la prima volta, la prima di tantissime altre in cui il suo cuore non riusciva a reggere quello stile di vita. Nella sua mente passarono immagini molto sbiadite, di quando un'anziana signora la medicò quel giorno. Il destino volle che la vecchia fosse un medico, che le diagnosticò la sua aritmia cardiaca in stato avanzato.

E pensare che le aveva anche somministrato delle pillole! Pillole che non avrebbe mai preso, perché il giorno seguente era già in marcia per il suo lungo viaggio.

Si dice che sul punto di morte, riusciamo a prendere contatto con il nostro subconscio e in quel momento nella mente di Ambra venne formulata una domanda. "Perché mi ha trovata di nuovo?"

Proprio quando aveva iniziato a convivere con il suo problema, il suo scheletro dell'armadio uscì allo scoperto. Le venne a fare visita, come se volesse ricordarle che cosa fosse stata nella sua vita, prima di cambiare completamente rotta.

Arlong, comodamente seduto su una piccola imbarcazione, l'aspettava da un po' di tempo.
Ed ecco come il passato era appena tornato nella sua vita. Era inutile continuare a scappare, disperatamente.

Impallidì nel vederlo sorridere, ricordando i giorni della sua "prigionia" quando la trattava in tutti i modi, fuorché come un membro della sua ciurma. Arlong l'aveva presa in ostaggio quando era ancora una bambina, esattamente come fece con un'altra, Nami. Ma al contrario di quest'ultima, Ambra era riuscita a scappare in poco tempo.

"Abbraccia la morte, sporca umana. Che senso ha continuare a scappare dalla tua stessa paura, quando potresti morire e porre fine alle tue sofferenze"

Furono queste le sue parole. E se all'inizio cercò di convincerci che quello che diceva non era vero, ora mentre annegava e sentiva già la morte che l'abbracciava, era in pace con se stessa.

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