15| Berto

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Era una mattina come tutte le altre a Dressrosa, il sole era alto nel cielo e si respirava la solita aria allegra. I giocattoli interagivano con gli umani, gli anziani giocavano a carte, gli uomini assistevano a spettacoli di ballo, le donne erano indaffarate con le spese e i bambini camminavano in fila indiana, seguendo i loro maestri.

Ma come al solito c'era qualcuno che trovava l'occasione di staccarsi dai compagni ed esplorare da solo il luogo in cui era nato. A lui non piacevano le solite lezioni che tenevano i suoi maestri e nonostante sapesse di essere un bambino privilegiato, adorava guardare i suoi coetanei meno fortunati a giocare con la palla o disegnare sui sassi.

Berto, pur avendo soli due anni era un bambino estremamente intelligente. Nonostante avesse un carattere silenzioso era una vera eccellenza nella sua classe, per questo lo misero con i bambini più grandi di lui.

Sapeva bene che due volte a settimana, il maestro portava la sua classe ad esplorare Dressrosa per imparare ed ammirare le bellezze del territorio. Quella era sempre stata la sua occasione migliore per staccarsi dal gruppo e raggiungere il suo posticino preferito. Si trattava di una caffetteria nel nord del paese "Cafè Bar La Baltau".

Era gestita da un signore alto e pelato, che facilmente poteva incutere timore, tuttavia aveva buone maniere, specialmente nei confronti di Berto. Chi lo sa, forse la sua posizione gli faceva gola e approfittava dell'ingenuità del bambino, per farsi accogliere nella famiglia reale.

"Green Bit dite?" il proprietario appoggiò alcune bevande sul tavolo e non fece a meno di unirsi alla conversazione dei clienti. Erano sicuramente dei forestieri a giudicare dal modo in cui erano vestiti e sembravano piuttosto sospetti, specialmente per l'uomo più alto. Tuttavia la presenza di una donna gli fece cambiare subito idea. Dei suoi tre accompagnatori, lei sembrava quella apposto. "Io ve lo sconsiglierei" continuò prendendo il denaro che avevano lasciato.

Intanto, il piccolo Berto, scappato dai suoi compagni, fece l'ingresso nella sua solita caffetteria, come era di consueto. Era un locale piuttosto tranquillo a differenza delle normali locande infestate da uomini ubriachi e non era mai troppo affollato. Lì le persone sorseggiavano serenamente le loro bevande, leggendo un libro o ammirando la strada dalle grandi vetrate del Cafè.

Berto spinse con molta difficoltà la porta di vetro della caffetteria, che subito fece suonare alcuni campanelli. Come al solito, prima di dirigersi verso il bancone, osservava i clienti e vide Nevio ( il proprietario del locale) chiaccherare con un gruppetto di tre uomini e una donna.

Piano piano si avvicinò a loro, ma non riuscì ad attirare la loro attenzione, dal momento che era molto più basso del tavolo. Si arrampicò con le manine e riuscì a toccare il bicchiere di uno di loro.

"Ehi, ma che fai?" chiese lo strano tipo, che aveva un naso piuttosto sporgente. Quando si accorse del bambino i suoi occhi si addolcirono e si fece indietro con la sedia, per farlo avvicinare al tavolo. "Cosa vuoi? La spremuta?" gli chiese.

"Berto? Che ci fai qui a quest'ora?" Nevio prese in braccio il piccolo, ancor prima che si avvicinasse troppo a quei quattro. "Sei scappato di nuovo dalla tua uscita didattica?"

Il bambino annuì e si voltò verso il tavolo. Si sporse un po' di più e riuscì finalmente a prendere la spremuta di arancia. "EHI QUELLA E' MIA!!" urlò nuovamente lo strano tizio, ma la donna affianco a lui cercò di calmarlo.

Nevio lo fece accomodare al bancone e il bambino fece un sorrisino piuttosto furbo, mentre continuava a bere la sua nuova bevanda. Il proprietario, poi ritornò da quei particolari clienti, abbassando con una sola mano il tizio che si stava già alzando dalla sedia.

"Avanti non fare lo scorbutico. Non c'è da scherzare con quel bambino!" gli disse seriamente "Ma si può sapere da dove venite? Possibile che non l'avete riconosciuto?"

"Veniamo da molto lontano e non arrivano sempre le notizie.."gli rispose la donna con un grosso sorriso e come si aspettava, l'uomo arrossì leggermente.

"Va bene ve lo dirò, ma non dimenticate mai le mie parole" sussurrò. "Lui è Berto ed è il figlio del sovrano di Dressrosa, sto parlando di Doflamingo in persona. Il fatto che abbia molta confidenza con me, non significa che lo dovete trattare come un comune mortale" sorrise, fiero del fatto che il piccolo fosse molto legato a lui.

" Lo vedete quel signore là in fondo?" indicò un uomo incappucciato, che sembrava messo così tanto male, da non riuscire nemmeno ad alzare la forchetta per mangiare. "Qualche mese fa ha cercato di parlare con il signorino, ma dal momento che si è messo a piangere, le guardie lo hanno sistemato per le feste"

E come si aspettava, l'uomo dal naso lungo deglutì e iniziò a guardare leggermente impaurito il bambino. "Robin dovremmo stare attenti. Voglio andare via da qui, non credo che siamo al sicuro" sussurrò all'orecchio della sua compagnia, che si limitò a sorridere.

L'unico che ancora non aveva aperto bocca era l'altro con uno strano cappello e dei baffi che gli stavano particolarmente male. Osservò con la coda dell'occhio il bambino, che continuava ancora a sorridere soddisfatto. Pur avendo si e no due anni, sembrava un tipetto furbo. Questo gli ricordò qualcosa di molto familiare, ma allo stesso tempo lontano.

"Ma non gli assomiglia proprio" constatò il più alto del gruppo e probabilmente colui che creava più sospetti.

"SHHHHHHH" lo azzittì Nevio "Se ti avesse sentito qualcuno di molto vicino al sovrano, ti avrebbe fatto fuori.."

"Che novità!" ironizzò l'uomo dal naso lungo.

"E' un altro consiglio che vi do. Mai far notare che quel bambino non assomiglia a Doflamingo, finireste dritti all'inferno. Fareste meglio a fare finta di niente, dietro di lui circolano delle voci veramente assurde e la gente che ci crede rischia la vita..."

"Mmmh, che tipo di voci?" Robin gli mostrò nuovamente il sorriso e come si aspettava, l'uomo non esitò a darle una risposta.

"Alcuni dicono che non sia veramente suo figlio. Ma io non ci credo..." abbassò ancora di più la voce "Si dice che due anni fa la prima nipote di re Riku sia nuovamente spuntata e circa nove mesi dopo annunciarono la nascita del figlio di Doflamingo. Molti ancora non l'hanno vista, non esce mai dal castello, tutto quello che si sa è che ormai fa parte della famiglia Donquijote e che lei sia la madre di Berto. Il fatto che non l'abbia mai vista nessuno ha sempre fatto smentire queste voci...non si sa nemmeno se sia ancora viva" sospirò.

Al suono del campanello e con l'arrivo del nuovo cliente, Nevio ritornò al suo lavoro, lasciando che i quattro chiaccherassero fra di loro.

Occhi di un intenso color rosa, un sorriso ammagliante e una postura composta e regale...a parte i capelli neri, quel bambino assomigliava a lei. Gli assomigliava davvero tanto, persino quando i loro occhi si incrociarono per un breve istante. Il bambino lo guardò solo perchè era curioso del suo strano capello, ma poi ricominciò a bere indisturbato.

Quello strano uomo però sapeva che quello sguardo non se lo sarebbe mai dimenticato, perchè lui lo ricordava bene, lo sognava ogni notte e adesso lo aveva visto nel volto di un bambino.

E' così che hai risolto i tuoi problemi qui? pensò tra se e se Trafalgar.

\\ Life and death \\ ♢ Law x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora