11 | Lucciole

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Le onde del mare sbattevano violentemente contro il sottomarino, rilasciando l'odore marino. Era una stata giornata piuttosto calda, eppure non le interesso più di tanto. Rimase sul punte del sottomarino, tutto il giorno, fino a quando il cielo diventò stellato.

Ambra non si fece vedere per un po' di giorni e questa sua lontananza preoccupò tutti quanti, specialmente Leo.

"Ambra non c'è?" chiese tristemente il piccolo nano, che era seduto accanto alla cena del capitano.

"No" gli rispose freddamente "avrà bisogno di tempo, non la stressare troppo" richiuse il suo giornale, che non aveva letto quella mattina ed uscì dalla sala senza dire nulla.

Non è che fosse preoccupato, ma era strano non vederla per tutto il giorno. Si era abituato alla sua presenza, alla sua stravaganza e al modo in cui lo guardasse ogni volta che le parlava. I suoi occhi erano una grande fonte di emozioni, riusciva a capire quando era felice, imbarazzata o semplicemente curiosa.

Eppure...vedere le sue palpebre semichiuse e la testa perennemente rivolta verso il cielo, incupì lui stesso. C'era da immaginarselo! Quella ragazza gli aveva completamente cambiato il modo di approcciarsi con le persone. Forse non era ancora in grado di aprirsi, come faceva lei, ma aveva compreso che essere gentile con i suoi uomini rendeva la vita facile per tutti.

Passeggiò per il sottomarino, ormai illuminato dalle luci artificiali, fino a quando non la vide sul ponte. Era stesa sul pavimento di legno e guardava le stelle. Il suo volto non faceva trasparire nessuna emozione, eppure lui stesso si sentì improvvisamente cupo.

Era fermo davanti alla maniglia della porta, non sapeva se uscire ad affrontare la situazione o lasciarla in pace.

Tuttavia...non riusciva a sopportare di vederla così. Così malinconica, così triste e probabilmente depressa. Guardandola in quel modo, gli tornò in mente la sua vita prima della sua ciurma.

Costantemente da solo, costantemente in pericolo. Aveva voglia di scappare dal suo stesso corpo e dai suoi stessi stati d'animo, che non facevano altro che abbatterlo ancora di più.

Ricordando frammenti del suo passato, Trafalgar aprì lentamente la porta, che fece uno scatto.

Nel silenzio più totale, quel piccolo rumore attirò l'attenzione di Ambra, che per un breve istante abbassò gli occhi verso la porta.

Quando vide l'ombra del responsabile avvicinarsi a lei, ricominciò a guardare il cielo.

Trafalgar non disse una parola e si stese accanto, cercando di capire che cosa ci trovasse in quel cielo stellato.

" Da piccola mia sorella credeva che le lucciole fossero delle stelle troppo pigre per andare in cielo"riuscì a dire Ambra, poi si ammutolì nuovamente.

Nessuna parola, solo il rumore delle onde mosse dal vento. Nessuna parola, solo i loro respiri. Nessuna parola, solo un singhiozzo e una lacrima che scendeva dal volto candido della ragazza.

Un dito le asciugò subito la goccia e improvvisamente i loro volti si incontrarono. Lei lo guardava confusa, chiedendosi il perché di quel gesto.

Nonostante si potesse considerare il suo medico personale, quel gesto risultò nuovo. Non si era mai spinto così tanto oltre i semplici controlli medici.
La sua mano rimase sul suo volto, accarezzandole la pelle morbida e piccolo sorriso comparve sulle sue labbra.

Era un gesto intimo, di chi non riesce a rassicurarti con le parole e allora usava gesti semplici ma d' effetto.

Con quel tocco, Ambra non riuscì a trattenere le lacrime e adagiò la sua testa sul suo petto, lasciando che le lacrime scendessero tranquille.

A  contatto con il suo petto, Ambra ascoltò il battito di Trafalgar. Il suo cuore non la smetteva di battere. Così alzò lo sguardo su di lui " Law" sussurrò, appoggiando una mano sul cuore.

Le mise una mano dietro la schiena e la fece nuovamente appoggiare al suo petto, per nasconderle il rossore sul suo volto. Per nascondere ciò che stava iniziando a provare, senza che se ne rendesse conto.

"Anche io avevo una sorellina" le confessò, continuando ad accarezzarle delicatamente la schiena. "Lei però...non c'è più. Ma penso costantemente a lei, specialmente quando guardo il cielo stellato"

Ambra sorrise. Non le aveva mai confessato particolari aneddoti della sua vita e nonostante quello potesse risultare persino irrilevante, era felice che glielo avesse detto. Eppure...uno strano pensiero le nacque in testa.

Un ricordo, un bisogno passato che aveva lasciato andare giorno dopo giorno. Non lo avrebbe mai ammesso, eppure da quando aveva iniziato a vivere su quel sottomarino la sua vita era migliorata.

Persino le sue condizioni sanitarie erano stabili adesso che viveva più serena. Eppure...con l'arrivo di Leo le fitte erano ricominciare nuovamente. Non lo avrebbe mai ammesso, sia per non far preoccupare qualcuno, che per farsi nuovamente controllare in modo assillante da Law. Non che non le facesse piacere la sua presenza, ma per una volta voleva lasciarsi andare.

Voleva risentire quella sensazione di benessere che provò sul punto di morte. Dolore unito al piacevole tepore della propria anima che usciva dal corpo o il ricordo dell'acqua che la spingeva verso il fondo, come un abbraccio materno. Un abbraccio che perse facilmente tanti anni prima, quando sua madre mori.

Improvvisamente sentí Law divincolarsi da Ambra e si alzò subito in piedi, andandosi ad appoggiare alla ringhiera, lasciandola un po' perplessa.

Sembrava particolare teso e lo notò dal modo in cui stringeva la ringhiera.

Ambra si alzò in piedi e per un momento dimenticò quegli strani pensieri che le stavano venendo in mente.

Appoggiò una mano sulla sua spalla e sentí la schiena irrigidirsi a causa del suo tocco. "Law, tutto bene?"

Non ebbe subito una risposta, piuttosto il capitano abbassò la testa, nascondendo i suoi occhi sotto il capello.
"Si"

Non capiva che cosa gli fosse preso, forse vederla in quello stato aveva riacceso un lui dei brutti ricordi e non voleva sentirsi responsabile dei suoi malesseri. "Mi-mi dispiace non volevo farti sentire...come me" piagnucolò.

Un'altra fitta. Ambra strinse forte il petto e perde l'equilibrio, cadendo sulle sue stesse ginocchia. Questa volta aveva fatto davvero male e non provava quel tipo di dolore da tanto tempo.

Solo in quel momento Trafalgar si voltò verso di lei. Vide che stava di nuovo soffrendo, esattamente nelle stesse condizioni in cui stava le prime settimane.

Nonostante fosse il primo a escogitare un piano per qualsiasi cosa che facesse, in quel momento Law si precipitò verso la porta del ponte, con Ambra in braccio.

"Room"

\\ Life and death \\ ♢ Law x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora