18| Piano in corso

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Nella terra di Dressrosa c'era un immenso giardino di girasoli, qui in un luogo nascosto da occhi indiscreti...nasceva un passaggio sotterraneo e scendendo più giù era possibile ascoltare delle voci piccole. Sorgeva infatti, il quartier generale dell'armata anti-Doflamingo.

"Bene, lasciate che faccia le dovute presentazioni" iniziò a parlare uno strano soldatino con una sola gamba, seduto sulla spalla di quello che molti nani credevano fosse un altro giocattolo.

"Loro sono i guerrieri che combatteranno al nostro fianco, i nani del regno Tontatta"

"Nani?" chiese meravigliato Franky "Quindi sono loro gli esserini che in città chiamano fate?"

"Esattamente. Sono molto agili e veloci e potrebbero battere anche te se volessero" gli spiegò seriamente il soldato.

"AVANTI!! EI LUFFY NON PROVARCI NEANCHE A FARTI BATTERE DA QUELLO!"

Franky riconobbe una voce molto familiare e quando guardò il grande schermo, vide seduto a terra Zoro, che insieme ad alcuni nani commentavano il combattimento tenuto al Colosseo.

"Ei Franky!" lo salutò Zoro.

"E tu che ci fai qui?"

"Capitano!" un nano chiamò il soldato "La squadra di ricognizione è pronta e non ci crederà mai, ma con loro ci sono i veri eroi del regno Tontatta!! I loro nomi sono Usoland e Robiland e a quanto pare hanno portato anche i loro compagni Rufyland, Zoroland, Namiland, Sanland, Choppeland, Fraland e Boland"

Sempre le solite trovate di Usopp, pensò tra se e se Zoro. "Allora...suppongo di essere Zoroland"

"E io Fraland, piacere di conoscervi"

Intanto, il piccolo Berto era tornato del suo castello e venne lasciato libero di giocare come meglio credeva. Quel giorno il suo maestro si venne a lamentare che il bambino spariva sempre dalle sue lezioni e la sua furia arrivò direttamente da Doflamingo in persona.

"Qualche problema?" gli chiese il sovrano, guardandolo male e dietro di lui Berto stringeva un vasetto nella quale aveva conservato una lucciola.

"S-SUO FIGLIO HA SALTATO LA LEZIONE!"

Doflamingo si abbassò per guardare Berto e gli sorrise "E' come dice il maestro, Berto?"

Il bambino fece vedere al padre il barattolo "Lucciole" disse sorridendo.

"Come vedi mio figlio ha comunque svolto un'attività" sorrise Doflamingo "Quindi non farti piu vedere"

Il maestro si inchinò e scappò terrorizzato. Non avrebbe mai dovuto rimproverare in quel modo il principino e adesso sapeva che doveva riscuotere la sua pena.

Doflamingo si abbassò un po' e sorrise al piccolo bambino "Adesso papà ha delle cose da fare. Qui ci sono uomini cattivi che lui deve uccidere" gli accarezzò la testa "Quando avrai raggiunto i quattro anni, ti insegnerò a pugnalare qualcuno. Fufufufu" e fu così che lo lasciò libero, mentre le sue risate rimbombarono in tutto il corridoio.

Appena fu abbastanza lontano, il bambino spinse la porta della sala principale, dove aveva lasciato per terra i suoi disegni e le sue matite. Si sedette e appoggiò il barattolo con la lucciola, ricominciando a disegnare, davanti ai troni presenti nella sala.

In quel momento non era completamente da solo, dopo lo scontro dolente Trafalgar venne portato lì privo di sensi e venne ammanettato. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno avrebbe rivisto l'uomo e la sua intera famiglia che gli rovinò parte della vita?

Lentamente aprì gli occhi, accecato da un riflesso della luce. Nella stanza si udivano solo i calchi leggeri del bambino che disegnava e le matite che cadevano per terra. Abbassò lo sguardo...di nuovo quel bambino. Di nuovo quegli occhi magici.

Non riuscì a trattenere un piccolo sorriso, Ambra le aveva sicuramente insegnato a disegnare e rivedeva in lui la stessa faccia concentrata. Le sopracciglia corrugate, le labbra serrate e gli occhi che sbattevano lentamente.

Poi si accorse di un altro disegno, sulla quale era appoggiata una delle sue gambe. Trafalgar non riusciva ancora a muoversi, eppure...era certo che quello fosse lui. Impossibile che Berto gli avesse fatto un ritratto così bello. Possibile, invece, che Ambra gli avesse regalato un disegno del genere?

Poi guardò il barattolo, una lucciola. Forse quel bambino era andato a caccia. Subito si ricordò di quel detto, di quella frase che non si dimenticò mai e che ripeteva nella sua testa ogni volta che scendeva la notte. "Le lucciole sono stelle troppo pigre per andare in cielo"

Improvvisamente il bambino lasciò la matita e alzò lo sguardo verso Trafalgar. Osservò prima lui e poi il barattolo e iniziò a sorridere e ridere. L'uomo non capì perchè stesse sorridendo in quel modo, ma la sua piccola risata gli riscaldò il cuore.

Certo che....a pensarci bene...per una volta diede ragione a Caesar. Quel bambino non assomigliava affatto a Doflamingo. Lui era bello e solare, come Ambra.

"Lucciola, lucciola
sei forse una stellina?
O sei una lampadina
per i pirati laggiù?

Lucciola, lucciola
la morte si avvicina,
ma un cuore arriverà
e nel sottomarino ti porterà

Lucciola, lucciola corri via,
porta via la mia allegria!
E se i cuori lo vorranno
canteranno per te tutto l'anno"

Dopo questa filastrocca, il bambino ricominciò a disegnare. Sembravano delle onde, si! Stava disegnando un mare e quella cos'era? Una barca con un sorriso sopra.

Il Polar Tang, pensò subito Trafalgar. Allora lui lo sa chi sono io? si chiese, dopo aver ascoltato la filastrocca. Forse Ambra sapeva che prima o poi sarebbe arrivato e allora...cosa avrebbe dovuto fare con quel bambino? Salvarlo?

"Piccola lucciola..." sussurrò con un filo di voce.

Il piccolo sorrise e si alzò in piedi, prendendo il foglio che stava nascondendo sotto la sua gamba. Cercò di arrampicarsi sulle gambe di Trafalgar e gli fece vedere il ritratto "Mamma ha disegnato il cuore, portami via!"

Il piccolo bambino sorrise e una lacrima rigò il viso di Trafalgar. Riuscì ad avvolgerlo con le sue braccia e stringerlo a lui. Ora era certo, l'unica cosa che le rimaneva di lei era quel bambino e avrebbe fatto qualsiasi cosa per portarlo via con lui.

\\ Life and death \\ ♢ Law x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora