12| Desideri

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Una stanza completamente buia. Era questo quello che vedevano entrambi. Ambra si sentì adagiare delicatamente su una superficie morbida, forse era un lettino. Le mani di Trafalgar lasciarono il suo corpo, per allontanarsi da lei.

Finalmente la cabina venne illuminata dalla luce fioca di una candela e Ambra constatò che quella in cui si trovava non era nè la sua cabina, nè l'infermeria. Le pareti erano completamente coperte da grandi scaffali di libri e nonostante la luce fosse insufficiente, riuscì a scrutare l'ordine meticoloso nella quale erano disposti.

Il suo sguardo vagava da destra a sinistra, meravigliata della cabina in cui l'aveva portata e per un istante si dimenticò del suo dolore e della strana reazione di Trafalgar.

"Guarda me" le sussurrò prendendole una mano.

Appoggiò la candela sul comodino accanto a loro e la sovrastò com il suo corpo. Lasciò la mano e iniziò a toccarle il collo per contare i suoi battiti. Uno,due,tre...ci fu una breve interruzione e poi quattro, cinque, sei...

Ambra ingoiò rumorosamente e a quel punto Trafalgar sgranò gli occhi, rendendosi solo in quel momento che quella non sarebbe stata una delle sue solite visite mediche. Osservava la sua stessa mano adagiata sul collo snello di Ambra e improvvisamente un'immagine contorta gli venne in mente. Istintivamente levò la mano e cercò di mantenere il controllo, pensando che era sbagliato. Quel desiderio era un errore...non poteva farlo o avrebbe rovinato tutto con lei.

Mise entrambi le mani sulla faccia, per cercare di respirare normalmente e riprendere il controllo delle sue emozioni.

Poi...una mano più piccola della sua, si appoggiò delicatamente e in poco tempo le loro dita si intrecciarono. Ambra sorrise quando vide per la prima volta un capitano diverso dal solito. Riconobbe subito quello sguardo, dal momento che stava provando le sue stesse emozioni.

Cercò di dirgli qualcosa, ma quando aprì bocca uscì solo un lamento e nuovamente strinse il suo petto, chiudendo gli occhi. Rimase così per un po' finche la fitta non passò e a quel punto lasciò scivolare le mani lungo i fianchi, rilassando le braccia.

Una gocciolina di sudore rigò il viso di Trafalgar, non c'è la faceva più, non poteva aspettare più. Si abbassò e i loro volti adesso erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Riusciva a sentire i suoi respiri delicati e controlli, al contrario dei suoi che non riusciva contenere.

Fece scivolare le dita sotto il tessuto della maglietta e quando Ambra aprì improvvisamente gli occhi, con un evidente rossore, le sorrise.

"Chiudi gli occhi, non ti farò niente" le sussurrò.

Uno strano calore risalì nella mente di Ambra, che senza volere rispettò quel consiglio e chiuse gli occhi, un po' timorosa di quello che sarebbe successo.

Le mani di Trafalgar erano bloccate, non riusciva a fare niente. Eppure non c'era antidoto migliore per quel problema. Lo aveva letto...e sapeva che quel rimedio funzionava a far stare bene corpo e mente.

Si convinse che per farla stare bene e risolvere il suo problema interiore che gli stava dando il tormento, doveva andare avanti con i suoi gesti. Lentamente le sue mani ripresero a muoversi, accarezzandole il ventre morbido e freddo. A contatto con le mani calde del capitano, infatti, Ambra rabbrividì e nello stesso istante sentì una nuova fitta.

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