Prologo

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-Chicago è...- disse la donna guardando poco convinta il figlio che stava finendo di preparare la sua valigia con calma.

-Chicago è cosa mamma? Lontana? Si lo so perfettamente- rispose il biondo sbuffando. I suoi genitori avevano accettato in silenzio la sua scelta di andare al college a Chicago quando lo aveva detto ma Christofer sapeva che non sarebbe durata a lungo quella situazione di silenzio.

-non puoi restare qui? Abbiamo a un'ora di macchina un college simile a quello che frequenterai a Chicago. Non capisco perché tu voglia andare così lontano- sussurrò la donna guardando preoccupata quello che ai suoi occhi era ancora un bambino da proteggere nonostante avesse ormai diciannove anni.

-un college al quale andranno di sicuro tutti i miei ex compagni di scuola- ringhiò Christofer -mamma guardami!- urlò poi il ragazzo indicando il suo corpo in sovrappeso per la sua età -sono stufo di essere chiamato brutto ciccione, non fa bene alla mia sanità mentale. Voglio cambiare aria-

-cambiare aria non cambierà niente! Chicago forse è peggio di qui!- cercò di convincerlo la donna, non voleva che il figlio si allontanasse troppo da loro.

-per la mia sanità mentale si mamma. Sono consapevole di essere grasso, e non dire che non è vero perché lo vedo benissimo anch'io, e che questa situazione non potrà cambiare in pochi giorni. Ho bisogno di andarmene da qui e di non avere intorno gente che mi conosce e non fa altro che chiamarmi balena o altri termini che non sto qui a dire. Cambiare aria mi serve e Chicago per me è la scelta migliore- il biondo si girò nuovamente verso la sua valigia e la chiuse sospirando -è già tutto pronto e pagato quindi è troppo tardi per poter cercare di farmi cambiare idea, cosa che non farei a prescindere- concluse Christofer che sorrise per incoraggiare la donna, sapeva di non averla convinta del tutto ma doveva capire che quella era la sua vita e voleva essere lui a cambiarla a modo suo.

-ti prego se succede qualcosa di brutto non esitare a tornare qui, la porta di casa sarà sempre aperta- concluse Quinn guardando preoccupata il figlio. Non lo riteneva per niente pronto ad una nuova esperienza molto lontano da casa diversamente dal marito che le aveva detto di lasciar fare a Christofer quello che voleva.

-sono arrivate le pizze- disse Vayne entrando in camera del fratello tutta felice e contenta per quella cena.

-arriviamo- disse Christofer guardando solo per un secondo la madre per poi seguire la sorella minore in cucina per mangiare quella che sarebbe stata l'ultima pizza in famiglia dei prossimi mesi. Andare a studiare molto lontana da casa, erano praticamente dieci ore di macchina, significava poter tornare a casa solo poche volte all'anno e a Chris non dispiaceva, meno tempo passava in quel paesino del cavolo meglio era. Aveva anche una mezza idea di non tornare minimamente a casa per le vacanze ma per il momento era molto condizionato dal fatto che non voleva in nessun modo stare li. Forse staccando un po' le cose sarebbero migliorate, almeno lo sperava.

Il matrimonio del mio nemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora