11-Vittoria

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Sono in ritardo per il mio primo giorno di lavoro.
-Stai giù! - Urlo contro qualche ciocca che non vuole stare al proprio posto.
Il bar sotto casa ha accettato il mio misero curriculum ed ora sto indossando questa corta e stupidissima divisa.
Prendo il telefono, le chiavi e corro fuori dal palazzo.
-Vittoria, giusto?-Urla una ragazza troppo euforica.
-Quanti anni hai?, sei uno schianto con questa divisa. Vedrai che ti troverai benissimo qui. - parla a raffica e non riesco a starle dietro ma continuo ad annuire con la testa sperando di fare buona impressione.
È un locale piccolo, ma mi spiega i numeri dei tavoli, il menù e quello che offre il bancone facendomi pentire di aver portato il curriculum.
-Non ti preoccupare, andrai alla grande-Mi ripete per la milionesima volta.
-Ah! Sono Gabriella, fai un cenno se hai bisogno-
Annuisco e la ringrazio per avermi spiegato tutto così nel dettaglio.
Servo principalmente brioche e ciambelle e quando il lavoro inizia ad essere un po' meccanico inizio a pensare alla conversazione avuta con Mirko qualche sera prima.
-------------------------- (flashback)
Mi ha scritto qualche ora fa proponendomi di giocare a "dieci domande" ; nel corso della giornata possiamo fare all'altro dieci domande a cui bisogna rispondere sinceramente.
<<Hai qualche sogno?>>è la settima domanda che mi fa e forse è la settima domanda che lascerò senza risposta.
<<Non ho capito>>
<<L'hai già detto, sette volte, se vuoi cambiamo gioco>>
<<Cambia domanda, perfavore>>
<<Si chiama barare...Il tuo piatto preferito?>>
Si è arreso, non mi fa più domande nè sul mio passato nè sui miei piani futuri... e la cosa non mi dispiace.
<<Il riso>>
<<Merito di sapere anche qualcosina in più>>
<<Con lo zafferano>>
<<Potresti prepararmelo>> La sua non è una domanda e sono colpita e stupita di quello che sembra eesere un secondo invito.
<<Grazie per la scorsa sera>>
<<É stato un piacere, quando vuoi>>
Passano diverse ore, poi aggiunge <<Sabato ti passo a prendere e mi prepari il risotto>>
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Sono trascorsi tre giorni e non gli ho ancora risposto, seppur ci siamo sentiti per rimandare la colazione di tutti e tre insieme.
-Per oggi va benissimo così- Esclama Gabriella con un gran sorriso.
-è il tuo primo giorno, torna pure a casa che qui puliamo noi-
La ringrazio ancora ed esco dal bar.
Mentre cammino per le strade penso che dovrei portarmin il cambio già al bar.
Con questa divisa mi sento particolarmente a disagio.
Arrivo al mio appartamento e -Scusa, sono appena arrivato- Ci credo poco, ma faccio finta di nulla e resto lì, paralizzata a pochi passi da lui.
-Non mi hai più scritto ed ho pensato di aver sbagliato qualcosa- Mirko è d' avanti alla porta del mio appartamento, di nuovo, e gesticola nervoso.
-Vuoi entrare?-
Sono già a disagio vestita così, non voglio attirare anche i vicini sul pianerottolo.
Non risponde, si allontana dalla porta e mi segue nell'appartamento.
-Da che ora sei in piedi?-
-Non sono stanca.-Lo precedo.
-Hai mangiato?-
-Cambiati ti porto fuori a pranzo.-Aggiunge.
-Mirko non c'è bisogno-
-...Ascolta- Mi ferma.
-...Ti porto in un bel posto, offro io ed in cambio chiariamo.-
-Ma non dobbiamo chiarire nulla.-
-Vitto non mi hai risposto.-
-Mi sono dimenticata, scusa.-
-I miei coinquilini hanno una riunione che li terrà impegnati per le prossime tre ore, andiamo via da qua.- La proposta mi convince.
-Non c'è bisogno di tutte queste...- Provo a fargli capire.
-Mi lasci stare con te?-
-Ma tu stai... -
-Io devo andare ho il secondo turno... -Mi squadra.
-La spesa... Perché domani devo venire da te-
-Hai cinque minuti per cambiarti-
La sua voce ed il suo sguardo sono fermi, rigidi... Come i miei movimenti verso la camera da letto.
Indosso una tuta in jeans e sciolgo i capelli.
-Ci sono-Sussurro appena lo raggiungo.
Mi sorride sereno ed usciamo dal palazzo.
-Vuoi qualcosa da me?-Chiedo e la vocina nella mia testa continua a dirmi che non è una domanda adatta per iniziare una conversazione.
-Solo un risotto allo zafferano-
-Non ho gli ingredienti-
-Ci fermiamo a prenderli-
Sto per controllare quanti soldi ho nel portafoglio, ma al semaforo, afferra la borsa e la lancia nei sedili posteriori.
-Con me e Lele non né hai bisogno-
-Voi non mi dovete nulla-Esclamo.
Quasi mi vergogno di essere un peso a delle persone così belle e disponibili per me.
-Tu pensa solo a preparare un buon risotto-Mi zittisce, di nuovo.
Resto bloccata nei miei pensieri e mi accorgo che siamo arrivati a destinazione solo quando mi apre la portiera e mi invita a seguirlo al supermarket.
Scelgo gli ingredienti tra quelli in offerta.
-Ho già scelto io il burro-Mi blocca.
Annuisco ed arriviamo alla cassa.
Una signora anziana, poco distante da noi si avvicina a chiedere una mano per prendere il latte sullo scaffale in alto.
-Siete così carini, da quanto state insieme?-Chiede e noto un luccichio nei suoi occhi.
Le parole di Mirko, ancora una volta mi portano alla realtà.
-Ho un fidanzato signora, mi spiace-
La vecchietta, attonita, si allontana lasciandoci intravedere un volto per lo più disgustato.
Vorrei trovare delle parole per sminuire la situazione, ma non faccio in tempo.
-Cazzo, non ci ho pensato... - Esclama sbuffando.
-Ti ho messo in imbarazzo?-Mi chiede dispiaciuto.
-Non vuoi che lo dica d'avanti a te?-Aggiunge abbassando di poco verso il mio volto.
-Non ti preoccupare-Dico sorridendo per tranquillizzarlo un pochino.
-Anche io conosco quella faccia-Aggiungo dirigendomi verso la cassa.
Una volta caricate le buste della spesa in macchina riprendiamo il nostro viaggio.
-A cosa pensi?-
-Alla ricetta-Mento.
-Abbiamo dimenticato qualcosa?-
Nego scuotendo il capo è tra noi cala il silenzio.
-A casa c'è anche Lele, dovrebbero aver finito la riunione, spero non ti dispiaccia-
-No, tranquillo-
Una volta arrivati, d'avanti a me c'è un palazzo molto più grande e moderno del mio.
D'avanti all'appartamento c'è una targhetta con inciso i nomi:
'' Davide, Mirko, Gabriele, Gianni ''
La buca lettere, invece, è piena di buste colorate e su una di queste, con un pennarello nero, c'è scritto il nome di Mirko.
-Scusa, le fan-
Fan?.
-Ti ho sentito arrivare... Non hai le chiavi nemmeno questa volta?-
È la voce di Lele, la riconosco ed un brivido improvviso mi percorre la schiena.
Ignaro della mia presenza, apre senza maglietta.
-Oh, Ciao cara-Dice strizzando l'occhiolino.
-Entra pure-Dice facendomi staccare lo sguardo dal suo corpo nudo alle piastrelle che coprono il pavimento.
-Oggi ci prepara un risotto allo zafferano-
-Spero sia buono, ho molta fame-
-Com'è andata la riunione?-Chiedo sperando di distogliere l'attenzione da me e di capire di più su questi fan.
-Siamo noi tre, direi che si è conclusa bene-
-Dove lavori Vitto? -Chiede portando ancora l'attenzione su di me.
-In un bar vicino casa-
-Ti trattano bene? - Mi chiede, invece, Mirko mentre prepara gli ingredienti sul tavolo.
-Si, molto-Vorrei parlargli del mio capo, ma non voglio annoiarli con parole stupide e per nulla interessanti.
-Magari uno di questi giorni passiamo-
In risposta annuisco.
-Vado a vedere una cosa, fatti pure aiutare da Lele-
Mi avvicino al bancone della cucina seguita da Lele.
-Siamo solo io e te-
Tremo pronta a qualsiasi minaccia, ma alle mie orecchie giunge solo un tono gentile.
-Hey, io sono un'ottimo assistente-
Rido per sminuire lo stress.

⭐e/o💭?

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