HOPE'S POV
Avevo promesso e ripromesso a me stessa che non l'avrei più fatto. Che non mi sarei più procurata quelle ferite da sola, quei brutti tagli. Ma io non ci riesco. È il mio unico sfogo. Io vorrei.. Ma ne ho bisogno, soprattutto in momenti come questi. Mi sento così sola, così fuori posto nel mondo. E nessuno è in grado di porgere una mano per aiutarmi a risalire. Quanto mi hanno colpito le parole di Zayn questa mattina. E' stato come se parlasse di se stesso. Come se parlasse di me. Io sono sola. Lui è solo. E prima o poi ci pentiremo di tutte le cazzate che stiamo facendo, lui agli altri ed io a me stessa. Tremo ancora. Questa volta non ho segnato le gambe. Ho puntato più in alto.. Sui polsi. Lei è l'unica amica che ho.. Anche se dubito che un'amica possa ferirti così. Piango e non so perché. Non sento dolore fisico. I polsi sono ormai bagnati in un liquido rosso vivo che non mi fa male. È il cuore a farmi male. Sono sola e lui non è calcolato da nessuno. Soffre la solitudine come me. Spera che un giorno qualcuno possa amarlo ma ne dubita fortemente. Sono stanca, mi gira la testa. Decido di pulire tutto e andare a dormire. Dormire di certo mi farà bene.
***
Prendo il libro di matematica e poso quello di storia. Non mi rendo nemmeno conto di qualcuno che mi prende per i fianchi. Quando lo sento stringere forte lo riconosco. È Zayn lo so. Mi scosta i capelli su una spalla e poi posa le labbra su quella libera. Parte col lasciare una piccola scia di baci mentre io mi irrigidisco. Vorrei togliermi e impedirglielo ma ho paura della sua reazione. Dopo poco lo sento mordere e succhiare forte. Mi fa male e l'unica cosa che posso fare è tenere la bocca chiusa e strizzare gli occhi per soffocare il dolore. Quando finisce mi volta prepotentemente e mi strappa via un bacio violento. Perché è sempre così freddo con me? Quando si stacca sorride soddisfatto, con quella sua stupida aria di superiorità.
- Odio quando stai zitta! Mi piace sentire la tua stridula voce da gallina! - mi dice divertito.
- Io non ho una stridula voce da gallina!! - ribatto scazzata.
- Giusto.. Tu sei una gallina! - ride.
- Stronzo.. - sbiascico sottovoce. Ma lui mi sente.
- Non dovresti dirmi queste brutte parole.. sai che quando ti arrabbi mi fai eccitare di brutto? Gli spogliatoi a quest'ora sarebbero anche liberi.. - sorride. Io alzo gli occhi al cielo scazzata e lui mi prende il viso fra le enormi mani.
- Non alzare gli occhi al cielo! - mi ordina. Poi si avvicina ancora e mi ruba un altro bacio più prepotentemente di prima.
- Stasera non ho nulla da fare. Vengo da te per le nove. Fa sparire quello stupido cane. - mi ordina prima di andarsene. Non riesco a credere a come si comporta. Sbatto prepotentemente l'armadietto per chiuderlo e mi dirigo in corridoio cercando l'aula di matematica. Scorgo Rebecca dirigersi all'interno dell'aula e io vado con lei. Ci sediamo vicine e iniziamo a parlare. Forse dovrei dare a lei Royal. Se resta a casa con me, Zayn gli farà qualcosa.- Becca posso chiederti un favore? - chiedo timida. Odio chiedere favori alle persone.
- Certo! - mi sorride.
- Potresti tenere il mio cane per stanotte? Passo a prenderlo domani mattina. - quasi la supplico. Lei sorride.
- Certo! Ma, se non sono un'impicciona, perché dovrei tenerti il cane? - chiede maliziosa.
- Viene Zayn da me.. - sbotto fredda.
- Cosa??! Scherzi vero?? - sbotta lei.
- Senti non potevo dirgli di no.. Me lo ha praticamente ordinato! - le spiego. Lei sembra pensarci su.
- Ok tranquilla.. Ma ti prego fatti viva e sta attenta.. Non si sa mai che voglia quello. - si raccomanda.
- Te lo prometto! -***
Sono le nove e Zayn, puntuale suona alla porta di casa mia. Becca è venuta a prendere Royal tre ore fa circa. Lui almeno è salvo. Esitante vado ad aprire la porta. È Zayn. Lui sorride. Ha un sorriso bellissimo e il vizio di infilare la punta della lingua fra i denti quando sorride. Entra ed ha qualcosa dietro la schiena. Sarà sicuramente qualcosa di squallido, conoscendolo. Chiudo la porta dietro di lui. Quando torno con lo sguardo su di lui, mi prende i fianchi con un braccio e mi bacia come il suo solito. Dalla mano nascosta dietro la schiena ne viene fuori una rosa. Ma non una rosa schiusa, un bocciolo bianco. Lo guardo curiosa mentre un involontario sorriso mi dipinge il viso.
- Se fossi un ragazzo sdolcinato ti direi che quel bocciolo ti rappresenta. E' bianco, come la purezza, ed è indifeso. Ti direi che vorrei aprirlo ma che se lo aprissi con la forza gli romperei i petali e lui morirebbe, perché ha bisogno solamente di calore per schiudersi e il calore è l'amore del sole. - dice guardandomi negli occhi. Sorrido ancora. Avevo iniziato a pensare che fosse un ragazzo dolce infondo.. E molto profondo.. Prima che rovinasse tutto con quella stupida bocca che non collega al cervello. Scuote la testa.
- Ma io non sono questo. Te l'ho presa perché stava nascendo nel tuo giardino. Odio i fiori. Così l'ho strappata. - sorride. Il mio sorriso si spegne subito. Questo ragazzo è vuoto. Il suo cuore è ricoperto da un freddo velo di odio e disprezzo che fanno quasi paura. Si avvicina e con le calde dita mi tocca il violaceo segno sul collo che mi ha provocato stamattina.
- Bello vero? Così tutti quei coglioni che hanno la stupida idea di volerci provare con te vedono che sei mia! - sorride.
- Io non sono tua.. - lo correggo voltandogli le spalle, per andare a prendere un vasetto e dell'acqua per il fiore. Lui mi ferma prendendomi da un braccio. Lo stringe forte, troppo forte. Mi sta facendo male.
- È qui che ti sbagli.. Tu sei mia! Capito? - dice stringendo ancora di più la presa.
- Zayn mi fai male.. - dico piano mentre istintivamente mi viene da accasciarmi a terra.
- Dimmelo.. - ordina.
- Ok sono tua.. Solo tua! - mi sbrigo a dire. La presa sul braccio si allenta e malamente lui mi rimette in piede. La pelle sotto la sua presa brucia. Si intravede il segno della sua mano in un alone rossastro.
- Brava bimba. - sorride soddisfatto.Mi lascia andare, così mi dirigo in cucina e prendo una piccola brocca di vetro. Ci metto un pochina di acqua e ci infilo dentro il gambo del bocciolo. Dopodiché poso la brocca sul bancone della cucina. Zayn mi osserva. Scruta ogni mio movimento. Si passa spesso, in un casto gesto, la lingua sulle labbra.
- Dov'è sparito quello stupido cane? - chiede divertito.
- Mi hai detto di farlo sparire e io l'ho fatto.. -
- Mi piace quando obbedisci. - sorride, quasi maliziosamente. Si avvicina e mi fa sbattere la schiena addosso al frigo. Odio i suoi modi bruschi. Mi bacia il collo poi risale la mascella e arriva alla bocca. Le sue labbra premono sulle mie, e premono troppo.
- Andiamo di sopra. - ordina. Vorrei ribattere. È casa mia non sua. Da quando io sto ai comodi di un bambino viziato? Mi prende per un polso e strizzo gli occhi lasciandomi scappare un leggero " ahia ". I polsi sono segnati dalle crosticine dei tagli che al men che minimo movimento tirano e pizzicano. Per nasconderle ho riempito i polsi di braccialettini in pelle e perline. Lui non sembra curarsi di me. Mi strascina fino al piano di sopra e una volta trovata la mia stanza mi ci sbatte dentro facendomi cadere come un sacco di patate.
- Dio! Tua madre non ti ha insegnato le buone maniere? - sbotto incazzata in un sussurro. Nessuno mi aveva mai trattato così malamente. Lui sembra sentire. Infatti due minuti dopo mi colpisce in pieno viso con una mano.
- Non parlare di mia madre stronza! - ringhia. Non so perché, riesce a farmi sentire in colpa e così, come una scema, mi scuso.
- Scusa. - dico trattenendo le lacrime. Lui non dice nulla. Sospira e poi mi aiuta ad alzarmi.