Chapterღ 9

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ZAYN'S POV.

Non ero riuscito a dirle che quell'abito le stava benissimo, che sembrava un angelo vestita di bianco. Le avevo detto solo che le stava malissimo e che infondo anche il modello era orribile. Alla fine avevamo deciso di tornare a casa così eccoci qui. Entriamo in casa sua e mentre lei posa la borsa io chiudo la porta. È da quando l'ho vista la prima volta che vorrei metterle le mani addosso ma non so perché cerco sempre di trattenermi. Fa per salire le scale e così io la seguo. Va in camera sua per cercare qualcosa nell'armadio. Forse qualcosa di più comodo da mettersi.

- Devo andare a prendere Royal.. - dice dopo un po'.
- Quello stupido cane? - rido
- Si.. Il mio cane. - sbuffa. È giù di corda e forse è colpa mia. Probabilmente se l'è presa per quello che le ho detto al negozio.
- Non puoi aspettare? - chiedo guardandomi i piedi. Non voglio fra i piedi quello stupido cane ora. Mi avvicino un po' di più a lei. È istintivo. Ogni volta che io faccio dei passi per avvicinarmi, lei ne fa almeno uno indietro. Sento il suo odore pervadere il mio cervello. È così buono e dolce. Le poso una mano sua guancia. Non so nemmeno io perché. Ultimamente lo faccio involontariamente. Non mi rendo nemmeno conto di quei piccoli gesti dolci che le mostro. Ma devo cercare di tornare in me, invece che illudermi di scemenze. La voglio. La voglio adesso, che lei lo voglia o no non mi interessa. Mi avvicino e prepotentemente le rubo un bacio, che mi serve per farla muovere e cadere sul letto. Non interrompo quel bacio. Lei capisce cosa voglio e inizia a dimenarsi per far si che mi sposti da sopra di lei. Ma non riesce a muovermi di un millimetro.

- Io non posso.. Zayn lasciami! - quasi urla.
- Rilassati.. - dico iniziando a baciargli il collo.
- Ti prego non posso.. Non voglio.. - dice iniziando a piangere. Sembra terrorizzata dall'idea del sesso. Mi alzo e la guardo negli occhi.
- Perché?! -
- Ti prego Zayn.. No. - dice iniziando a piangere. Una piccola lacrima le riga il volto. Gliela asciugo col dorso della mano.
- Dimmi il perché. - le ordino.
- Non l'ho mai fatto.. - dice con un filo di voce. Un'altra lacrima scende, rigando la stessa guancia. Asciugo anche quella. Non credevo che per lei fosse la prima volta. Ma io ho così voglia di assaporarla.
- C'è sempre una prima volta no? - provo ad accennare un sorriso.
- No ti prego.. - supplica lei.
- Perché? - chiedo spazientito.
- Perché non è con te che voglio farlo la prima volta.. - dice timorosa, forse ha paura di una mia eventuale reazione negativa.
- Ok.. Va bene. Come preferisci. Una troia in più o una in meno che vuoi che cambi.. - dico facendo spallucce. Lei abbassa lo sguardo, forse ferita da ciò che le ho appena detto. Nessuno mi ha mai detto di no. Ora perché a lei la lascio passare liscia e le permetto di dirmelo? Non so nemmeno perché sto qui a prendermi in giro. Forse l'unica cosa che dovrei fare per sentirmi meglio è andare da Lauren. Lei è l'unica donna al mondo che sa come farmi sentire meglio. Mi alzo da Hope e faccio per uscire.

- Dove vai? - chiede lei con la sua poca voce.
- Me ne vado.. Che cazzo sto qui a fare se no? - le rispondo acido.
- Poi torni vero? - mi chiede quasi in una supplica. Perché vuole che torni? Non dico nulla e me ne vado. Esco da quella casa e mi dirigo al suv per poi andare da Lauren. Lei c'è sempre stata, fin da quando avevo quattordici anni. È lei l'unica donna di cui ho veramente bisogno e che credo di amare. Mi da tutto quello di cui ho bisogno. Non è forse questo che vuol dire amare? Soddisfare le esigenze l'uno dell'altra? Non ci metto molto per andare da lei. Noto che manca la macchina del marito. Direi che è perfetto. Suono al campanello. Lei apre e quando mi vede sorride maliziosa, come sempre. La bacio poi entro.

- Che ci fai qui? - chiede.
- Avevo bisogno di te.. - le rispondo.
- Anche io sai.. Potremmo provare a giocare duro stasera.. Che ne dici? - mi sorride. Non mi lascia il tempo di rispondere. Chiude la porta alle mie spalle, controllando che non ci abbia visto nessuno, e mi trascina al piano di sopra. Ci chiudiamo in camera e, dopo aver chiuso la porta, si fionda su di me iniziando a spogliarmi. Mi butta sul letto e mi bacia ovunque. Quando inizia lei a spogliarsi mi lega i polsi al ferro del letto con la sua maglietta. Con lei è sempre così. Tutto sempre movimentato. Forse perché ha sempre paura che il marito la scopra. A volte mi piacerebbe farlo con più calma. Isolarmi con lei in una nostra bolla privata, ma so che è impossibile. Lei ha troppa paura di essere scoperta e io la capisco. Andiamo avanti così da anni, quindi ci ho fatto l'abitudine. Nell'arco di poco, mentre sono ancora assorto nei miei pensieri, lei è sopra di me, poi io dentro di lei.

***

- Se provassi ad aprirti con lei.. - suggerisce Liam
- Non dire cazzate.. -
- Lei si è aperta con te. Ti ha raccontato una parte del suo passato che sicuramente non ha mai detto a nessuno giusto? - suppone. Non le ho detto del passato di Hope. Non mi sembrava giusto nei suoi confronti. Ho spiegato a Liam che Hope è tormentata da un passato difficile.
- Mi stai chiedendo di fidarmi di lei? - chiedo sbalordito. A parte Liam io non mi fido di nessuno. A mie spese ho imparato che la falsità delle persone non ha limiti.
- Dovresti. - sorride.
- E se ne resto fregato? - chiedo amaramente.
- È un rischio che devi correre se tieni ad Hope, no? - sorride ancora. Odio quando ha ragione. Ma ho paura di dirle la mia storia. Di spiegarle tutto: Da il perché odio gli animali a il perché sia solo. Il suo rifiuto mi ha fatto rimanere un po' male. Se lei non l'ha mai fatto voglio essere io il primo. Voglio che quella ragazza sia mia e di nessun altro. Mi alzo dal letto di Liam e mi dirigo alla porta.
- Dove vai? - mi sorride.
- A confessarmi.. - sputo acido. Lui scoppia a ridere e io me ne vado. Esco da casa sua e salgo sul suv, dirigendomi da Hope.

***

Suono al campanello. È piuttosto tardi. Ho passato l'intero pomeriggio da Lauren e non mi sono reso conto del tempo che passava. Hope apre subito. Sorride leggermente nel rivedermi.
- Ti disturbo se sono qui ora..? - chiedo con lo sguardo basso. Non so nemmeno io il perché di quella domanda.
- No.. Stavo andando a dormire.. - dice accennando un sorriso. Entro e lei chiude la porta. Noto che c'è quel suo stupido cane fra i piedi. Tengo le mani nelle tasche della felpa mentre lui mi salta sulle gambe facendomi le feste. Hope lo allontana. So che si è arresa. Non mi fa domande sul mio passato, sa che non risponderei. Allontana il cane, poi accenna un altro piccolo sorriso e fa per andarsene. La blocco da un braccio. Lei si volta e mi guada interrogativamente.

- Non odio tutti gli animali. Odio solo i cani.. - le dico. Ad un tratto lei sembra essere interessata a ciò che voglio dirgli. Per la prima volta in una settimana è lei ad avvicinarsi a me e non il contrario.
- Perché? - osa chiedere con un filo di voce.
- Quando ero piccolo uno mi ha morso. Da allora ne ho il terrore. Li odio. Non sapevo che questo cane fosse tuo. Se lo avessi saputo non avrei provato ad ucciderlo. - dico sincero. Lei si accuccia e prende quel cane in braccio. È piccolo. Arretro di un passo.
- Ho paura a dormire da sola con la luce spenta. Paura che possa entrare qualcuno e che possa farmi del male. Ma quando ieri hai dormito con me.. Non lo so. Mi sono sentita tranquilla e al sicuro nonostante il buio. - sorride. Non mi aspettavo che si aprisse anche lei.
- Cosa centra questo con me? -
- Tu mi hai aiutato a vincere un po' della mia più grande paura. Io voglio aiutare te a vincere un po' della tua. - dice avvicinandosi con quel cane.
- Prendilo in braccio.. - sorride poi. Non so se posso. E se mi morde? Lei mi incoraggia e, come uno stupido, non so dire di no a quel sorriso. Prendo in braccio quello stupido cane che, non so come, si gira e inizia a leccarmi una guancia. Scoppio a ridere. Per lei sarà raro vedermi ridere. Sorride divertita. Dopo un po' lo metto giù risistemandomi il ciuffo. Vedo Hope sbadigliare. È stanca. Le prendo la mano e la accompagno in camera sua. Ci spogliamo, lei resta con quella sua maglietta lunga e io mi metto in boxer. Poco dopo siamo sotto le coperte, a guardare il soffitto, abbracciati.

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