6. Sotto i riflettori

14 3 2
                                    


1 gennaio 2017

Stiamo insieme da un anno ma io ancora ho paura di te. Stranamente mi sento più disinvolta del solito ma Tu riesci a spazzare via la mia tranquillità con una frase.

Mi guardi, stampi nervosamente le Tue labbra sulle mie e, di fronte a tutti, gridi "Sere, io stasera non ce la faccio a trombarti, te lo dico". Alludi al fatto di aver bevuto troppo, suppongo. Qualcuno ride, altri sono perplessi e io vorrei scomparire. In silenzio raccolgo i pezzi senza dire niente, improvvisando un sorriso forzato.

Eppure è una stronzata, ma mi sento fragile, mi sento presa in giro, piccola, mi sento cadere, precipitare nel vuoto.

Mi prendi per mano con dolcezza, lasci che io mi fidi di Te e non appena mi avvicino mi spingi al centro di una stanza, sento il calore dei riflettori addosso, la pelle che brucia, ardendo in un imbarazzante rossore.

Tu, con un microfono in mano, davanti a una platea composta dai tuoi amici. Io, con la testa china, un sorriso finto e le guance in fiamme.

"Lo sapete che la Sere fa la cacca di mattina?" Continui, pensando di essere divertente. Ridono in pochi e il rumore della tua risata sovrasta qualsiasi suono rimbombandomi nelle orecchie, fastidiosa come una gomma tra i capelli.

Quando torniamo a casa, quella sera, se non altro, presti fede alla tua parola, non mi sfiori neanche con un dito.

Mi sforzo di apparire naturale mentre dentro di me urlo come una pazza - forse lo sono - ma so che non posso dire una parola. Non devo.

Ti do la buonanotte, tu a malapena rispondi.

Dentro di me, il mare in tempesta.

Non dire niente, non te lo perdonerà. Ti guarderà con una faccia confusa, ti dirà che le cose non possono funzionare, che siete diversi. Sai che una sola litigata ha il potere di separarvi per sempre. Lui non accetta la tua opinione. TACI. TACI. NON APRIRE QUELLA BOCCA.

Così mi giro verso il muro, cercando di non occupare troppo spazio nel tuo letto a una piazza e mezzo e mi addormento piangendo. Non te ne accorgi.

Come? Mi chiedete perché fossi tanto innamorata allora? Io ero innamorata dell'altra parte di Lui, del Suo sorriso da bambino, delle Sue lacrime di gioia, delle Sue braccia spalancate, della Sua sensibilità.

Come puoi essere due persone?

Forse è proprio questo che mi ha tenuto attaccata come un'ape al miele. Il fatto che Tu fossi il buono e il cattivo.

Toglimi le mani dal cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora