2 - La porta dell'inferno

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Il risveglio di Skeleton e Nadja non fu dei più rosei. Al loro risveglio i ragazzi si trovarono in un deserto circondato da roccia e piante secche come morte. Uno sguardo, come minaccioso era fisso sui due ragazzi. Skeleton rispetto a Nadja fu il primo a svegliarsi ma non per questo aveva intenzione di restare a guardare. 
Il paesaggio inospitale ricordava a Skeleton uno dei tanti viaggi fatti col padre. L'uomo infatti aveva più volte spiegato ai figli che i grandi eroi della storia non sono tali se non sanno come sopravvivere nella natura senza tecnologia e se senza poteri. Skeleton infatti aveva subito controllato se fosse in grado di usare i propri poteri che, da parte di padre, la sua famiglia possedeva. Sfortunatamente se essi avessero funzionato non avremmo una storia da raccontare, ma lo sguardo intanto continuava a seguire con lo sguardo i due nuovi arrivati dell'inferno.

Intanto tra i vivi fervevano i preoccuparativi per riportare tra i viventi i due ragazzi. Era inutile dire che la madre di Skeleton era piuttosto furibonda mentre suo marito, il sindaco sembrava più ottimista. I genitori di Nadja, invece dal canto loro, sembravano più a loro agio nel dar retta al sindaco. Wiked invece nascondeva la sua strana colorazione vedognola agli occhi di tutti.

Per i vivi erano passate poco più di due ore, ma all'inferno il tempo sembra essere come più lungo e dolorosi. Ogni minuto che passava li Skeleton pregava che Nadja si svegliasse o peggio, che svegliatasi, lo abbandonasse senza una ragione. Nadja si svegliò dopo quello che a Skeleton sembrava una vita. La ragazza, assopita ancora dalla caduta e dal sonno, sembrava come rintronata.
Skeleton la guardò.
Nadja si guardava intorno e tacque.
- Tutti i giorni la vita è un mare di lacrime. Ma gli amici, quelli veri, si vedono sempre nella prova e per me tu sei il migliore di tutti. - disse Nadja.
Skeleton non capiva. - Un altro al posto tuo mi avrebbe lasciato lì a marcire ma tu non lo hai fatto. -  proseguì la ragazza abbracciandolo.
Skeleton la ricambiò. Era palese che ora come ora i due dovevano darsi forza insieme. Poi un urlo.
- Mi butto a capo fitto! - fece la voce rivelando uomo muscoloso, affascinante e ben piazzato che guardava i due con sospetto.
- Chi siete? - diceva fintando l'aria. - Non siete demoni. E non siete morti. - diceva la creatura come se non fosse ovvio. I due ragazzi si voltarono. Ecco una testa di cinghiale si ergeva sopra il collo della creatura.
- Ma chi sei tu? Ci vuoi ammazzare? Siamo morti? Siamo vivi? Dove siamo finiti? - iniziò Skeleton provando a dare di matto in modo molto comico. Il ragazzo infatti voleva mantenere calma e sangue freddo ma qualcosa in lui lo disturbava. L'essere dalla testa suina spaventava il figlio del sindaco, che tuttavia, era al tempo stesso affascinato e piacevolmente sorpreso.
Il tizio suino li guardava. Sembrava non aver mai visto uomini. Poi una folata di vento scaraventò via il tizio suino. Alle spalle dei ragazzi ma anche della creatura e la spinse lontano.
-PigSlayer, basta importunare i nostri ospiti.- disse la ragazze. Era avvolta da una luce bianca e sembrava come intenzionata non lasciar avvicinare la creatura. Skeleton tentò di aiutare la creatura e Nadja invece si frappose tra i due.
- Toglietevi di mezzo mortali, non ha assolto ai suoi doveri.- disse la ragazza. Nadja si mise a correre contro  la ragazza ma ci guadagnò un ruzzolone che la tramortì per qualche minuto. Skeleton invece sembrò più intenzionato a difendere il loro nuovo amico. La ragazza alla vista del giovane rimase come spaventata. La ragazza non poté fare a meno di genuflettersi. Sembrava come avete visto il proprio dio scendere in quella landa squallida.
- Perdonate, mio signore se io, Viginia, vostra serva e figlia del poeta a cui il Santo, ha dato compito di scortare il divin poeta non vi ha riconosciuto.- disse come spaventata. Temeva forse delle ripercussioni?
Skeleton la guardò. -Alzati Virginia. Il dio che tu credi io sia aspetta il nostro ritorno.- disse indicando anche Nadja. Virginia guardò la ragazza rintronata.
- Cosa volete che faccia? - chiede dunque Virginia.
Skeleton la fece alzare, scambiò una rapida occhiata con PigSlayer e sorrise.
- Suppongo tu sia un fantasma o sbaglio? - chiese il ragazzo.
Virginia annuì. - Portaci tra i vivi! - disse Skeleton di rimando.
Virginia era titubante.
- Il ragazzino ha ragione. Possiamo portarli entrambi. Perché un anima parta una debba restare e noi non siamo morti per le leggi di questa merda - disse il ragazzo suono. Virginia era ancora titubante.
Intanto Nadja abbastanza confusa iniziò ad avvisare subito il caldo.
- Da quanto siete all'inferno? - chiese di nuovo Virginia.
- Siamo arrivati circa sei ore fa. - disse il ragazzo.
Virginia si fece cupa. - Vi porterò tra i vivi ma tu mi farai conoscere tuo padre. Andata? - disse la ragazza prendendo dell'acqua e tirandola contro Nadja come a volerla svegliare.
Skeleton accettò. Non capiva perché tutti, anche all'inferno, vedessero suo padre come dio.

L'altra commedia. L'inferno che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora