3 - Sul bell'Acheronte Blu

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In principio l'invito di Caronte a mangiare nella sua piccola abitazione non sembrava mettere tutti d'accordo ma quanto meno era un buon pasto caldo in quell'inferno di un oltretomba. Il classico ma dell'inferno, per quanto ostile sembra non trovare nessun ingresso nella capanna del traghettatore che serviva Skelton in modo a dir poco riverente. Secondo le osservazioni di Virginia, che per lo più si facevano paranoiche a ogni secondo che passava, Caronte sembrava riconoscere una maestà che lei non aveva notato nel ragazzo e che la stessa Nadja sembra non confutare.
Il dubbio lacerava l'anima di Virginia, lei un fantasma, uno spirito che non aveva mai provato nulla che potesse dirsi tangibile perché morta sin da che ne aveva memoria, ora si chiedeva che voleva significare essere vivi.
Caronte noto e non diede peso al peso nell'anima di Virginia.

Passò circa un'ora e il tempo per i quattro di giungere al limbo per incontrare il messaggero di Ade si fece sempre più prossimo.
Caronte, benché non ricevesse mai molti ospiti, si dimostrò molto accogliente verso i suoi giovani ospiti quasi egli non fosse un demone ma un essere comune.
Servì the e biscotti ai suoi ospiti mortali, del tacchino degli inferi a PigSlayer e, sebbene riluttante all'idea di accettare qualcosa da Caronte, anche Virginia accettò di bere qualcosa per non mancare di rispetto al proprio ospite.
- Dunque siete in viaggio per conto di Ade? - chiese Caronte che non sembrava minimamente turbato.
I ragazzi annuirono mentre Caronte prendeva una libro. Un vecchio tomo nero e polveroso.
- Sapete ragazzi nell'oltretomba girano tante cose su una vecchia profezia. Secondo essa una delle apocalissi antiche, il Ragnarok, o vendetta di Hela o vendetta di Loki, sarebbe iniziato con due vivi che avrebbero incontrato il sommo Ade nella terra dei dannati.- disse il traghettatore mostrando fuori il tomo.
Virginia guardo male l'essere. - Caronte il grande traghettatore dagli occhi di brace, tu credi a tali scemenze? Cosa ci sarebbe in queste profezie sul Ragnarok, che non dicano altri culti? - chiese il fantasma. Virginia non era stupida. Capiva che c'era altro.
Una cosa che tuttavia non riusciva a togliersi della testa di Virginia è come facesse Nadja a non essere l'ancella del principe, sebbene sembrasse il contrario. Skeketon sembrava ben comprendere il suo ruolo e ben comprendere il proprio potere.
- Se dovete incontrare il messaggero di Ade al limbo sarà meglio sbrigarsi. Re Minosse, ex giudice degli inferi, ma giudice dell'inferno, sarà poco ben disposto a farvi passare specie se sapesse che dovete incontrare un messaggero di Ade. Dove sapere che anni fa un figlio di Ade prese il suo potere di re dei fantasmi e ciò valse al figlio di Zeus il posto di giudice. - raccontò Caronte. - Se conosco bene Minosse mi farà punire solo per hobby. - detto ciò il traghettatore mostrò il proprio corpo pieno di piaghe dovuti a percosse, tagli e vari feriti.
- Aver perso il suo dominio sugli inferi lo ha reso più perfido con le anime dell'inferno. Lo stesso inferno che quando Ade cadde lo prese come foglio prediletto. - si limitò a dire Caronte coprendo le ferite.
Virginia si schiarì la voce e guardò il gruppo. - Minosse non è uno con cui è piacevole avere a che fare per questo a sua insaputa nel limbo facciamo passare con l'aiuto di Caronte le anime che egli non giudica. - si limitò a dire il fantasma. Vedendo gli occhi su di se, Virginia si fece un po' più colorita. Non voleva si capisse, ma era abbastanza ovvio che il fantasma fosse arrossita.

Dopo quel lungo discorso Virginia e Caronte uscirono e fecero riposare i ragazzi che ignari del lungo viaggio che li attendeva decisero di riposare. Era infatti loro opinione che riposando adeguatamente avrebbero potuto affrontare tutto.
All'esterno della capanna Virginia e Caronte continuarono a parlare a lungo. Era timore di Virginia che l'indomani sarebbe stato più avverso ai due vivi e che lei e PigSlayer avrebbero dovuto essere prudenti.
Caronte invece era preoccupato per ben altri affari.
- Temi ci sia lo zampino di Hela? - chiese Virginia. A quel nome Caronte rabbrividì.
- Non credo, non ha tanto potere da portare due vivi qui dalla Terra. Inoltre sembra che lei sia ancora dormiente da secoli. - replicò Caronte volendo quasi darsi forza e conforto. Ma tra i peccatori, il conforto non è cosa da poco, ne tanto meno semplice.
- Vorrei dirti che sia solo un brutto sogno ma la profezia parlava molto chiario. Pitone e altri veggenti, dal loro cerchio, urlano giorno e notte che il tempo è vicino. La veggente e un principe degli inferi varcheranno da vivi le soglie della morte, quando un dio di essa si sveglierà e Ragnarok vicino sarà. Non capisci? Il figlio degli inferi è il ragazzo, deve essere un figlio del dio Ade. La ragazza chiaramente ha delle visioni... Caronte, tempo che la battaglia finale sia vicina. - disse la ragazza al vecchio.
Caronte si accarezzò la barba. Era un essere apparentemente umano tutto pelle e ossa, quasi fosse digiuno da secoli, la barba annerita dai fumi, era tenuta lunga ma senza esaggerazione. Gli occhi, due tizzoni ardenti, sembrano quelli di u essere umano, in grado di trasmettere calore e conforto all'anima dannata e una sana dose di compassione. Era come se tutto di lui, inclusa la tunica nera con una toga blu notte ed i bordi in argento, cercasse di infodere ai dannati la falsa speranza di non restare lì in eterno.
- Portali in una cappella di Santa Rita o di San Giuda. Li forse i santi, riusciranno a sentire i ragazzi che cercano di scappare di qui. Se non possono intercedere loro con l'unico che può salvarli illesi, chi potrebbe mai salvarli illesi. Perché un anima torni in superficie una deve sedere a bilanciare la bilancia cosmica. Una vita per una vita. - ragionò Caronte
Virginia si rabbuiò in volto. Sapeva che l'antico demone aveva ragione. Non voleva ammetterlo ma era così.

L'altra commedia. L'inferno che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora