9 - Il deserto del peccato

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Passati il lago i ragazzi misero piede a terra ma la prima cosa che saltò loro all'attenzione era il fatto che non vie altro che sabbia e buone intenzioni. Era chiaro che in quel luogo le buone intenzioni non portassero da nessuna parte.
- Non ci si vede molto. - disse Skeleton molto confuso, infatti nel luogo sostava una nebbia color sangue che sembrava infastidire il PigSlayer.
- Questa sabbia sino a due giorni fa non c'era. - disse Virginia. - È come se l'inferno stesso volesse adeguarsi a voi o volesse che voi vi adeguate a lui. - soggiunse poi cercando di dare una propria lettura dei fatti.
- Violenti, non fanno frutti. - disse il PigSlayer. Virginia non poté fare altro che annuire. I violenti, così come i rancorosi, erano decisamente imprevedibile. Erano piante marce, rovi dai quali si pensava di poter cogliere uva.
Piante morte e chiuse su se stesse rotolavano per tale deserto.
- Ma certo. I violenti erano un giardino di rose di Gerico. Queste anime gareggiano tra loro con ferocia per cercare di prendere una goccia di acqua, ma quell'acqua non la avranno mai. È chiaro!- disse Virginia senza vedere che i suoi compagni di viaggio erano confusi.
- Cosa è chiaro? - chiese Skeleton.
- Le anime violente cercano ogni modo per sopravvivere, ignare di essere morte, mentre la loro forma attuale le porta a bramare la vita... - cercò di spiegare Virginia prima di essere interrotta.
-... hai detto bene ragazzina.- un uomo in una sfolgorante armatura nera, dai tratti violacei sembrava provare piacere nella propria presenza li. Egli a discapito degli altri non era una pianta.
- Spirto morto, come osi ribellarti alla punizione divina? Con quale titolo osi ingannare questo posto? - tuonò Virginia. Ella provava forti sentimenti per le anime dannate che come quella, osavano ribellarsi.
- Oso in virtù del servizio che svolgo per Atena, ed alla quale, oltre la devozione non devo nulla. - replicò l'anima facendo crescere l'ira di Virginia. A giudicare dall'aspetto doveva essere morto da tempo. Il metallo nell'armatura era nero con forti note violacee e delle lavorazioni in zaffiro rendevano il pettorale del guerriero enfatizzato. Una chioma corvina di striature blu sventolando sotto il vento.
- Anche tu sei un'anima violenta. Perché ti ribelli alla punizione. Temi forse lo sdegno di Atena o magari non le rechi il giusto culto? - chiese Nadja.
- Atena... - lo spirito sputò in terra. - ...non credete che io serva ancora quella dea dopo che ha lasciato che io giacessi agli inferi. Può anche crepare...- disse con odio lo spirito. Poi lo spirito guardò i ragazzi.
- La nuova padrona dell'inferno è una vera dea. Bella come un astro e letale come uno scorpione. La vera regina dei morti sta per palesarsi ed al suo cospetto, noi anime dannate, bruciamo a basta.- a quelle parole dello spirito, il vento soffiò più gelido.
Un vento impetuoso soffiò contro l'anima che sembrò poi mutare in albero, dell'uomo o dello spirito umano che avevano visto era rimasto solo il volto. Il volto e per ognuno un segno, un segno zodiacale che sembrava raffigurare per ciascuno il leone.
- I violenti, ora, sono alberi che non portano frutto. Essi alimentarono il fuoco della loro rabbia col tempo, e ora all'inferno, sempre per essa arderanno. Bruciano di notte, seccano di giorno... - disse Nadja iniziando a capire il mutamento.
I ragazzi proseguirono il cammino il vento spingeva cumuli di sabbia e polvere contro i ragazzi, che sebbene respirassero tutto quel male, non sembravano minimamente disturbati dalla sabbia, anzi, sembrava quasi far loro ricordare il caldo sole estivo e quei momenti di libertà che degli adolescenti normali vivrebbero in una giornata estiva in spiaggia.
Virginia dal canto suo non poté che confermare le parole di Nadja una volta giunti più avanti.
Giunti poi nel centro del deserto un grande cespuglio secco, quasi morto, sembrò scorgersi innanzi a loro.

In superficie intanto era iniziato il nuovo giorno e l'arrivo dei ragazzi tra i violenti, aveva messo non poca preoccupazione nei loro genitori. Tuttavia quando il cespuglio apparve come segno di speranza del loro arrivo, li i vivi, ebbero, seppur per un insignificante istante, un respiro di sollievo.

Il cespuglio, sembrava avvolgere un uomo al suo interno, un uomo antico, profondo, tanto bello quanto dannato, tanto importante quanto umiliato. L'uomo, cuore del cespuglio, dalla vita in giù era mutato in pianta, dal busto in su era rimasto umano ed urlava.
- Perché per singolare io non sono dannato come l'altri qui riuniti. - urlava contro il cielo con violenza. Ed ogni volta che urlava con violenza contro il cielo una tempesta di sabbia sferzava violenta gli alberi. Alcune anime umane ancora riconoscibili sotto i colpi di del vento.
L'uomo imprecava e urlava contro gli dei pagani perché lo avevano allontanato dalla totale dannazione.
- Chi è? - chiese Skeleton. Skeleton non capiva chi fosse, tuttavia era interessato a capire, capire come un uomo tanto bello potesse essere tanto violento. Egli era confuso su come un uomo tanto peccatore potesse ricevere tanta grazia.
Virginia guardò l'uomo.
Il PigSlayer guardò l'uomo.
Anche Nadja guardò l'uomo.
Tutti e quattro lo guardarono. Fu Skeleton però a rompere il silenzio.
- Chi sei uomo? - chiese urlando come se parlasse ad un compagno di scuola che abitava qualche piano più su di lui. L'uomo tuttavia sentendo la voce di Skeleton si voltò a guardalo dal cespuglio. Iniziando a citare Omero, solo che formulando i versi come se fosse una preghiera che non lo riguardasse.
- Cantagli o diva del Pelide Achille l'ira funesta che infiniti adusse lutti all'achei.- rispose l'uomo.
Virginia con un pugno batte sul palmo della mano e portò all'aria l'indice con uno schiocco di dita.
- Achille... ecco chi è! - disse richiamando le attenzioni di coloro che tra i morti eran vivi.
- Quell'Achille? - chiese Nadja, e Virginia annuì.
Non era insolito, difatti, che anime della mitologia esistessero in un luogo simile, che fossero invece di medesime lodi si.
Se infatti la vista di Achille tra i violenti fu una sorpresa, ciò che accadde poi non fu da meno.

L'altra commedia. L'inferno che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora