14 - La pestilenza simoniaca

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Intanto all'inferno il percorso dei ragazzi sembrava spedito e ben presto si ritrovarono in una landa desolata in cui a sbucare dal terreno erano i soli piedi dei poveri dannati. Virginia, che in quelle lande tristi e peccatrici più di una volta si era fermata a meditare, doveva tuttavia ammettere che li molte anime trovavano in quel posto il loro compimento.
Lasciato trasalire qualcosa, la ragazza si mise a spiegare che quello che vedevano era il deserto dei simoniaci e subito spiegò meglio che lì non erano dannati solo i medievali e antichi che credevano di poter comprare cariche ecclesiastiche e chi a loro lo aveva permesso, ma anche coloro che decantavano di aver preso i voti ma in realtà non hanno mai fatto nulla per onorare l'abito.
- Sia ben chiaro, a coloro a cui questa scelta è stata imposta non si trovano qui. Qui quelle anime spesso violate della libertà di scelta, sono libere. Ma guai a coloro la cui scelta è stata allontanare la propria progenie in conventi e monasteri, più avanti a loro una pena più dura li attende. Non auguro a nessuno tale supplizio. - disse Virginia proseguendo il cammino.
L'anima mai nata non voleva indugiare troppo, ma indicò tuttavia alcuni nomi famosi tra cui donne e uomini.
- Dicci Virginia, perché non vuoi sostare qui? - chiese Skeleton notando la fretta con cui accelerava il passo.
- Non vorrei che fossimo colpiti dal fuoco. - rispose la ragazza per poi indicare due nuvole tempestose che ruotavano attorno a loro.
Poi Virginia riprese. - Dovete sapere che ogni tre ore quelle nuvole piovono fuoco e zolfo sui dannati. Alla mezzanotte perché ricordino il buio portato in terra. Alle tre del mattino perché il loro peccato è ora noto. All'alba perché piangono vendendo il Dio dell'universo risorgere. Alle tre del pomeriggio perché siano coscienti della profondità della ferita che il Redentore porta sul corpo per colpa loro. Alle sei del pomeriggio perché come il sole tramonta anche il loro sollievo deve terminare. Alle nove del mattino e della sera invece piove solo zolfo e non ne conosco il motivo. - spiegò Virginia. Poi la ragazza guardò il cielo. - Come in vita questi calpestarono lo Spirito Santo che in loro dimora, ora esso li arde e divora. Quel fuoco, è simbolo di ciò. Tra Dio e l'inferno è stato posto in confine nel momento esatto in cui il limbo si è svuotato e le anime pie destinate al paradiso sono volate nei cieli. - disse Virginia. Era chiaramente la guida migliore del gruppo dato che PigSlayer non spiccicava una frase in modo corretto. Sino a ora si era dimostrato solo un bambino con problemi di linguaggio ed un forte senso di belligeranza.

I ragazzi trovarono una grotta e vi rimasero per tutto il tempo necessario che il fenomeno della pioggia di fuoco smettesse, ma questa sembrava essere troppo forte.
Le ragazze si addormentarono e PigSlayer con loro. Chiaramente Skeleton fissava il cielo cercando di capire se e quando svegliare i compagni di viaggio. Avrebbe anche potuto usare PigSlayer come telo per il fuoco. D'altronde dormiva di sasso, non se ne sarebbe reso conto. Eppure c'era qualcosa in quel luogo che disturbava la sua persona. Qualcosa che in qualche modo lo rendeva poco tranquillo.
Cosa che rese accor più ferrea questa sua immaginazione, fu un lampo che fece vedere, seppur per qualche flebile secondo, una figura umana e non solo i suoi piedi.

Skeleton fissò piedi per ore all'interno della grotta. Sei suoi amici, i suoi stessi piedi e perfino quelli, alle volte troppo curati, dei dannati. Era mai possibile che dei dannati per il peccato di aver calpestato lo spirito di Dio, avessero dei piedi tanto curati quanto  arsi del fuoco e dalla cenere? Era possibile mai che, come ipotizzato precendente da Nadja, il Cielo volesse in qualche modo, alleggerire i peccatori con un minimo sollievo? Erano proprio costretti a stare a testa i giù? Sapevano cosa accadeva? Prima del lampo Skeleton si era fatto un moltitudine di domande tra cui una, quella più pericolosa, chi era il figlio di Ade che avrebbe ucciso? Quale uomo ne uccide un altro senza motivo? Skeleton non potette fare a meno di pensare al fratellastro Nico. Egli lo considerava molto sebbene era molto più grande di lui e nato da un precedente rapporto del padre con un'altra donna. Il lampo destò il ragazzo dai suoi pensieri. Era forse la misteriosa figura a dover essere affittata da lui? Altre domande presero il posto delle prime e così le prime domande divennero solo una cornice in cui nuove domande andavano a comporre, come un puzzle, la figura misteriosa.
Un tuono squarciò il silenzio. Più nulla. Un altro rumore si presentò, una tromba ed un cavallo al galoppo si fece vedere. Era il cavallo destinato al Cavaliere dell'Apocalisse della Pestilenza, un cavallo castano, color cioccolato che non avresti definito cavallo sino a che indossava la maschera da untore. Skeleton svegliò prontamente le ragazze e PigSlayer e li aggiornò su quanto accaduto.
- In questo luogo lampi e tuoni non dovrebbero esistere - si limitò a commentare Virginia, mentre un tuono rimbombò così forte e vicino che il terreno della grotta tremò e di nuovo una tromba suono. Virginia era confusa ma sapeva che era un segno, un allarme. Qualcosa di potente voleva farsi vivo tra i simoniaci e false vocazioni.
La tromba suonò di nuovo e stavolta con una melodia diversa. Era chiaro come il sole, come se illuminato a giorno che quella creatura non era avversario per loro, ne che era loro amico. Chiunque egli fosse, però, portava grandi guai. Egli non sembrava inoltre legare con il cavallo in alcun modo, quasi come se l'equino mascherato fosse per lui un peso.

L'altra commedia. L'inferno che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora