1 - Visione

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Era una piacevole serata estiva in America, in una cittadina persa nel nulla del Maine. La comunità locale apriva proprio il giorno seguente le scuole a grandi e piccini, a studenti e docenti. Nessuno aveva saputo che cosa pensava il sindaco della città quando aveva messo su la cittadina in una campagna vuota e desolata.
La sera portava con sé la calura e tante ansie. Come sarebbe stata la nuova scuola? Cosa sarebbe successo il giorno dopo?
Queste domande vorticavano nella testa di Nadja, una ragazza molto semplice, la classica tipa acqua e sapone, mentre fissava il cielo. Sua madre le diceva spesso che guardare il cielo aiutava a distogliere lo sguardo da pensieri e preoccupazioni e concentrarsi sul presente. Come al solito sua madre aveva ragione. Lei aveva sempre ragione, come ogni madre del resto. Nadja si guardava allo specchio.
Sua madre le aveva spiegato bene che il potere che aveva di vedere ciò che sarebbe stato della vita dopo morte delle persone era un dono dello zio e sindaco della città, un dono che Nadja aveva sviluppato e poi coltivato sin da che era bambina, e di questo dono tutti ne erano consapevoli tanto quanto del fatto che la ragazza non poteva rivelare ad alcuno ciò che vedeva per non turbarlo.

Nadja si fissò nello specchio. I capelli neri con le punte magenta erano raccolti in una deliziosa cipolla di capelli tenuti su elastico.
Nadja portò lo sguardo sulla propria vestaglia. Un indumento rosa shock che la copriva e stava bene con le infradito che stava calzando, un modello dello stesso rosa della vestaglia. Per alcuni secondi la ragazza si strinse nel capo in raso godendosi le proprie unghie smaltate di un blu tanzanite, adorava quel colore, gli ricordava il suo migliore amico che per lei era come un cugino. Erano cresciuti insieme e poi per un periodo sua madre e il padre di lui avevano viaggiato insieme, ed anche per questo, per Nadja, il ragazzo ed i suoi cari erano per lei zii e cugini.
Voleva molto bene alla famiglia di lui sebbene non conoscesse tutta la storia.
Nadja si guardò un ultima volta allo specchio dopo aver chiuso gli occhi ignara di star per ricevere una delle sue premonizioni. Riaprì gli occhi e si vide con la vestaglia a brandelli, catene a polsi e caviglie, era come carcerata. La cosa spaventò molto la ragazza che si lasciò scappare un urlo che destò le attenzioni dei suoi genitori. Sua sorella, sonno di pietra quale era non si accorse di nulla sebbene condividessero la stanza.
Quando i suoi genitori entrarono nella stanza, capirono velocemente. Suo padre, il bibliotecario capì che era meglio per sé rimanere ad ascoltare quello che sua moglie e sua figlia si sarebbero dette.

La madre di Nadja stava lavando i piatti della cena raccontando al marito di come essere la segretaria del sindaco gli pesasse e lui, mentre asciugava i piatti, annuiva facendosi sentire, in modo amorevole, vicino a quelle problematiche. Poi un urlo. Era l'urlo di Nadja. Nadja ai loro occhi era sempre stata molto coraggiosa, sopportando il peso di visioni che una normale teenager non avrebbe mai portato su di sé.
Quando i due sentirono l'urlo si portarono nella camera delle figlie, i due ci restarono molto male. Erano sconcertati e preoccupati perché Nadja, che di solito commentava a cena le sue visioni, ora le stava vivendo in modo tanto tangibile da farla urlare. I due genitori erano spaventati.
Nadja si sedette sul letto come fosse sotto shock, tremava e si era messa a piangere. Così la madre chiese a Nadja di raccontarle tutto. Ovviamente la ragazza non si sentì di tirarsi indietro, ma spiegò bene a sua madre che, ascoltata la figlia, si mise ad abbracciarla.
Nadja non capiva molto come funzionassero gli abbracci ma sapeva solo che quando sua madre la stringeva a sé non esisteva null'altro che loro due. Nadja guardò la madre sorridente e poi il padre, visibilmente turbato dalla cosa.
Nadja guardò nuovamente la madre, lei le sorrise e Nadja si tranquillizzò. -Domani ne parlo con lo zio.- si limitò a dire la madre mandando Nadja a dormire.

Quella sera marito e moglie tornarono ancora sull'argomento.
-Tesoro sicura che il tuo patrigno possa farla sentire meglio?- chiese il padre di Nadja alla moglie. La donna scosse la testa come titubante. Sebbene agli occhi umani avesse l'aspetto di una comune ventenne, la madre di Nadja era più adulta del previsto, come d'altronde suo marito. L’apparente gioventù era una dote di famiglia, una dote che, a dire di Nadja non era poi così male nell’andare avanti negli anni.
L’uomo guardò sua moglie abbastanza confuso. -Credi che la visione di Nadja sia un evento trascurabile questa volta o solo lei che esagera. D'altronde verso halloween le sue visioni sono sempre confuse o eccessive. Non mi sorprende se il tuo patrigno non riuscisse a fare nulla.- si limitò a dire l’uomo.
- Pensiamo a domani. Meglio che le ragazze vadano a scuola, le terrà distratte dai questi infelici pensieri.- si limitò a commentare la donna. -Se uno dei miei padri ha una soluzione, ben venga attendere domattina no?- disse la donna scrivendo un messaggio sul telefono.
- Vuoi che vada al pub?- chiese l’uomo. La donna ci rifletté subito su qualche minuto. Solo se mi prometti che non perderai tempo con quel ragazzo che ti sostituisce ogni volta. Lo sai cosa penso di lui.- replicò la donna.

L'altra commedia. L'inferno che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora