Torno a casa tranquilla ma esausta, felice ma disperata, dal mio penultimo esame dell'università.
Sono molto stanca, ma appena mi siedo sul comodo divano, sento forti rumori al di fuori del mio appartamento, soliti traslochi dei vicini sicuramente, ma la curiosità mi uccide.
Mi alzo, e prendo le chiavi della mia auto come se stessi per uscire di casa, mentre in realtà dovrebbe essere una scusa per spiare il mio vicino.
Non prendetemi per pazza, ma di solito sapete cosa significa essere curiosi.
Esco, ma appena apro la porta sbatto la faccia contro la schiena di un ragazzo, alto, moro, e chissà caso mai si pose proprio sulla mia porta.Mi sfregai la fronte con la mia mano, con lo sguardo sul pavimento, finché non sentì una mano posarsi sulla mia di cui accarezzava ancora il mio capo.
-Ti sei fatta male?- chiese come se fossi una bambina poco più di sei anni.
-sto bene- alzai il mio sguardo dove incontrai occhi grigi mischiati con un colore azzurro intenso. Rimasi lì, soffermata come se vedessi il mio riflesso nei suoi occhi, scattò qualcosa dentro il mio petto, qualcosa di forte, ma non so di quale sensazione si potesse collegare.
-Scusami, se ti ho disturbata, sto facendo traslochi per alcuni giorni- cercò di giustificarsi se stesso, indicandomi, con la sua mano, il suo appartamento affianco al mio.
Cosa importa a me del suo trasloco?
Ah giusto, la mia curiosità mi ha ingannata.
Non saprei cosa fare, per poco mi veniva da urlare.
"...da urlare" non urlare dalla paura, dal terrore, ma "dalla felicità". Non so cosa mi sta succedendo, ma mi sento prendere la mano e stringerla.-Sono Phil Walter Foden- mi disse facendo uscire ai lati delle sue guance delle piccole fossette. Sorrisi a vederlo.
-Sono...- per poco mi soffermai a vedere un ragazzo avvicinnarsi a lui, ma il cosidetto "Phil Walter Foden" tese la mano verso di lui, facendo cenno di aspettare.
-Le appoggi lì, mi arrangio io- disse per poi rigirarsi verso di me e come se stesse aspettando che continuassi a dire la frase non finita di prima.
-Sono Elizabeth- sorrise a sentire il mio nome. Ed ecco un'altra sensazione strana, dentro di me, appena vidi per la seconda volta il suo sorriso.
-Se hai bisogno di aiuto, sono nell'appartamento affianco- Sorrisi a quell'esclamazione, e lo guardai finché non se n'è andò lasciandomi un leggero bacio sulla mano per poi sparire dietro la porta.
Vorrei così tanto rimanere lì, a parlare con quel ragazzo alto, con una gentilezza che nemmeno un bambino può avere, ma non esageriamo adesso."Calma, e sangue freddo" dissi tirando un sospiro, per farmi passare tutta la sensazione che trovavo dentro me stessa. Ma quale sensazione? Potrebbe essere la seconda volta che me lo chiedo, eppure non riesco a percepire tutto questo, come se fosse un puzzle, un puzzle da collegare con tutti i pezzi mancanti
Ciao ragazzi, come promesso eccomi qui anche io!😂 Ad essere sincera è la prima volta che scrivo una storia del genere, e spero tanto vi piaccia, fatemi sapere!❤️
ps. stasera se riuscirò nuovo capitolo🥰
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"Fidati di me..."
Fantasy"ti devi fidare di me..." disse lui, guardandomi cercando il mio sguardo che si posò sul pavimento. Mi prese per le spalle si inginocchiò per guardarmi il viso, e...