Capitolo 16

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Che cosa avevo fatto di male? E se magari si fosse già stancato? Stancato di farmi felice, di parlarmi, di conoscermi?

La mia rabbia fu così tanta che iniziai a piangere. Mi alzai e iniziai a buttare a terra tutto ciò che c'era nella stanza.

-Elizabeth!- La voce di Jack mi fece fermare.

Iniziai a respirare più velocemente, e di nuovo la voce di Jack si fece avanti.

-Apri, per favore...- Disse lui, pregando che prima o poi lo feci entrare. 

Aprì la stanza ed entrò richiudendo la porta alle sue spalle. Mi trovò seduta per terra così si inginocchiò davanti a me.

-Vieni qui...- Mi disse aprendo le braccia, mi avvicinai velocemente abbracciandolo.

Le sue mani accarrezzavano la mia nuca passando le dita tra i capelli. A quell'abbraccio la delusione, la paura, se né andarono. Strinsi la sua maglia che avevo tra le mie mani che si bagnò poco a causa delle mie lacrime.

Mi baciò la testa cercando di tranquillizzarmi. Era come un fratello maggiore che si prese cura della più piccola, sempre pronto a consolarmi.

-Scusa...- Dissi staccandomi dall'abbraccio, per poi indicargli la maglia.

Presi un fazzoletto e iniziai a cercar di asciugare le lacrime sul tessuto.

Sentì la sua mano appoggiarsi sulla mia che ricoprì. Alzai lo sguardo e lo vidi sorridere.

-Non è niente di ché- Affermò, e feci un piccolo sorriso.

Si alzò, e allungò la mano verso di me per aiutarmi ed io l'afferrai. Mi avvolse un braccio attorno a me stringendomi a sé scherzando. Risi nonostante ancora le lacrime agli occhi.

Appena uscimmo dalla stanza mi sollevò in aria continuando a scherzare per evitare il gradino. Mi mise sulle sue spalle, come una bambina, e iniziò a correre verso il campo.

Lo sentì ridere, e lo seguì anch'io con la mia risata. I ragazzi ci vennero incontro iniziando così a divertirsi e scherzare.

Phil intanto, ci guardò. Non ci feci caso, non volevo rovinare il momento. Il Mister invece era divertito a vederci.

Dopo un paio di minuti eravamo sdraiati sul prato, ed indicavamo le nuvole con le forme più strane e divertenti, proprio come nei cartoni.

-Quella sembra Jack- Affermò Gabriel accanto a me, indicando una nuvola. Mi misi a ridere, e Jack si girò.

-Quella sembri tu invece- Rispose Jack come segno di sfida a Gabriel.

Era stata una bella serata, finché poi non ci eravamo salutati per poi ritornare a casa propria.

...

Nel mentre che mi fermai, a causa del semaforo rosso, vidi dallo specchietto una macchina molto familiare, quella di Phil. Giustamente abitavamo nello stesso palazzo, ma dal finestrino vidi il suo sguardo che guardò proprio me.

Il semaforo scattò verde, ma rimasi ferma per fare qualche dispetto a Phil.
Sentì il clacson che suonò in continuazione, e lo guardai dallo specchietto in alto. Ma ecco che appena scattò l'arancione andai via mentre Phil si fermò per aspettare nuovamente il verde.

Feci un sorriso malizioso, e come se avessi appena fatto una vendetta. Ma non mi liberai subito da ciò accaduto circa un'ora fa.

...

Mentre aprì tranquillamente il mio appartamento, sentì contemporaneamente le chiavi di Phil girare attorno a quella serratura.

Non mi girai, neanche lui lo fece.
Ecco che però, appena aprí la porta, lo sguardo di Phil si posò su di me.

Appena stava per chiudere la porta, timido, e non dimenticandosi di ciò accaduto, alzò la mano per salutarmi.
Lo guardai solo negli occhi, per poi chiudere il portone alle mie spalle.

*Ecco il capitolo 16, fatemi sapere come sempre🥰!*

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