Capitolo 3

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Uscì fiori dal mio appartamento sentendo urla provenire probabilmente dall'appartamento di Phil.

-A TE NON IMPORTA- urlò una ragazza, la sua.

-BENE, ALLORA VATTENE- Phil strillò sbattendo la sua valigia fuori dall'appartamento. Sobbalzai a quel  botto e vidi la ragazza dai capelli biondi andarsene e guardandolo con le lacrime agli occhi. Phil si mise le mani sui capelli, deluso, spostò lo sguardo sul portone del mio appartamento ed io mi distolsi immediatamente dall'occhiolino della porta da cui stavo guardando tutto.
Corsi in camera spegnendo tutte le luci, aspettando che esso suonasse al mio appartamento. Lo sapevo che prima o poi lo facesse, me lo sentivo fino al cuore.
E come avere torto, appena mi sdraiai sul letto sentì il tocco delle nocche che bussavano alla porta. Mi alzai, ma non avevo alcuna intenzione di farlo dormire in casa mia, dormire con un ragazzo consociuto da nemmeno quarantotto ore.
Nemmeno il tempo di aprire del tutto il portone, che subito sentì le sue braccia avvolgermi a sé in una specie di abbraccio. Un abbraccio molto forte. Lo sentì piangere, ma perché io? I suoi compagni del Man.City, i compagni della nazionale inglese, i genitori, gli amici, i suoi cari erano come se fossero tutti spariti per lui, ed esistevo solo io per consolarlo, pronta a proteggerlo.

-Ci siamo lasciati- Disse lui singhiozzando con una voce rauca, molto distrutta.
Una sua lacrima caddè sulla mia spalla avvolta da una camicia da notte.

-Mi dispiace- Scema. Sono una scema a dire una cosa del genere, poiché con tutte le infinite frasi da dire che esistessero, proprio quella mi uscì dalla bocca. Era distrutto, deluso, e io dissi un mi dispiace. Mi guardò ma ecco il suo sorriso da qui dalle estremità della bocca uscirono delle fossete. Il suo sorriso mi illuminò il viso. Lo riabbracciai, e lo accolsi nel mio appartamento.

Ci sedemmo, ma a quel punto la frase che non volevo proprio dire, uscì da me.

-Puoi dormire qui se vuoi...- Ed ecco un'altra figura fatta. Come posso chiedergli una cosa del genere se si è appena lasciato, come se io fossi sicura che esso dormì con me dopo questa notaccia per lui.

-Grazie- Mi tranquillizzai a quella parola, e lo accompagnai in stanza.

-Tu dormirai qui, io dormirò sul divano- Dissi io, mentre esso guardò la vista che si affacciava sui grattacieli illuminati.

-No, non posso, ti sto già dusturbando nel cuore della notte, mentre tu- Lo fermai spezzando le sue parole con le mie.

-Non fa niente, dopo questa notte che hai passato ti faccio stare tranquillo-
Mi guardò stranito, e dopo circa tre secondi, mi accorsi che avevo appena detto una parte di ciò che sapevo, visto e sentito cinque minuti fa. Mi iniziai a preoccupare pensando che mi prendesse per una spiona, anche se non aveva tutti i torti.

-Va bene, ma ti prego, resta...- Disse lui guardandomi come un bambino di tre anni che aveva appena chiesto alla madre di rimanere a dormire con lui.
Accennai e ci sdraiammo dandoci le spalle l'uno all'altro.

-Buonanotte Beth- Spezzò il silenzio assordante, ed io sorrisi a risentire per la seconda volta il nomigliolo che mi aveva dato due giorni fa.

-Notte Phil- Risposi io, e sentì il suo sospiro mentre gli uscì un sorriso dal viso.

*Come state? Ecco qui il Capitolo 3, fatemi sapere!🥰*

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