5 - Il gattino è arrabbiato ⛓

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 Capitolo 5 – Il gattino è arrabbiato

L'incidente in cui Saithan è stato ferito dal sottoscritto ha assunto dimensioni considerevoli...

Il dottor Thanaa è preoccupato, perché in passato ero migliorato parecchio, facevo solo fatica a dormire. Qualche volta sognavo e mi svegliavo spaventato. La parte più dura era quando scagliavo un pugno contro il muro, fino ad essermi rotto la mano. Abbiamo risolto spostando il letto e allontanandolo dal muro, per proteggermi dal farmi del male involontariamente.

Non ho mai voluto che i miei uomini girassero per casa per questo motivo, per evitare che qualcuno subisse alcun effetto. Ho provato a controllarmi fino a pensare che stavo quasi bene. Facevo ancora quei sogni e mi svegliavo, ma riuscivo a tornare a dormire. Può essere che ci sia riuscito perché dormivo da solo, non c'era nessuno che potevo colpire mentre sognavo. Non appena ho dormito con Saithan, ieri, tutto sembrava reale, non riuscivo a distinguere se quelle azioni fossero solo un sogno o no.

Alla fine, Thanaa mi ha detto di stare lontano da Saithan. Per prima cosa, per evitare di preoccuparmi e di agitarmi continuamente per questo incidente, perché mi avrebbe privato del sonno. Se succedesse, le mie condizioni peggiorerebbero. In secondo luogo, mi ha consigliato di provare a dire a Saithan che sono malato. Ho un nodo nel cuore che fa uscire l'oscurità che ho dentro, come se avessi due personalità. Se glielo dicessi, potrei stare meglio, ma preferirei non dirglielo. E' solo un ragazzo di vent'anni, che non ha mai dovuto avere a che fare con i pazzi. Voglio lasciarlo in pace. Preferisco pensarci da solo che creare problemi agli altri.

"Zio, quando sei tornato? Sono felice, pensavo che saresti rimasto via più a lungo."

La voce assonnata di mio nipote mi accoglie calorosamente. Sembra che si svegli non appena indico le bottiglie di alcool sul tavolo. Sono stato fuori casa per tre giorni, e l'ha ridotta una stalla di nuovo.

"Vedi di svegliarti e metti a posto queste bottiglie, poi mangia. Tua madre ti manda un sacco di cibo."

"Ha avuto tempo di occuparsi di me? Incredibile. Devi averle detto qualcosa per farla cucinare per me."

"Puoi comportarti come un bambino che ha subito un torto, ma tu sai perché tua mamma è impegnata."

La madre di Pleng è mia cugina. È una famosa ricercatrice e ovviamente lavora come una pazza. Ogni giorno vive immersa nel laboratorio, come se fosse casa sua. È così da quando Pleng era un bambino ed è venuto a vivere con me e P'Sing perché i suoi genitori non avevano tempo di occuparsi di lui. No, non è proprio così. Suo padre è morto da tempo, dopo aver sperimentato l'incrocio di diverse razze animali. Erano aggressivi, hanno seguito l'istinto e hanno aggredito l'uomo fino ad ucciderlo.

Io e P'Sing ci siamo occupati di Pleng fino ad oggi in qualità di suoi tutori. Lo abbiamo mandato a scuola, gli abbiamo dato un lavoro. Ricordo che quando frequentava le superiori, io partecipavo alle riunioni con gli insegnanti. Abbiamo vissuto insieme fino ad esserci abituati, come se facessimo parte della stessa famiglia.

Il rumore delle bottiglie che sbattono l'una contro l'altra mentre vengono gettate nel sacco dell'immondizia mi perfora le orecchie, perché sta raccogliendo tutto con le sue mani pesanti. Nel momento in cui faccio per alzarmi dal divano, però, lo sento dire qualcosa che mi immobilizza le gambe.

"P'Saithan regge davvero l'alcool, finché non è ubriaco. Quando è ubriaco, si spoglia! Ahah! Se ci penso mi viene da ridere!"

Ubriaco? Spogliarsi? Sono stato via tre giorni e Pleng ha traviato Saithan. Fino a che punto?

"Vi siete spogliati? E sei stai tu a farlo ubriacare, vero? Se Saithan non sta bene, tu..."

"Fermati, zio. Non te la prendere con me."

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