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Mi addormento in macchina e quando arriviamo all'aeroporto, sono costretta a svegliarmi. Ringraziamo il tassista ed entriamo. Mamma mi dice di aspettare seduta su una panchina con le mie sorelle ed io obbedisco. Poco dopo ritorna con dei biglietti in mano. ‹‹Andiamo giù in Sardegna dalla nonna››. Nel frattempo la mamma si è accorta di aver perso il cellulare.  È su tutte le furie ora, e ha di nuovo lo sguardo che m'impaurisce.  ‹‹Serena vai giù veloce e controlla se il nostro taxi è ancora nel parcheggio. Se lo trovi, digli che ho perso il cellulare e portamelo qui. Muoviti, tra poco partiamo››. Come faccio ora? Io non so nemmeno quale taxi ci ha portate fino a qui. So solamente che è bianco, ma avevo talmente tanto sonno quando l'ho visto che non sono più tanto sicura neanche di quello. Esco dall'aeroporto ma non vedo alcuna macchina. Mi limito a tornare al piano superiore. ‹‹Il taxi era già ripartito mamma, mi dispiace.›› Ora vuole che le dia il mio cellulare. Manda un messaggio al suo amante che conosco fin troppo bene. Probabilmente gli starà dicendo che ha perso il telefono e che non deve più scriverle lì. Spegne il suo nuovo cellulare che fino a due istanti prima era mio e poco dopo prendiamo l'aereo. Non c'è tanta gente oggi. Ormai sono circa le sette del mattino e i miei occhi si sono totalmente adattati alla luce del sole di ottobre. Fa freddo qui dentro. Una ragazza molto simpatica ci chiede se vogliamo dell'acqua. Io ho sete e anche una certa fame ma so che la mamma non mi comprerà nulla perché dice sempre che il cibo sugli aerei è troppo costoso. Intanto a Elena è passata la febbre. Beatrice domanda da cinque minuti perché papà non è con noi, e mamma le risponde che stiamo solo facendo una vacanza e che lui presto ci raggiungerà. Evidentemente ha deciso di nasconderle che non vuole più vivere con lui. L'altro giorno l'ho sentita parlare con sua sorella al telefono. Hanno detto qualcosa riguardo alla scuola che avremmo dovuto frequentare Beatrice ed io. Prima media per me, seconda elementare per lei. Sento le palpebre che calano, e mi addormento guardando fuori dal finestrino dell'aereo. 

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