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Sono quasi le dieci e decido di andare a letto. Domani sarà il mio primo giorno alla scuola di questo paese e dovrò conoscere dei ragazzi dei quali non ricorderò né nome né tantomeno il viso. Continuo a pensare cosa stiano facendo in questo momento i miei amici del Veneto. E papà? Lui cosa starà facendo? Non credo abbia chiamato oggi. Almeno io non ho sentito nessun telefono. Probabilmente anche perché ormai io un mio cellulare non ce l'ho più dato che la mamma ha reso suo il mio Samsung rosa. In tutti questi pensieri mi addormento, sperando solo che domani sarà un buon inizio.

Sono passati due mesi e mezzo da quando siamo arrivate qua. Fortunatamente ho subito fatto amicizia con delle ragazze molto simpatiche che sono nella mia classe. O meglio, io sono nella loro classe. Si chiamano Giada e Silvia. Una bionda e l'altra mora. Giada abita a pochi chilometri dalla scuola mentre Silvia poco lontano dalla casa in cui sto io. Ho iniziato a conoscere anche i professori. Uno in particolare, di musica, dice di avermi già conosciuta. La mamma mi ha avuto quando era molto giovane. Aveva circa quattordici anni e andava alle medie in cui vado io. Questo signore era anche il suo professore di musica e dice che spesso lei mi portava a scuola con sé. ‹‹Beh mi ha fatto piacere rivederti Serena. A domani›› mi dice uscendo dall'aula. 

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