cp. 10

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Gennaio è quasi finito. Si sta avvicinando il compleanno di Elena e l'aria, che dovrebbe essere festosa, è invece tesa e fredda. Non so molto bene cosa accada in queste situazioni ma un giudice ha deciso che dobbiamo tornare in Veneto a casa di papà e che per ora vivremo senza la mamma. Non sono per niente entusiasta di questa notizia. Non voglio tornare da lui. Sono ancora molto arrabbiata. Mi ha mentito, invece la mamma mi ha detto tutta la verità. Però lei mi picchia. Magari lui non lo farebbe.. Basta, non devo pensarci. La mamma mi ha detto che presto torneremo a vivere con lei e che non ci dobbiamo preoccupare.

Domani mattina partiamo. Stiamo preparando tutte le valigie e la mamma mi ha detto che non posso portare via subito il mio computer portatile né la mia Play Station. ‹‹E quando potrò averli di nuovo? Uffa! Sono miei, perché non posso portarli?!›› chiedo lamentandomi. ‹‹Perché ho detto di no, smettila ora›› mi dice zittendomi. Va beh, ci rinuncio. Sono già le otto e per l'ultima volta ceno in questa casa. Iniziava a piacermi questo posto. Certo, qui non ci sono molte cose da fare e nemmeno tanti posti da visitare ma avevo trovato dei nuovi amici e andavo spesso da una zia della mamma. Lei non abita in campagna ed è molto più amorevole di tutti quanti. Suo marito fa il pescatore e lei è un'ottima cuoca quindi le cene sono deliziose. In più quando ero piccola ricordo di essere stata molto tempo assieme a loro, e quando è nata la loro prima bambina io ero triste perché pensavo che non mi avrebbero mai più voluto bene. Invece ancora oggi mi abbracciano, mi coccolano e mi amano. È strano perché non mi sono mai sentita amata se non con loro. Mi risveglio dai miei pensieri mentre Elena mi punzecchia il braccio. ‹‹Che c'è, piccola?›› le chiedo prendendola in braccio. Si mette a salterellarmi intorno per giocare ma io sono stanca. Nonostante questo so che se non le presto attenzioni io non lo farà nessun altro, quindi gioco con lei per un po' di tempo, finché la mamma non dice di andare a letto. 

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