𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 41

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Remus se ne stava nel suo studio, nemmeno al suo matrimonio aveva pace con il lavoro.

Si tolse gli occhiali posandoli sulle scartoffie e si massaggiò gli occhi con le dita.

«perché ancora qui?» chiese Sirius.

Remus s'illuminò, facendo scattare la testa come un cucciolo e fissando sua moglie in camicia da notte che entrava.

«non dovresti essere in luna di miele con tua moglie?» Lo prese in giro.

«non me ne parlare, darei tutto per non starmene qui a controllare le carte dell'andamento di questi maledetti terreni» ringhiò Remus.

«e allora- Sirius gli prese gli occhiali e chiuse le stanghette- non farlo» sorrise.

«assumi un avvocato che ti tenga d'occhio la burocrazia al posto tuo, facile no?».

«L'occhio del padrone ingrassa il cavallo» mormorò.

«non inziare a parlare come un vecchio ad appena 35 anni, spiega che significa»

«è un detto che recitava sempre mio padre, diceva che le cose è meglio farle da soli senza coinvolgere terzi i quali, il più delle volte, vogliono incularti».

«allora lasciami fare qualco-»

«NO»

«Ma Remus-»

«ho detto no» disse il lupo mannaro alzandosi per andare ad aprire il finestrone: quella notte era maledettamente infuocata.

Sirius si avvicinò lentamente abbracciando il suo braccio sinistro.

«non è stata colpa tua» mormorò.

Remus strinse i pugni «si invece» disse con la voce quasi rotta dai singhiozzi di rabbia.

«Remus... sarebbe successo ugualmente, Lumacorno non era molto speranzoso» tentò di biasimarlo invece sua moglie.

Remus si scrollò via il braccio di sua moglie per andare ad appoggiarsi alla scrivania.

«è colpa mia» ripeté «Remus... »

«SE FOSSI STATO PIU PRESENTE... » Sirius sobbalzò « ...e non ti avessi caricato sulle spalle tutto quello stress, adesso dovresti già partorie ed invece... ti ho fatto perdere il nostro cucciolo».

Sospirò «sono un padre orrendo»

«smettila» mormorò Sirius «i bambini ti adorano»

«ma-»

«e sei sempre stato presente»

«non è vero»

«non ricordi quando è nato Marcelito~?» chiese Sirius ridendo.

«Non appena iniziava a piangere, scattavi come un non so cosa per non farmi alzare dal letto»

«avevo solo 19 anni» mormorò Remus.

«ed io 16» lo rimbeccò Sirius

«e poi l'hai fatto con Deanna ed anche Anouk, cantavi con vocine stupide che mai mi sarei sognato di sentirti fare»

Ma Remus non si convinceva.

Sirius si avvicinò togliendogli una ciocca di capelli dal viso.

«la vuoi smettere di dipingere te stesso da cattivo? Non lo sei»

«è più facile dipingermi così» disse invece Remus con un sorriso triste.

«Ma perché? Se le persone di Hogwarts ti conoscessero così come ti conosco io-».

«NO» urlò Remus alzandosi di scatto.

Sirius si mise repentinamente di lato, con una mano sul cuore per controllare i battiti cardiaci.

«Sono gli stessi che hanno ammazzato i miei genitori, sono gli stessi che mi hanno gettato merda quando mi sono rinchiuso qui dentro e venivano ogni notte a chiedere la mia testa come pegno DA DARE A TUA MADRE»  con un tonfo andò a sedersi sul davanzale portandosi le mani sugli occhi.

«ma sono... » mormorò all'improvviso Sirius avvicinandosi.

« ...anche coloro che mi hanno permesso di conoscerti meglio» gli tolse le mani dal viso «no?».

Remus rise appena «sono stati buoni solo a fare questo» si trovò ad ammettere.

«quindi... perché non ce ne andiamo in camera nostra prima che l'acqua nella vasca si freddi?» ammiccò sua moglie sedendosi sulla sua gamba.

«magari... ti rallegro un po'»

Remus sorrise apertamente.

«va bene, andiamo» disse prendendolo in braccio mentre Sirius rideva scioccamente.

«mi viziate troppo, signora contessa» disse facendolo scendere.

«ah, ma lo so benissimo» disse spogliandosi davanti a lui in modo seducente.

Remus rimase a fissarlo, giurava di sentire un rigangnolo di bava scendere giù dall'angolo della bocca.

A stento riusciva a controllarsi, il sangue ribolliva nelle sottili pareti delle vene.

Le mani tenute con forza lungo il tronco, tentando di farle stare ferme per evitare di avventarsi come un assatanato su quella pelle tanto morbida e bianca per godersi quel dannato spettacolo che lo stava facendo letteralmente impazzire per l'impazienza ed il controllo forzato:

Due cose che lui non aveva mai fatto a lungo.

«ma non mi sembra che vi dispiaccia, signor conte» mormorò sua moglie avvicinandosi completamente nuda.

Remus sapeva di essere un burattino e sua  moglie era ottima a manovrare i suoi fili più nascosti e perversi, fili che nemmeno lui sapeva d'avere ma non sapeva come, erano stati trovati e portati tra le lenuzola.

Ma doveva riconoscere che era una cosa reciproca.

Si sentiva soddisfatto sentendo sua moglie gemere nel suo orecchio mentre l'acqua sciabordava contro la vasca  per poi sentirla dolcemente addormentarsi stanca sulla sua clavicola.

Remus rise, erano letteralmente cresciuti insieme, la loro prima volta fu così piena di emozioni che aveva pensato non si sarebbe più ripetuta.

Lasciò Sirius solo per uscire dalla vasca e riprenderlo.

Gli fece indossare il pigiama (Non si poteva mai sapere), lo adagiò sul loro letto per indossare il suo ed addormentarsi abbracciando la sua metà.

burattinaio /Wolfstar Royal Au\ +18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora