𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 32

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Sirius non trovava nessuno della sua famiglia e si stava arrabbiando.

«chi cerchi, cognata?» chiese all'improvviso una voce.

Sirius si arrestò di colpo, non era possibile che fosse lui: la Peste Nera l'aveva ucciso... giusto?.

Si voltò lentamente.

Marcelle Chanson sorrideva a sua cognata.

Egli era un ragazzo dall'aspetto caustico, malaticcio, i capelli biondo sporco e gli occhi color castagna.

Aprì le braccia in attesa

«Marcelito!» urlò Sirius abbracciandolo.

il vero Marcelle sorrise abbracciando la cognata e facendola ruotare.

«Pensavo che la Peste Nera ti avesse ucciso»

«ed io lo pensavo di te» disse Marcelle.

«invece guardati, niente-popo-di-meno-che Contessa» disse

Sirius sorrise mentre veniva messo giù.

«Sei già andato da mia sorella? Penso che lei sia molto più entusiasta di me nel vederti»

Marcelle arrossì «lei... te l'ha detto?».

«beh, semmai... scritto, ti ricordo che mia sorella è muta»

«E lei ti ha scritto che mi ama?» chiese invece Marcelle Chanson abbastanza incredulo

«beh, in realtà è abbastanza evidente, tesoro» disse invece Sirius sorridendo teneramente.

«ma lei... è una principessa, io sono soltanto un saltimbanco»

«ma a mia sorella non importa» disse Sirius con enfasi.

«Tu la ami?»

«Perché non me lo chiedi? Certo» disse Marcelle

«e allora va, dille che ti ami, dille che vuoi sposarla ed amatevi- Sirius sorrise- cosa c'è di meglio?».

Marcelle sorrise ed annuì.

«però ora non scappi, vieni, devi dirmi cosa hai fatto fino ad ora»

Marcelle sorrise «volentieri, anche io voglio sapere tu che hai fatto senza di me».

Sirius gli fece strada verso il salone, dopo un tira e molla, la contessa riuscì a far sedere suo cognato sul divano e sorrise andando a prendere la torta che aveva appena fatto (Sirius aveva dato ai domestici il fine settimana libero)

«spero ti piaccia» disse Sirius.

Marcelle, in risposta, si tagliò un'abbondante fetta di crostata.

Sirius rideva alle buffe smorfie estastiate che faceva suo cognato.

«fei un anfelo, fognata» sbiascicò con la bocca piena di torta.

«hai le mani d'ofo»

Sirius rise «grazie anche se è la prima volta che cucino, un dolce poi» si giustificò.

«Beh- Marcelle tagliò l'ennesima fetta- dovresti farlo più spesso»

Sirius sorrise «va bene».

«Madre, dove siete?» chiese Marcelle Lupin.

«tesoro, sono qui, vieni» disse Sirius voltandosi.

Marcelle entrò ed alzò un sopracciglio fissando il suo omonimo.

«salve?» chiese.

Sirius sorrise facendo sedere suo figlio accanto a lui.

«tesoro, lui è un mio amico, Marcelle Chanson»

«vi... chiamate come me» disse il piccolo Lupin in difficoltà.

«già- Marcelle sorrise- tranquillo, anche a me fa strano»

«quindi- il piccolo Lupin guardò sua madre- io ho il nome di questo signore, madre?»

«si tesoro, Marcelle è un caro amico di famiglia e... magari diventerà tuo zio» spiegò Sirius.

«wow, fa davvero strano» ammise Marcelito.

«devi essere orgoglioso di lui, neh, Sirius?» chiese Marcelle Chanson

«si vede nei suoi occhi che è una mente brillante»

Marcelle sorrise nervosamente.

«di cosa ti occupi?» chiese Sirius

«sono stato accolto da artisti di strada, io sono il capo-maestro, perché purtroppo quello precedente è morto di Tifo, quando arrivai, in comune a tutti, mi scelsero come nuovo capo-Maestro, il mio nome d'arte è Rolande»

«Chanson de Roland?» chiese Marcelle.

Il capo-maestro sorrise maliziosamente «ci ho visto lungo, lo sapevo, lo sapevo».

«e quali altri artisti ci sono nella tua compagnia?».

«ohh beh, danzatori di serpenti, lanci di coltelli, pagliacci, mangiatori di fuoco» disse Rolande contando con le dita.

«è impossibile» disse invece Marcelle scettico.

«non è né fisicamente né biologicamente possibile mangiare il fuoco»

Marcelle Chanson sorrise furbescamente «beh, se la tua mamma ce lo permette, ti mostrerò cosa sappiamo fare».

Marcelle guardò la mamma «madre che ne dite?» chiese.

«che è un'idea perfetta»

Il saltimbanco sorrise «allora datemi il tempo di preparare i miei attori, mia signora e mostreremo a voi ed alla vostra graziosa ed educatissima prole, il più bel spettacolo circense che abbiate mai visto»

Sirius sorrise «e sia» si alzò «30 minuti vi bastano per preparare tutto?»

il saltimbanco sorrise furbescamente l'ennesima volta.

«Me ne basteranno 5, cognata mia».

burattinaio /Wolfstar Royal Au\ +18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora