capitolo 8

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Lo scontro era finito. La villa stava bruciando e io non sapevo che fare.
Arrivò Speedwagon, che mi prese in braccio e mi portò dov'era Jonathan.
Il biondo mi inizio a scuotere per farmi riprendere (anche se quella era solo una finta)
"C-che è successo?"
"Quale è l'ultima cosa che ti ricordi?" chiede Speedwagon.
"Dio aveva la maschera di pietra che c'è sempre stata su quel muro della residenza Joestar... me la mise... poi non ricordo più niente." dissi.
"Quindi anche tu non sei più umana. Dio... me la pagherai cara..." disse Jonathan.
"Come non più umana? Quindi é quello il potere della maschera..."
"Ma tu stai bene?"
"Si. Dio che fine ha fatto?"
"Per ora è K.O., peró si riprenderà tra non molto."
"Credo di aver svilluppato dei poteri, quindi vi potrei dare una mano a sconfiggerlo. Ho bisogno solo di un po' di allenamento."

"Joestar! De santis! Venite!" ci chiamò Speedwagon.
Salimmo tutti su una carrozza.
"Siamo diretti a Wind Knights Lot?" chiese Jonathan.
"Già. Indagando nei bassifondi, ho scoperto che il cinese vive lì." rispose Speedwagon.
"Non c'è molto tempo da perdere! Jojo, Adele, sosterrete i vostri allenamenti sul campo." disse Zeppeli.
"Si! Siamo pronti a combattere!" urlammo io e il ragazzo, ci guardammo e scoppiammo a ridere come due cretini (lui di più).
In quei giorni mi vedevo con Dio e gli dicevo un po' tutte le cose che stavano organizzando.
Dovevo essere sincera con me stessa: non provavo più quell'odio che provavo prima per Jonathan e gli altri. Era cambiato. Qualcosa mi aveva fatto affezionare a loro. Dovevo dirlo a Dio, ma avevo molta paura della sua reazione. Sarebbe stato molto capace di uccidermi, oppure semplicemente di farmi cambiare idea. Non avevo idea nemmeno di come avrei potuto reagire io. Volevo soltanto dirgli la verità, nient'altro. Stavamo per entrare in una caverna.
"Io scendo qui, devo un attimo fare una cosa, tornerò tra circa 10 minuti. Voi nel mentre continuate, io poi vi raggiungo." dissi.
"Va bene Adele, però stà attenta se trovi qualche nemico."
Annuii e mi incamminai verso il posto dove io e Dio ci eravamo dati appuntamento.

Lui era già lí ad aspettarmi, ed appena lo vidi corsi subito da lui.
"Eilà."
"Ciao. Beh, allora? Stanno progettando qualche piano?"
"Non ancora."
"Tu ti sei allenata abbastanza? E Jojo?"
"Si. Jojo è diventato molto forte. Comunque, c'è una cosa che ti dovrei dire..."
"Cosa?"
Avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere se gliel'avessi detto, ma dovevo.
"In questi giorni mi sono affezionata molto a loro. Non so che mi sia preso. Ma non intendo tradirti, però..."
"Non intendi tradirmi?! Credi che andare dalla loro parte proprio all'ultimo non sia un tradimento? E io che credevo di potermi fidare di te."
"No ma po-"
"Stai zitta che è meglio."
"Fammi finire di parlare! Posso rimanere dalla tua parte, non intendo mica andare contro di te. Semplicemente non ho più quella voglia che avevo prima di uccidere Jonathan e gli altri, quindi preferirei che lo facessi tu. Scusami, ma devi accettarlo. Tu uccideresti una persona a cui tieni per un'altra a cui tieni molto? Non credo. Non ti tolgo la possibilità di ucciderlo, quelli sono affari tuoi."
Dio divenne rosso per la rabbia in sè e strinse i pugni cercando di contenersi, non ottenendo buoni risultati.
Mi diede un pugno e io lo parai, ma il suo intento non era di colpirmi, anzi, era che io lo parassi.
La sua rabbia svaní e il suo rossore pure.
Dopo ciò se ne iniziò ad andare dalla direzione dove io sono arrivata dandomi le spalle, per poi ad un certo punto della strada girarsi verso di me e regalarmi un ghigno
"Addio, cara Adele."
Mi si iniziò a congelare la mano per poi congelarsi piano piano il resto del corpo.
Il ghiaccio era arrivato al cervello. Persi tutti i sensi caddi a terra e rimasi lí per molto tempo, molto...

Was it all a dream? || Dio BrandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora