Capitolo 1

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Per molte persone, stando ai loro commenti, il suono della sveglia al mattino viene considerato per lo più un rumore e tra i più stressanti e traumatici perché, come scritto nel dizionario: "traumatico; che produce un turbamento dello stato psichico dell'individuo." Ed è proprio quello che Simone prova ogni volta che sente quel maledetto aggeggio. E non perché è segno di svegliarsi, di questo non ne aveva bisogno visto che era già sveglio da un paio di ore... ogni mattino così, nemmeno la ricorda più l'ultima volta in cui ha dormito indisturbato. Ma perché era segno di alzarsi, e c'è una netta differenza. Fin quando Simone rimaneva a letto, seppur con la mente in funzione, si sentiva come protetto da tutto quello che c'è fuori e vedeva ben lontano lo sforzo di affrontare lo schifo di mondo.

Sì, per lui era schifo. Tanto odio, tanta ipocrisia, tanta falsità in giro. E troppe rotture di scatole.

In realtà Simone non era sempre stato così, ma lui dà la colpa del cambiamento alla sua adolescenza, processo in cui corpo e mente cambiano fino a raggiungere l'età adulta.

Magari è per questo che so' intollerante verso tante cose. Era solito pensare.

Driin. Driin. Driin. La sveglia aveva ripreso a suonare come se stesse urlando con tutta la sua forza e stesse schiaffeggiando interrottamente la faccia di Simone che, sbuffando, si mise la mano sinistra sugli occhi e con la destra cercava a tentoni il cellulare sul comodino buttando a terra, nel suo percorso, una bottiglietta d'acqua vuota e una penna. Fin quando lo sentì sotto al tatto e fece scorrere da sinistra a destra il dito sul display, chiudendo la bocca a quella odiosa sveglia. Di seguito, fece scivolare la mano sinistra dal viso fino a lasciarla penzoloni e poi si costrinse a seguirla con tutto il corpo fino ad alzarsi.

Quello che fece dopo fu fatto ad occhi chiusi talmente erano attività abitudinarie. Entrò in bagno, si infilò in doccia, uscì, si lavò la faccia e i denti e si vestì per istinto. Aprì leggermente gli occhi solo per potersi sistemare i capelli alla meno peggio guardandosi allo specchio: un ragazzo di sedici anni, alto un metro e ottanta, con spalle larghe, magro ma con muscoli situati qua e là sul suo corpo e corti capelli ondulati di un castano scuro.

Quando ebbe finito, si chiuse la porta alle spalle, prese lo zaino dalla sua stanza mettendo dentro libri a casaccio e se lo infilò da una spalla. Scese le scale lentamente e quasi non inciampò per non aprire gli occhi. Suo padre, Dante, al quale Simone somigliava molto, lo guardava dal salone d'ingresso al di sopra degli occhiali da lettura appoggiati sul naso.

«Cadere è un ottimo modo per iniziare la giornata.» lo stuzzicò.

Simone lo raggiunse e aprendo prima un occhio e poi l'altro, mise a fuoco la figura che gli stava di fronte «buongiorno papà» e gli posò la mano destra sulla spalla sinistra per poi passargli accanto.

«Il buongiorno si vede dal mattino» rise il padre «e mi sembra che tu non sia ancora pronto a vederlo affatto!»

Avevano un rapporto strano loro due. Anzi, Simone non lo considerava un rapporto. Suo padre e sua madre avevano divorziato quando lui aveva poco più di 6 anni. Aveva vissuto per anni all'estero con lei fin quando Dante non si era fatto vivo nuovamente e Simone, spinto anche dalla volontà della madre, si trasferì con lui a Roma con l'obiettivo di risanare il legame. Ma Simone era diventato molto freddo, si era costruito una corazza anti-Dante ed era molto difficile buttarla giù. C'erano giorni più miti in cui padre e figlio riuscivano a parlare normalmente e persino divertirsi insieme, e altri giorni in cui il padre parlava e il figlio in risposta dava una porta chiusa. Ma Dante non era bravo ad arrendersi e sperava che un giorno entrambi si sarebbero finalmente capiti.

Simone era entrato in cucina, si era versato del caffè caldo in una tazzina e l'aveva bevuto di corsa guardando l'orologio appeso alla parete. Rubò al volo un pezzo di ciambella preparata da sua nonna e corse via verso la porta «io vado, ciao!»

Aerei di carta #simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora