Sofia aveva raggiunto la classe di Simone durante l'intervallo. Sull'uscio della porta incrociò Dante che le rivolse un sorriso «Ciao tesoro.»
«Ciao Dante» lei ricambiò luminosa come sempre «vengo a rubarti il figlio. Me l'hai torturato tanto oggi?»
Lui rise «Io ti direi di no, ma credo che la sua risposta sarà differente.»
«Senza dubbio!»
«Dato che ti ho incontrata» fece lui subito dopo, abbassando di molto il tono «volevo chiederti una cosa.»
Lei lo guardò negli occhi «se è per quella cosa purtroppo-»
«No, no» la fermò immediatamente «non volevo parlarti di quello, anzi, non c'è fretta. In realtà ero un po' preoccupato per la faccia di Manuel, ne sai qualcosa?!»
Sofia buttò lo sguardo dentro la classe e poi si rivolse nuovamente verso Dante «Oddio, non lo avevo notato!» ridacchiò «comunque no, mi dispiace non poterti rispondere. Oltre che lo sai, non ho lo stesso legame di prima con lui...»
«Sì», la guardò dispiaciuto «solo che lui non ha aperto bocca oggi e Simone, beh, sai che con lui è una battaglia persa ancor prima di cominciare...» alzò le spalle «ci tengo al bene di tutti voi, siete come tanti figli per me. Forse però, dovrei interessarmi meno...»
«Sei il professore migliore che abbia mai conosciuto. E se vogliamo essere precisi, il mio giudizio vale molto di più dato che ho conosciuto prima l'uomo che il docente!»
E Sofia asseriva il vero. Dentro quella casa lei aveva trovato una seconda famiglia; altri due genitori e due fratelli meravigliosi. Non l'avevano mai fatta sentire un'estranea, anzi, ormai era parte di quel tutto. E insieme ne visse gioie e dolori. Così come loro ci furono sempre stati nei momenti importanti della sua famiglia.
Due nuclei che diventano uno solo. Che si fondono seppur rimanendo unici. Che comprendono quello che prova l'alto; capaci tanto di provare felicità quanto dare supporto per rialzarsi nei momenti difficili.
E loro sì che ne avevano affrontati di momenti duri, entrambe le famiglie. Una, forse, la più dura di tutte. Quella che ha portato ad una frattura ancora oggi aperta, che ha indebolito uno dei due nuclei e che l'altro, per quanto forte avrebbe dovuto essere, era sicuro di aver potuto fare di più.
Ma ci sono circostanze in cui bisogna ricaricare da soli l'energia, capire che gli altri non possono riempirci. E questa fu una consapevolezza che maturarono col passare del tempo.
«Grazie per avere sempre delle belle parole per me, Sofia» le sorrise per poi sospirare di conseguenza «qualcuno non lo pensa più da ormai non so quanto e non lo penserà più...»
Sofia gli appoggiò una mano sulla spalla «Non mollare, Dante. Gli serve tempo, per quanto ne sia passato già di parecchio. Sappiamo bene che non sarà facile, per niente. Ma sappiamo anche che è la cosa giusta da fare, e credimi che poi andrà tutto per il meglio.»
Dante appoggiò una mano sulla sua e alzò un angolo delle labbra «Lo spero anch'io con tutto il cuore. Devo riuscire a trovare la forza che neanche so di avere.» guardò Simone dietro di lui, poi davanti a sé e si congedò da lei.
Sofia fece un passo in avanti e alzò la mano verso Simone per richiamare la sua attenzione. E ci riuscì, tant'è che lui ricambiò e si alzò dalla sedia ma il suo gesto venne imitato da Manuel.
«Simo aspetta.»
Si voltò verso di lui «Che vuoi?»
«Il progetto... ci hanno messo insieme in coppia, dobbiamo organizzarci.»
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Aerei di carta #simuel
Teen FictionQuesta è una storia che è nata con l'intento di mettere in risalto ciò che, per motivi logici, l'immagine televisiva non mostra. I pensieri, i sentimenti, le lotte introspettive che i personaggi affrontano. Tutto quello che c'è dietro l'iniziativa d...