Capitolo 3

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Tornare a casa da mare era l'impresa più ardua di sempre. Non solo la stanchezza che porta con sé ma lottare contro il casino dentro la macchina non era certo di meno. La temperatura segnava 28 gradi e ci voleva tanta forza di volontà per mettere le mani sullo sterzo e non badare al fatto che scottava. E la forza gliela davano le urla dei suoi figli seduti sui sedili posteriori: prima sarebbero partiti da lì, prima quel chiasso sarebbe finito e Dante avrebbe potuto rilassarsi.

E rinfrescarsi. Certamente.

Per non parlare del traffico per le strade di Roma durante l'ora di punta; un dettaglio non poco trascurabile. I suoni del clacson e le imprecazioni dei romani affacciati dal finestrino si mischiavano con le chiacchiere dietro le sue orecchie.

«Papà! Metti un po' di musica e cantiamo assieme come facciamo sempre?» Jacopo saltellava sul sedile mentre guardava le macchine fuori.

Dante, che in quel momento avrebbe voluto prendere con sé loro due e catapultarsi lontano da lì, fece un lungo sospiro e per renderlo felice accese la radio.

Mentre Simone, con il mento appoggiato sul pugno della mano sbuffava stanco «Ma perché tutti hanno deciso di partire con noi?»

Seppur gemelli, avevano un temperamento completamente diverso.

Jacopo chiacchierone, Simone silenzioso.

Jacopo non-si-stanca-mai, Simone pone-limiti.

Jacopo più risi che pianti, Simone più pianti che risi.

In fin dei conti, tutto questo faceva sì che si equilibrassero, che si completassero.

Una volta giunti davanti all'ingresso di casa, i due fratelli sgattaiolarono correndo fuori dall'abitacolo mentre la loro madre, Floriana, si abbassò per abbracciarli forte forte con un sorriso splendente. Lunghi capelli biondi e profumati accolsero i loro volti e un gesto delicato accarezzava le loro piccole schiene «Avete passato una bella giornata con papà?» diede un bacio ciascuno sulla testa e poi si rialzò «Vi siete comportati bene?»

«Sì mamma! È stato bellissimo! Dovevi vedere il mare... Era fermo! Ho visto anche dei pesci!» le rispose Simone tutto entusiasta, per poi cambiare totalmente espressione per quello che il fratello disse dopo «Mamma, mamma! Sai che ho vinto la gara dei castelli di sabbia? Vinco sempre!»

Floriana gli toccò la guancia «Proprio una bella giornata allora! Dai, entrate che tra poco mangiamo. La nonna è in cucina. Io vado ad aiutare papà.»

Entrarono prima ancora che la loro madre ebbe finito di parlare e Jacopo tirò Simone per una mano e lo condusse in cucina. Salirono con le ginocchia su due sedie e salutarono agitando le manine «Ciao nonna!»

«Tesori miei!» li baciò «divertiti oggi?»

«Ssssss-ì!» urlarono entrambi mentre contemporaneamente rubarono dei pezzetti di cibo dal tagliere che la nonna teneva nelle mani, per poi scappare in salotto ridendo.

Erano soliti farlo, insieme. E la nonna ormai non faceva che riderci su ogni volta.

Simone si sedette per terra accanto il divano e guardava il fratello prendere il dinosauro e farlo volteggiare in aria «Come sta Dino?»

«Oh! Sta in gran forma!» si sedette accanto a lui «e comunque si chiama Sauro.»

«A me piace di più Dino.»

«Sí ma ha solo un nome!» la loro conversazione fu interrotta dal rumore di una porta che si chiuse e dai passi di Floriana che li raggiungevano «Bimbi, indovinate un po' chi si unirà a pranzo con noi?»

Simone e Jacopo girarono di scatto la testa nella sua direzione e una bambina dalle codine rosse li guardava sorridendo

«Sofi!» esclamò il primo alzandosi e abbracciandola a sé. Subito dopo, altre due braccia si unirono «Sofi! Che bello!»

«Ciao Simo! Ciao Jacopo!»

Poi si staccarono da lei e ricambiarono il suo sorriso «puoi rimanere anche dopo? Così giochiamo insieme» fece Jacopo prima di essere preso in braccio da Dante che rispose «certo. Rimarrà qui tutto il tempo che vorrà.»

«Le devo raccontare del mio castello! Dopo ci porti al parco?»

«Nel pomeriggio sarà fatto.» gli diede un colpetto col dito sulla punta del naso.

«Simooo, quando si fa pomeriggio?»

«Tra un po'.» rispose lui.

«E quant'è un po'?» replicò Jacopo insistente.

Dante rise «un po' è molto poco. Ma prima dobbiamo mangiare, altrimenti un po' diventa molto tanto! A lavarsi le mani!» si abbassò per prendere con il braccio libero Simone e corse con loro verso il bagno, seguito da Sofia che ne imitò il passo.

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