La campanella di inizio ricreazione era suonata da poco e Simone aveva lasciato la classe per andare in bagno. Appena finì, aprendo la porta per poco non urlò ritrovandosi Manuel davanti.
N'altra volta.
«Ma che cazzo fai oh, ma te piace farmi spaventà?»
Lui alzò la mano «Quanto siamo suscettibili! Te stavo a cercà.»
«Dentro ar cesso? Spostati va.» lo superò e andò a lavarsi le mani
Manuel alzò gli occhi al cielo e si mise le sue in tasca «potevo sapè che stavi là dentro?» lo guardava «oltre che suscettibile sei pure puntiglioso!»
Simone chiuse il rubinetto e passò ad osservarlo dallo specchio con un'espressione seria «Sei venuto a riempirmi de complimenti?»
«Veramente te volevo ringrazià.» si appoggiò alla parete.
«Per cosa?»
«Per prima, con il compito. Senza il tuo aiuto non credo che avrei avuto possibilità di superarlo.»
Non se lo sarebbe mai aspettato da parte sua, e gli fece molto piacere. «Di nulla. Potevi aspettà che tornassi in classe, mi sarei spaventato meno.»
"Oooh Simò', uno nun solo te ringrazia e te lamenti pure.»
Istintivamente Simone si girò e gli schizzò un po' d'acqua sul viso agitando la mano «Non ti aiuto più la prossima volta, sappilo.»
Manuel si scostò e si passò il braccio sul viso per asciugarsi «Ma sei cojone? Guarda un po' questo oh.»
L'altro rise di gusto e lo imitò muovendo la testa «Quanto siamo suscettibili! Pe' du gocce d'acqua!» poi gli batté la mano sulla spalla «Vedi che se studiassi anche le altre materie oltre a quella di mio padre, avresti le capacità di farcela persino senza di me.»
Lui gli guardò le labbra com'era abituato fare con chiunque mentre parlava, gesto che invece aveva particolarmente effetto in Simone, e poi sorridendo gli disse «Vuoi mette questo con essere aiutato da 'sto bonaccio? Deve essere sfruttata questa testa qua!» fece la mossa di bussare sul suo capo.
Simone scosse la testa capendo benissimo la presa per il culo ed uscì dal bagno.
Provava una sorte di amore-odio nei confronti di Manuel e stava iniziando ad ammetterlo a sé stesso: il rapporto tra bellezza e stronzaggine in lui era direttamente proporzionale.
L'amico lo raggiunse e gli mise un braccio intorno al collo amichevolmente.
Sarebbe mejo se te staccassi Manu. Pensò, ma face finta di niente e continuò a camminare come se non avesse il profumo di Manuel vicinissimo. E come se non avesse la dannata cosa che bruciava. Paradossalmente, riusciva ad ignorarla più facilmente visto la frequenza con la quale compariva ogni volta che quel ragazzo gli stava vicino. Ed essendo compagni di classe questo accadeva spesso.
«Nun me voi aiutà più? Ti preego, semo amici no?»
Onestamente Simone non riusciva a darsi una risposta. Sperava di sì, comunque.
«Ah, semo amici perché ti aiuto?»
Lui gli sorrise «E certo! Le amicizie così cominciano. E poi, detto tra noi, sei l'unico che me ispira fiducia là dentro.» ci fu un attimo di pausa nel quale Simone si concentrò su quelle parole e sentì una strana felicità crescere in lui «Per non parlare che se mi faccio amico del figlio del prof avrò la strada fatta» scoppiò a ridere guardando la sua faccia.
«Ma sei pesante oh!» si tolse il suo braccio di dosso «stai sempre a mette in mezzo lui, datte 'na calmata.»
Manuel continuava a ridere «Te sto a prende in giro!»
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Aerei di carta #simuel
Teen FictionQuesta è una storia che è nata con l'intento di mettere in risalto ciò che, per motivi logici, l'immagine televisiva non mostra. I pensieri, i sentimenti, le lotte introspettive che i personaggi affrontano. Tutto quello che c'è dietro l'iniziativa d...