Capitolo 23 -una gionata dura-

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La mattina seguente mi svegliai di malumore e piuttosto presto.

Mi trascinai in bagno a farmi una bella doccia, mi asciugai e mi misi un intimo, dei leggins di pelle, una maglietta rosa shocking, mi truccai molto leggermente solo con del mascara e preparai il borsone per la palestra, ogni anno di solito vado in palestra a sfogarmi e di solito mi aiuta, andai in cucina e feci colazione con solo del caffè dopodiché mi misi le vans blu ai piedi e una giacca di pelle, scrissi un bigliettino a El per avvisarla e andai in palestra attaccandolo al frigorifero.

Ero l'unica per strada, ne anche grazie al ora, dato che sono le 6.04 e quindi arrivai anche abbastanza velocemente.
Appena entrai mi diressi subito allo spoiatoio e vi entrai, mi cambiai e misi tutte le mie cose in un armadietto che chiusi con un lucchetto, la chiave la misi nella coppa del reggiseno e andai verso gli attrezzi.

La palestra è quasi deserta se non per il personal trainer e qualche ragazzo e ragazza.

Iniziai a correre veloce per mezz'ora senza fregarne che sarei sudata come un maiale.

Corsi per liberare la mente

Corsi per sfogarmi

Corsi per sentirmi meglio

Corsi per non pensarla

Corsi per non sentirmi incolpa

Si perché è solo colpa mia se lei è morta, è solo colpa mia se il suo cuore ha smesso di battere, è solo colpa mia che non sono stata in grado di crearla per bene con tutti gli organi perfettamente funzionanti, è solo colpa mia se lei ora è sepolta da qualche parte, è solo colpa mia se i miei genitori non mi vogliono dire dove è sepolta ed è solo colpa mia se ora sono qui a ricordarla e non a prepararle una festa di compleanno

Il macchinario iniziò a rallentare facendomi capire che ho corso per mezz'ora, quando si fermò bevvi un sorso d'acqua e mi diressi verso la stanza dove ci sono i sacchi da box, presi dei guantoni da una mensola e me li misi andando verso un sacco.

Mi immaginai sopra la mia faccia è iniziai a colpire.

Hanno ragione a dire che sono brutta, grassa, stupita, scema, egoista e tutto, perché sono stata talmente egoista da far morire lei e non me, avrei voluto che succedesse il contrario. Avrei voluto morire io al suo posto, avrei voluto essere io da qualche parte sotto terra e non lei. Lei non meritava di morire, io invece si.

Senza neanche accorgermene iniziai a colpire il sacco ancora più forte immaginandomici sopra, inizia a tirare anche calci oltre a pugni e continuai così, senza sosta per chi sa quanto tempo a sfogare la rabbia su me stessa, le mani iniziarono a farmi male ma me ne fregai, il dolore che provo dentro è più forte.

X< fermati! Così ti farai solo male!> disse una voce dietro di me e mi girai per poi trovarmi davanti il ragazzo biondo con gli occhiali azzurri che c'era in discoteca la sera prima di partire per l'Africa

Io< buon giorno anche a te> gli risposi osservandolo, ha dei pantaloncini da basket neri e una canottiera sempre nera, a quanto pare il nero deve essere il suo colore preferito, aspe come si chiamava? Lucas? Luca?

X< già, buon giorno, ti ricordi di me vero? Sono Luke> si ripresentò, LUKE ecco come si chiamava

Io< certo che mi ricordo di te> gli risposi < cosa ci fai qui?> gli chiesi dopo pochi secondi i pausa

Luke< la stessa cosa che fai tu, sono venuto a sfogarmi però quando ti ho vista colpire così forte il sacco mi sono spaventato> rispose alla mia domanda

Io< e cosa ti preoccupa?> chiesi <Se posso saperlo ovviamente> aggiunsi subito dopo

Luke< la fama, non riseco più a uscire di casa senza che qualche paparazzo mi assalga, quando volevo diventare famoso non mi importava della quasi inesistente privacy però ora non riesco più a sopportare i paparazzi> disse sedendosi a terra e mi sedetti anche io sabato a lui

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