Quella mattina ero riuscita a dormire più di tre ore, e avevo addirittura intenzione di svegliarmi più tardi, non dormo molto di solito, infatti ci sono anche quelle volte che non dormo due notti di fila e svengo sempre, ma oggi no, oggi voglio dormire, finché posso. Purtroppo a scombussolare i miei piani è la voce di Friday che mi dice che mio padre mi vuole di sotto tra un'ora. Sbuffo e mi alzo, guado sulla lavagnetta elettronica appesa al muro i programmi di oggi, il nuovo Avenger deve venire qui alla torre oggi, per firmare il contratto e per trasferirsi qui ufficialmente. Prendo la penna e segno che oggi ho allenamento dalle cinque alle sette e mezza, per non dimenticarmelo. Ho sempre avuto questo problema della memoria, dimentico quasi tutto e molto velocemente, per questo mio padre ha costruito la lavagna elettronica per me. Se qualcuno mi chiedesse del rapporto con mio padre non saprei che rispondere, forse direi che è un rapporto normale, ma se dovessi andare a fondo direi che non è sempre molto presente nella mia vita, diciamo che è impegnato ad essere iron-man e io non posso fare nulla, inizialmente nutrivo molta rabbia nei suoi confronti, ma sta iniziando ad essere più presente per me, diciamo che ha deciso di starmi più vicino solo quando ho iniziato a prendere delle pillole per dormire e per la memoria.
Scendo di sotto,e al tavolo trovo gli Avengers a fare colazione, "Buongiorno gente!" Urlo sedendomi al tavolo anche io "Chicago, mangia velocemente tra poco arriva il nuovo Avenger con sua zia" mi mette da vanti un piatto di pancake papà "non preoccuparti principessa, siamo in orario" "non provocarmi pidocchio" mi punta il dito contro "quanto hai dormito sta notte?" Chiede Nat "cinque o sei ore" "fai progressi" mi sorride Visione "sono migliora, vero?" "Si tesoro" mi bacia la fronte Iron-man "oggi l'allenamento è dalle cinque alle sette e mezza" mi informa Steve "lo so, l'ho segnato sulla lavagna, sarò in palestra puntuale, non preoccuparti" mi alzo dalla sedia e vado in laboratorio col piatto di pancake in mano "dove vai?" "In laboratorio, voglio controllare ancora una volta i documenti che riguardano Spider-man". Una volta arrivata in laboratorio mi siedo sulla poltrona di papà e continuo a mangiare "Friday, parlami di spider-man" "certo signorina Stark" risponde l'intelligenza artificiale "Peter Parker, va al liceo scientifico nel Queens, nato nel 2006, è orfano e vive con sua zia, sua tutrice legale, è stato morso da un ragno radioattivo, che gli ha permesso di diventare spider-man" mi fa vedere una sua immagine"abilità?" "Forza, resistenza a danni, agilità, e riflessi" spiega "ben rifornito" sussurro mettendo i piedi sulla scrivania, la porta del laboratorio si apre all'improvviso, e vedo entrare mio padre, spider-man e sua zia, il ragazzo mi saluta e osserva la sua foto sull'ologramma "salve, sono Chicago Stark" stringo la mano al ragazzo e alla zia "ciao" mi osserva "e-ero io, q-quello s-sullo schermo?" "Si, stavo facendo delle ricerche, tranquillo" si siedono sulle poltrone da vanti alla scrivania, mio padre si siede dall'altro lato sulla sua poltrona, io prendo i documenti che Peter e la sua tutrice legale devono firmare, li metto da vanti a loro prima di sedermi affianco Iron-man "avete domande?" "Si, al dire il vero si" alza la mano May "come farà con la scuola?" "Può studiare da qui, con mia figlia, Chicago sa sempre studiato da casa, con la scuola online, e vi assicuro che è eccezionale" "va bene.." annuisce la donna, le porgo la penna così che lei possa firmare, "io.. i-io la ringrazio, p-per l'opportunità.." balbetta Peter "noi ringraziamo te Peter" i due firmano, e metto i documenti in uno dei tanti cassetti al sicuro, "Chicago puoi far vedere a Peter la sua stanza?" "Certo" ci alziamo entrambi dalla sedia e usciamo dal laboratorio, andiamo in ascensore e ci dirigiamo all'ultimo piano, "l'ultimo piano?" Chiede lui "si, mio padre ha fatto mettere le camere lì... raccontami qualcosa di te" "non dai già tutto di me? P-per via delle ricerche" continua a balbettare "oh certo, io so tutti di tutti, ma voglio sapere qualcosa in più" arriviamo all'ultimo piano e scendiamo dall'ascensore, "vengo dal Queens" "mh mh" annuisco cercando la sua porta "ho sedici anni" "tra poco anche per me sono sedici" apro la porta della sua camera "quando?" "Tra un mese" entriamo nella stanza e lui sussulta "wow.. è bellissima" la camera è uguale alla mia, cambiano solo i colori, che sono blu e nero, "contenta che ti piaccia, l'ho fatta io" "h-hai f-fatto un'ottima lavoro" sussurra abbassando lo sguardo "grazie, allora, ti spiego un po' di cose, la colazione è alle sette e un quarto, puntuale mi raccomando, altrimenti sei costretto a mangiare qualche fetta e biscottata, il pranzo è alle tredici, e la cena alle otto, in punto, abbiamo i turni per lavare i piatti e per cucinare, il tuo turno è il lunedì" "d-davvero? Io pensavo che i macchinari facessero tutto" "prima si" alzo le spalle "poi un dipendente è morto per colpa loro e li abbiamo tolti" guardo Peter che sgrana gli occhi e si mette la mano sul petto spaventato "ti sto sfottendo" rido, fa un sospiro di sollievo e leva la mano dal petto "nessuno è morto qui dentro tranquillo Peter" mi ricompongo "gli orari degli allenamenti sono scritti sul tabellone che si trova da vanti all'ingresso della palestra al settimo piano, va bene?" "S-si grazie" "se hai bisogno di una mano, o se hai semplicemente delle domande questa è la mia porta" indico la camera da vanti alla sua "bussa quando vuoi" "G-grazie, s-signorina Stark" balbetta "chiamami semplicemente Chicago" gli sorrido "c-che bel nome.. Chicago.. è p-particolare" "grazie Peter.. Friday" chiamo l'intelligenza artificiale "si signorina Stark?" "Fa portare su i bagagli di Peter" ordino "subito Signorina" "non preoccuparti, posso farlo da solo" "scherzi? Dovranno essere pesanti, non te li farò portare da solo" mi volto verso di lui "questa è la chiave della tua camera" gli do la tessera "grazie" la prende e la mette nella tasca dei suoi Jeans, "seguimi" andiamo nella mia camera "questo.." prendo un computer "è un computer più tecnologico, ti servirà se devi fare lezione con me" "g-grazie" lo prende "se hai bisogno di altro, io sono qui, e se non ci sono basta che chiami Friday" "va bene.." .
È ora di pranzo e come al solito Friday mi chiama per scendere. Quando apro la porta della mia camera mi trovo Peter sullo stipite della sua porta "hey" lo saluto "c-ciao.. Friday h-ha chiamato pure te?" "Chiama tutti quando dobbiamo mangiare" scendiamo al piano di sotto. Quando arriviamo troviamo gli Avengers a tavola che guardano Peter "ragazzi, lui è spider-man, il nuovo Avenger" lo indico, ci sorsiamo a tavola, e Parker si siede accanto a me "benvenuto ragazzo" gli stringe la mano Cap "g-grazie" "a che ora abbiamo allenamento?" Chiedo "alle cinque, te lo sei già dimenticata, stamattina lo ricordavi" mi informa Nat "davvero?" "Si" sbuffo e dalla tasca del pantaloni prendo la scatolina di medicinali, che ingoio con un bicchiere d'acqua.
Peter's pov
Guardo con fare confuso Chicago che prende il farmaco, a cosa serve? È malata? È una malattia grave? Bho. Smetto di pensare alle sue pillole e mi concentro sul suo viso. Penso sia molto bella, ha degli occhi fantastici, ho sentito poco e niente di quello che mi ha spiegato perché sono stato a guardarla tutto il tempo, ma spero lei non l'abbia notato. Wanda mette a tavola il polpettone, e ne distribuisce a tutti, "il polpettone di Wanda è il migliore" mi spiega Chicago "smettila" si siede la ragazza dai capelli rossi "a me piace tantissimo il tuo polpettone". Parlano per tutto il tempo fino a tardi, io no, non mi sento molto a mio agio in mezzo a persone che io non conosco, anche se Chicago cercava di introdurmi spesso nella conversazione.
Si fanno le cinque del pomeriggio e scendo per andare in palestra. Quando arrivo trovo quasi tutti quanti, ci sono, Chicago, Capitan America e la Vedova nera. "Ciao Peter" Mi saluta la più giovane "ciao.." "allora, ti spiego come funziona, qui combattiamo a coppie, quindi siccome sei nuovo qui ti facciamo scegliere con chi vuoi combattere per oggi" mi informa "t-te" "sei sicuro?" Chiede il Capitano "guarda che lei ti stende in poco tempo" "ha scelto così Steve, lascialo in pace" mi fa un sorriso malizioso "posso cambiare?" Chiedo spaventato "no" ridacchia "ma hai detto che posso scegliere" "lo hai fatto" ci mettiamo in posizione, "tre.. due .. uno.. vai!" La vedova nera ci da il via, subito la ragazza prova a darmi un pugno che io schivo inarcando la schiena in indietro, mi prende per il collo e facendo forza mi fa finire per terra, facendomi urtare la schiena "tutto bene novellino?" Mi sfotte, mi porge la mano e mi aiuta a rialzarmi "non è stato piacevole" mi metto una mano dietro la schiena "ad ogni azione c'è una reazione, giusto? Tu hai inarcato la schiena in indietro, così bastava una semplice spinta, mi hai facilitato il lavoro" "c-capito" ci rimettiamo in posizione "tre.. due.. uno.. via!" Ci fanno i lo via, provo e colpire la ragazza, che si abbassa, prende il mio braccio, si gira dandomi le spalle, e tirando il braccio finisco per terra di nuovo "non me lo aspettavo" "lo so" mi porge di nuovo la mano.

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I think I love you
Fanfiction\SCUSATE I MIEI PROBLEMI DI ORTOGRAFiA/ Chicago Stark. La figlia di Tony Stark. Il suo carattere è molto forte, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, sa come difendersi, e spesso può essere molto irritante. Ha i capelli lunghi fino alla cla...