Mi sveglio con un leggero mal di testa, e mi ricordo della festa dell'amica di Chicago, ho bevuto qualcosa. La porta della mia camera si apre ed entra Chicago "hey" la saluto "mi sta scoppiando la testa" si mette la mano sulla fronte e si stende accanto a me "hai bevuto di brutto ieri sera" ridacchio "non ricordo niente" "io si" "ti prego dirmi che non ho fatto cazzate" unisce le mani in segno di pregierà "niente di sconvolgente, hai solo ballato su un cubo" "oh grazie signore" sospira "a che ora l'allenamento oggi?" Chiede "dalle cinque alle sette" "questa volta starai in coppia con me, sappilo" "no" scuoto la testa "invece si, se continuerai a stare in squadra con Steve, che ti tratta come una principessa perché sei appena arrivato, ti scorderai come si tira un pugno" "ma tu mi spaventi" ridacchio "fai bene ad essere spaventato" prende un cuscino e mi colpisce "cosa hai appena fatto?" Alzo la schiena dal letto, le prendo i polsi, con un po' di pressione li attacco sopra la sua testa e li tengo con una mano, inizio a farle il solletico, così lei allaccia le gambe attorno al mio collo e ribalta la situazione, si mette a cavalcioni su di me e ridiamo come pazzi, ma ci fermiamo appena ci accorgiamo della posizione "s-scusa" balbetta "t-tranquilla" "sai cosa? Vado a prepararmi.. poi busso alla tua porta e.. scendiamo insieme di sotto?" "Va bene" annuisco "bene.. a dopo".
Bussano alla porta ed apro, "hey, andiamo a mangiare?" "Si, ho una fame da lupi" esco dalla camera e andiamo in ascensore, si volta verso di me e mi sorride, così ricambio, però all'improvviso la sua espressione cambia, e sembra confusa, "tutto bene?" Si guarda attorno, prima di alzare lo sguardo verso di me "perché siamo qui?" "Perché siamo qui? Ma che domande sono?" Rido, però vedo che rimane seria "ma come Chicago... siamo in ascensore per andare a mangiare" "a mangiare?" "Si, ma stai scherzando?" L'ascensore si apre e lei si mette seduta attorno al tavolo "stai bene Chicago?" Le si avvicina il padre "io... non capisco.. perché sono qui?" "Nat, le pillole" Natasha lancia le pillole al signor Stark che fa ingerire a Chicago con forza "ma.. che le succede?" Chiedo avvinando anche io a lei "non sai della sua malattia?" "Malattia? Perché che ha?" "Dimentica, semplicemente questo, ha iniziato a scordarsi delle cose banali, come i compiti, ed è peggiorata... il dottore pensa che in futuro potrebbe anche dimenticarsi di noi, di me, di sua madre..." sospira "si è paralizzata quando le ho chiesto della madre, cosa le è successo?" "L'ha abbandonata, aveva cinque anni, e se ne andò" "non è mai più tornata?" "No" scuote la testa "vieni qui" mi siedo accanto a lei "ti piace la marmellata?" Le chiedo e lei annuisce, prendo un pancake, spalmo su la marmellata di fragole e gli porgo il pancake che subito morde "è buono?" "Mh mh" "ogni quanto deve prendere le pillole?" Chiedo ad Iron-man "ogni volta che si dimentica di qualcosa" "bene.. le andrò a comprare, e le porterò sempre con me, così posso dargliele quando dimentica" "sei.. molto dolce" sorride Wanda.

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I think I love you
Fanfiction\SCUSATE I MIEI PROBLEMI DI ORTOGRAFiA/ Chicago Stark. La figlia di Tony Stark. Il suo carattere è molto forte, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, sa come difendersi, e spesso può essere molto irritante. Ha i capelli lunghi fino alla cla...