Parenti serpenti

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Jang-Mi era una signora di cinquantasette anni che lavorava per la sartoria da che ne avesse memoria. Portava i capelli scuri cotonati e sciolti sulle spalle, tenuti insieme da una lacca talmente potente che probabilmente veniva venduta in un ferramenta come super colla. Da quando Taehyung aveva iniziato a lavorare per Jung-Su, aveva avuto a che fare con Jang-Mi praticamente ogni giorno. L'impossibilità di quest'ultima di avere figli, aveva fatto sì che Taehyung si era ritrovato con una premurosa e forse un po' troppo insistente mamma chioccia, che lo aveva preso sotto la sua sudata ala. Ogni volta che si recava al suo banco, mentre era intenta a cucine perline microscopiche con le sue agili dita o a fare l'orlo a un paio di pantaloni con la sua fidata Nelly, la macchina da cucire, con la quale teneva delle intere conversazioni durante le ore di solitudine lavorative, si premurava di accertarsi che Taehyung avesse fatto colazione prima di recarsi al lavoro, che avesse tempo per mangiare un boccone per pranzo o che fosse vestito abbastanza caldo, perché in quel palazzo con tutti quei vetri il freddo entrava fin dentro le ossa.

-Jang-Mi-nim! Come stai oggi? Ti fa ancora male la spalla? – Taehyung si appoggiò con i gomiti al bancone dove la donna stava lavorando.

-Oh Taehyungie, ormai non ci faccio più caso, se do ascolto a tutte le ossa che mi fanno male, dovrei rimanere sempre a letto. Ma dimmi caro, cosa posso fare per te? –

-Il fitting inizierà domani, devi assolutamente cambiare questi bottoni, altrimenti Jung-Su mi fa fuori prima che possa mettere piede nel suo ufficio- appese le giacche eleganti alla rella.

-Quel Jung-Su deve capire che non può cambiare idea dal giorno alla notte, sono sicura che questi fossero i bottoni che ha richiesto! Accidenti a lui!  E poi deve smetterla di trattarti come una pezza da piedi, spero che oggi avrai almeno il tempo di sederti e mangiare qualche cosa con calma, se alla mensa fa tutto schifo, passa qui, ieri ho fatto del bibimbap che è la fine del mondo- all'ennesimo tentativo di Jang-Mi di metterlo all'ingrasso manco fosse un tacchino prima del giorno del Ringraziamento, la salutò e si avviò verso la sua scrivania.

Fortunatamente quella mattina Jung-Su era impegnato in lunghe riunioni per stabilire gli ultimi dettagli per il lancio della nuova collezione. La speranza era quella che sarebbe stata una giornata tranquilla, avrebbe finito quello che c'era da fare lì al lavoro, sarebbe passato al market sotto casa a fare rifornimento per il frigo che piangeva per la sua vuotezza da giorni e sarebbe tornato a casa, concedendosi una doccia rilassante. Il ding dell'ascensore che si apriva al piano, gli fece sollevare gli occhi dal caffè bollente che stava sorseggiando nella speranza che gli infondesse un po' di energia vitale.

-Tae! – un Jimin saltellante fece il suo ingresso afferrando la sua tazza e trangugiando un lungo sorso.

-Hey Chim! Andiamo a pranzo insieme? Devo scappare dalle grinfie di Jang-Mi che attenta al mio girovita- disse pizzicandosi la pelle morbida del suo addome.

-Non devi preoccuparti del tuo giro vita, sei bellissimo e la gente farebbe la fila per te, devi solo approfittarne- Taehyung gli scoccò un'occhiataccia, afferrò il telefono e insieme si diressero verso la mensa, mentre valutava se alterare la sua severa routine che prevedeva lo spostarsi dal divano alla cucina e dalla cucina al divano per tornare ad allenarsi nella palestra frequentata assiduamente sia da Jimin che da Namjoon. 

-Ragazzi! Come va? - Jin si stravaccò sulla sedia accanto a Jimin appoggiando malamente il vassoio strabordante di cibo, mentre Hoseok si sedeva di fronte a lui sorseggiando una Sprite. Il giorno prima del fitting, tutti i modelli dovevano presentarsi per il controllo finale delle misure, per accertarsi di non aver preso neanche un grammo e far sì che tutti gli abiti calzassero a pennello.

-Mangi tutta quella roba?? Non hai paura che la cerniera dei jeans non si tiri su? – Jimin guardò il piatto di Jin con gli occhi sgranati.

-Ho un metabolismo velocissimo e queste spalle non si mantengono di certo ad aria- affondò le bacchette nel riso cacciandosi in bocca una grossa porzione.

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora