Sentiva il sudore scendergli lungo la spina dorsale.
Gocce fredde che partivano dalla nuca e scendevano giù attraverso il collo largo della maglietta creando sentieri contorti e spiacevoli. Non si sentiva così agitato probabilmente dall'ultimo esame che aveva dato all'università. Quello in effetti aveva tutta l'aria di essere un esame e uno di quelli peggiori. Il professore in questione era di quelli intransigenti che vogliono vedere come vai in panico dopo la prima domanda e fai scena muta a tutte le altre, solo per chiederti alla fine con un ghigno per nulla promettente, se avevi almeno aperto i libri tu che ci aveva passato l'intero mese precedente perdendo le ore di sonno, per dirti infine di ripresentarti all'appello successivo.
La sensazione di spaesamento e di paura era la stessa mentre stava seduto su quella sedia che non riusciva a sembrargli comoda in nessuna posizione, difronte a quel tavolo sgombro, mentre dall'altra parte il suo migliore amico lo fissava senza battere ciglio ormai da interi minuti e senza proferire una singola parola.
Non avrebbe retto quella tensione ancora a lungo, non con Jimin.
Alla fine, la sera precedente si era fatto riaccompagnare a casa da Jungkook dato che il suo migliore amico si era volatilizzato nel nulla con Yoongi, mollandolo lì pieno di sensi di colpa e di una grandissima voglia di urlare e mettersi a piangere. Il corvino lo aveva accompagnato fino al suo portone, forse nella speranza di poter entrare e concludere la serata su qualche superficie del suo appartamento. Taehyung però era di tutt'altra idea. Sentiva che per quella giornata era successo fin troppo e voleva solo addormentarsi e svegliarsi nella speranza di aver fatto solo un brutto sogno, nonostante fosse perfettamente lucido e fin troppo cosciente. Per fortuna Jungkook parve capire e non insistette oltre dileguandosi.
Quando quella mattina aveva aperto gli occhi con un dolore lancinante alla testa e l'umore di un condannato alla gogna, aveva letto l'unico messaggio presente sul suo cellulare.Da Chim:
Alle 8 sono da te
Di lì a pochi minuti aveva aperto la porta ad un Jimin impeccabile e fresco come una rosa, come se la sera prima non si fosse scolato l'intero bancone degli alcolici. Lui, invece, era uno straccio. Aveva profonde occhiaie scure, i capelli ridotti a un nido per uccelli, l'alito nauseabondo e solamente un paio di boxer gialli addosso.
Appoggiò i gomiti sul tavolo giungendo le mani a mo' di preghiera e abbassando il capo quasi a sfiorare il bordo.
-Ascolta Chim, quello che hai visto ieri sera...- non sapeva neanche lui da dove cominciare.
Da quando era andato nel panico più completo cercando di capire cosa era quella attrazione nei confronti di Jungkook? Oppure da quando aveva cercato di capire se fosse diventato improvvisamente gay?
Era successo così tanto in così poco tempo che ora che doveva rimettere in ordine le cose, non ci riusciva. Era tutto un gran casino e lui non trovava il cappio da cui partire per srotolare quella matassa ingarbugliata che era la sua vita.
Jimin continuava a non proferire parola, con le braccia incrociate e lo sguardo più serio che gli avesse mai visto.
Il suo migliore amico non si arrabbiava spesso e non era neanche un tipo particolarmente permaloso, ma quelle poche volte che aveva avuto occasione di litigare con lui, aveva in un certo senso temuto per la sua incolumità se non fisica, psicologica.
Jimin dimostrava la sua rabbia rimanendo in silenzio e accumulando fino a che non esplodeva come una bomba ad orologeria e non c'era modo di fermarlo, né tantomeno di ribattere, prima che avesse finito. Spesso e volentieri era talmente infervorato che arrivava agli insulti diretti, toccando i suoi punti dolenti con una precisione invidiabile. Non gliene faceva di certo una colpa, sapeva che non credeva davvero a quelle cose e che gli avrebbe chiesto scusa una volta ristabilita la pace, ma lì per lì faceva comunque male.
Quella volta però, nonostante Jimin stesse in silenzio come suo solito, c'era qualcosa che non andava.
Perché non sentiva il sentore della sfuriata imminente? Perché non c'era quel tic al sopracciglio destro che compariva ogni volta che si apprestava a urlargli contro?
La situazione iniziava a inquietarlo e non sapeva cosa aspettarsi.
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Between you and me
Fanfiction-TAEKOOK Taehyung aspira a diventare un famoso stilista e per farlo, deve prima imparare a destreggiarsi nel colorato mondo della moda. Tra modelli bellissimi, abiti eccentrici e amici incorreggibili, si troverà a dover incastrare nella sua vita fre...