Like a Virgin

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Il frullato alla fragola aveva lo stesso sapore squisito di sempre, proprio per questo non riusciva a spiegarsi del perché sentisse qualcosa che non andava a livello dello stomaco. Che il latte fosse andato a male? Improbabile. 

La verità, che non voleva accettare, era proprio seduta davanti a lui, mentre sorseggiava un latte alla banana dalla cannuccia verde. Jungkook lo aveva letteralmente trascinato via alla fine dello shooting e ora si ritrovavano in quel locale da almeno un'ora, senza degnarsi vicendevolmente di una singola parola. Avrebbe dovuto darsela a gambe levate come si era ripromesso e invece, come il cretino quale era, aveva seguito Jungkook senza protestare. Come poteva svignarsela adesso? Guardò l'ingresso a pochi metri di distanza, magari con uno scatto veloce avrebbe potuto raggiungerlo...no, decisamente impossibile, il corvino lo avrebbe afferrato senza neanche dargli il tempo di mettere un piede fuori dalla porta. 

Maledizione!

Nel mentre, Jungkook aveva lasciato i soldi sul tavolo pagando per entrambi e calandosi maggiormente il cappello sugli occhi, lo aveva invitato a seguirlo nuovamente nella sua auto.

-Casa mia è dall'altra parte- avevano imboccato la strada che costeggiava il fiume Han, mentre il sole lentamente iniziava a tramontare colorando il cielo di una leggera sfumatura arancione, che gli ricordava tanto le pareti della cameretta di quando era bambino. Rimase incantato nell'osservare l'acqua del fiume cambiare di tonalità, dimenticando per un momento della situazione scomoda in cui si trovava. Si ridestò solo quando sentì Jungkook parcheggiare in uno spiazzo solitario, scendere dall'auto e appoggiarsi al cofano con le mani affondate nelle tasche, in attesa che lui lo raggiungesse. L'aria era fredda, ma per una volta non gli dispiacque sentire le guance ghiacciate, gli dava una sensazione di sollievo apparente a tutto quello che gli vorticava in testa. Lanciò una breve occhiata al ragazzo al suo fianco, nonostante il cappello gli coprisse gli occhi, riusciva ancora a scorgere il suo profilo. Il naso tondo, la mascella ben definita, la pelle chiara e pulita, una piccola nuvola di vapore caldo che fuoriusciva dalle labbra sottili. Taehyung non era mai stato un tipo da lunghi silenzi, non sopportava i vuoti e cercava sempre di riempirli in qualche modo, che fosse una frase di circostanza o una battuta stupida. Solo con Jimin riusciva ad accettarli, perché tra di loro spesso non c'era bisogno di parole, bastava uno sguardo per capirsi, come solo per due anime gemelle era possibile. Proprio perché iniziava a non sopportare più quel clima teso che si era creato, aveva raccolto tutto il coraggio che aveva in corpo, deciso a mettere un punto a quella situazione.

-Jungk-

-Perché sei scappato? – la testa di Taehyung si voltò di scatto, era stato zitto fino a quel momento e proprio ora che si era convinto a buttare tutto fuori, doveva parlare?

-Jung-Su mi aveva chiamato e dovevo...-

-Il vero motivo Taehyung- era forse la prima volta che lo chiamava con il suo nome per intero e la cosa non gli piacque per niente.

-Ascolta Jungkook, è stato un errore. Non ero lucido e tutto quello non sarebbe dovuto accadere- sputò fuori quelle parole come se le avesse trattenute sulla punta della lingua per troppo tempo.

-Perché non facciamo finta che non sia successo nulla e torniamo a come eravamo prima? Tornerò in palestra per allenarmi con te e tu mi prenderai in giro per i muscoli che non ho e poi andremo da Yoongi, o da Jimin e passeremo delle belle serate con tutti gli altri- aveva iniziato a gesticolare come ogni volta che era agitato e lasciava che le parole gli fluissero fuori dalla bocca velocemente.

-Tsk! – Jungkook scosse la testa emettendo uno sbuffo stizzito.

-Pensavo fossi decisamente più coraggioso, ma mi sbagliavo di grosso. Sei un vero ipocrita-

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora