Principessa in pericolo

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-Yeotan smettila di abusare delle mie ciabatte! - stava assistendo all'impietoso stupro dal tavolo della cucina, mentre cercava di prepararsi un pranzo almeno commestibile. Nell'udire la voce del padrone, il cucciolo fortunatamente lasciò perdere la sua vittima per zampettare fino ai suoi piedi scodinzolando contento.

Era una domenica pomeriggio e non aveva messo piede fuori di casa, né tantomeno aveva degnato il suo cellulare di uno sguardo e non aveva intenzione di farlo fino alla mattina seguente, quando lo avrebbe dovuto accendere per necessità lavorative. Portò alle labbra il mestolo per sentire se la sua zuppa di miso fosse pronta. Dopo aver constatato che fosse decisamente troppo salata e che non si avvicinava neanche lontanamente a quella preparata da sua madre, spense il fuoco aprendo l'ennesimo pacco di ramen istantaneo. Mentre affondava le bacchette a prendere l'ennesimo boccone, ripensò con rimpianto alla cucina di Jungkook e di come tutto fosse gustoso e straordinariamente buono.

Jungkook, già.

Quanti giorni erano passati da quando era letteralmente scappato dal suo appartamento? Quattro? Cinque? Non ne era certo. Non aveva neanche voluto provare a rielaborare quello che era successo. Semplicemente non voleva crederci. Perché non poteva essere tutto un sogno dal quale poteva benissimo svegliarsi e rendersi conto che in realtà niente era cambiato? Lui non provava attrazione nei confronti di un uomo, Jungkook non era mai esistito e soprattutto loro non si erano mai baciati mettendosi le mani addosso. Se solo lo sfiorava il pensiero delle labbra di Jungkook contro le sue, delle loro lingue intrecciate e delle mani venose del corvino sulle sue chiappe mentre lo sollevavano da terra...

Gli era piaciuto. Gli era piaciuto TUTTO, non si era mai sentito così eccitato in vita sua, con nessuna ragazza, neanche quella più belle ed esperte che avesse avuto.

Merda.

Non dovevano arrivare fino a quel punto. Avevano decisamente attraversato un confine invalicabile ignorando tutti i cartelli con scritto "PERICOLO" ed ora navigavano in un mare di merda.

La fame gli era passata improvvisamente.

Jungkook aveva più volte provato a contattarlo in quei giorni, passando dai messaggi alle chiamate, ma lui codardo, non aveva risposto né agli uni né alle altre. Per sua fortuna, nonostante il modello sapesse dove abitasse e dove lavorava, aveva deciso di non presentarsi. Aveva da tempo ammesso a sé stesso di provare attrazione per il corvino, la sua era una cotta, una semplice infatuazione che sarebbe passata velocemente e che, nel migliore dei casi, sarebbe sfociata in una bella amicizia. Era arrivato persino a pensare che, se avessero fatto sesso una volta, se lo sarebbe poi tolto definitivamente dalla testa. Avrebbe soddisfatto quella curiosità e allora la sua anima si sarebbe messa per sempre in pace. La verità, però, era che era fottutamente terrorizzato di quello che sarebbe potuto succedere. Se Jung-Su non li avesse interrotti, poteva benissimo immaginare come sarebbe proseguita il resto della serata.

Lui. Passivo.

Chiunque, guardando Jungkook, non avrebbe potuto dire il contrario e la cosa lo mandava in panico. Il suo buco lì dietro era più vergine della Beata Vergine Maria e fanculo tutto, il solo pensiero che ci dovesse entrare qualcosa...NO, ASSOLUTAMENTE NO.

Per quanto ancora sarebbe riuscito a evitarlo? Di certo non molto.

Si lasciò cadere sul letto abbracciando il cuscino. Il cellulare squillò per l'ennesima volta. Quando notò che era il numero di Jimin, si affrettò a rispondere.

-Hey Chim! -

-Allora sei vivo! Dimmi che non hai ancora il culo piantato sul divano-

-In realtà è piantato sul letto-

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora