Per un soffio

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Trascorse un'altra settimana e Taehyung andò in palestra quasi tutti i giorni. Lottò contro le proteste dei suoi muscoli doloranti, contro il sudore che gli imperlava la fronte e gli bagnava le maglie, contro gli odori pungenti degli spogliatoi e dei suoi calzini a fine giornata. Quale era stata la valida motivazione che lo aveva spinto ad abbandonare la sua vita da bradipo in letargo, per quella di una gazzella? Beh, era stato il suo personal trainer non pagato che lo faceva sgobbare come fosse un marine, ma nonostante tutto, iniziava a provarci gusto. Non ci poteva credere e non lo avrebbe mai ammesso, ma si divertiva anche quando il corvino lo prendeva in giro per i suoi inesistenti muscoli, che invece iniziavano a spuntare fuori timidi. Anche i flirt si erano intensificati e perfino quelli iniziavano a dargli una certa soddisfazione, soprattutto quando non si lasciava cogliere impreparato e riusciva a rispondere a tono, con sommo piacere da parte dell'altro.

Quello che si era creato tra di loro era una sorta di giochino perverso, nel quale si stuzzicavano senza mai andare troppo oltre e andava bene così. Poteva reggere quella leggera tensione tra di loro, finché entrambi tenevano le mani apposto e le mutande calme. Questa ultima parte, non era proprio semplicissima. Vedere Jungkook sudato mentre si allenava, con i muscoli tesi e pompati e le vene sporgenti, attentavano alla sua salute mentale e alle quiete nei suoi boxer un po' troppo spesso.

-Forza Tae! Ancora un paio e hai finito- lo incoraggiò. Era subentrato anche quel diminutivo, che suonava così diverso dalla sua bocca rispetto a quando lo pronunciavano tutti gli altri.

Sollevò ancora e ancora i manubri, fino a sentire le braccia tremare per lo sforzo.

-Basta! Se ne faccio ancora uno domani non riuscirò neanche a sollevare il caffè- esausto rimise l'attrezzatura al suo posto, asciugandosi il sudore dalla fronte con l'asciugamano.

-Ya! Quanto sei esagerato- lo prese in giro allungandogli una bottiglietta d'acqua che finì in poche sorsate.

-Ti va di accompagnarmi in un posto? -

-Adesso? Ma dobbiamo andare da Jimin! - guardò fuori ed era già buio.

-Si, devo essere lì tra mezz'ora. Se ci sbrighiamo facciamo in tempo-

Mezz'ora dopo erano nell'auto del corvino, diretti chissà dove.

-Dato che non mi vuoi dire dove stiamo andando, almeno informami del perché hai chiesto di accompagnarti-

-Mi dovrai tenere la mano, Biondino- Taehyung pensò che stesse scherzando, ma quando poco dopo si ritrovò seduto su uno sgabello a fianco al lettino sul quale era steso Jungkook a torso nudo, mentre si faceva tatuare il braccio, si dovette ricredere.

-Fammi capire. Tu hai paura degli aghi e hai tutti quei piercing e ti stai facendo tatuare metà braccio- quel ragazzo era una contraddizione vivente. Jungkook sghignazzò, guadagnandosi un'occhiataccia di rimprovero da parte del tatuatore per essersi mosso.

-Se ho qualcuno che mi incoraggia, la paura passa in secondo piano- Taehyung guardò la sua mano intrecciata a quella del corvino e nonostante il palmo sudato, non provò disagio, gli sembrava proprio lì dove doveva stare.

-Ma perché lo fai? - chiese curioso, mentre guardava l'ago affondare nella pelle chiara.

-Perché mi piacciono e perché voglio far incazzare i miei- Taehyung non indagò oltre, limitandosi a stringergli la mano fino ad opera conclusa.

-Vuoi qualche cosa anche tu? Magari una farfallina sulla caviglia- lo derise il tatuatore, mentre si toglieva i guanti e avvolgeva il braccio di Jungkook nella pellicola trasparente.

-No, grazie. Non sono il mio genere- rispose stizzito, mentre lo sguardo scorreva velocemente sulla macchia di colore che ora decorava il bicipite di Jungkook.

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora