Aprire gli occhi

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L'annuncio della chiusura del gate del suo volo lo destò dal torpore in cui era caduto.
Afferrò lo zaino, nel quale aveva infilato in fretta e in furia un cambio e il passaporto, tirandosi sulla testa il cappuccio della felpa e salì sull'aereo.
La hostess lo salutò cortese indicandogli il suo posto a fianco ad una signora di mezza età, con un cipiglio preoccupato stampato in faccia, che aveva preso a pregare nel momento in cui i motori avevano iniziato a rombare.
Guardò la distesa di nuvole dal finestrino chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta.
Ci aveva rimuginato per ore ed ore e, in uno slancio di determinazione, aveva comprato un biglietto aereo e si era precipitato, senza dire niente a nessuno, all'aeroporto.
Aveva pensato che fosse più sicuro avvisare qualcuno, magari Jimin, ma poi il timore che gli aprisse gli occhi e gli rendesse chiaro perché quella era davvero la più stupida delle idee che la sua mente in subbuglio potesse partorire, lo aveva fatto desistere.
Non voleva dare ulteriori pensieri al suo migliore amico, che era stato la prima persona che aveva chiamato, con mani tremanti, dopo una nottata passata sul pavimento del suo salotto, tra lacrime e singhiozzi.


A Jimin non ci era voluto molto per correre da lui, usare le sue chiavi di riserva per aprire in fretta la porta e stringerlo tra le sue braccia, mentre riprendeva a sciogliersi in un pianto disperato.
Solo dopo ore passati in quella posizione, Taehyung era riuscito, con voce sottile e roca, a spiegare a grandi linee quello che era successo e cosa Jungkook gli avesse urlato addosso.
Aveva osservato passare sul volto di Jimin tutta una serie confusa di emozioni in maniera rapida, fino a che non si era schiaffeggiato iniziando a prendere sé stesso ad insulti.

-Dio, sono un emerito imbecille! Scusami Tae, scusami! - gli si era inginocchiato di fronte, sciogliendo il loro abbraccio, mentre lui lo fissava non capendo, avvolto in un bozzolo di coperte, con gli occhi gonfi e arrossati.

-Chim, n-non capisco...di cosa ti stai scusando? -

Jimin aveva alzato lo sguardo su di lui, emettendo un profondo respiro.

-Ho accompagnato io Jungkook qui, gli avevo detto che era una pessima idea e che ti saresti arrabbiato, ma è così testardo che aaargh! Alla fine ho ceduto! Dio, sono un completo imbecille, un vero figlio di puttana, scusa mamma! Avrei dovuto assicurarmi che non ci stesse seguendo nessuno- aveva preso a farneticare, perdendosi nei suoi pensieri.

-Non è colpa tua, niente di tutto questo fottuto casino è colpa tua Chim. Me ne sarei dovuto semplicemente tirare fuori quando ancora ero in tempo, prima di...- altre calde lacrime presero a bagnargli le guance.

-Oh Tae! Tesoro, ci sono io e ci sono i ragazzi, non ti lasceremo da solo. Troveremo una soluzione- gli scoccò un bacio sui capelli scompigliati, mentre tornava a stringerlo tra le sue braccia.

-E chi starà vicino a J-Jungkook? - il solo pronunciare quel nome gli mandava scossoni allo stomaco e gli stringeva il cuore in una morsa ferrea.

Jimin lo fissò con tanto d'occhi, domandandosi se il suo migliore amico si fosse completamente rimbecillito.

-Taehyung, stai forse scherzando? Ti sei forse dimenticato quello che ti ha detto neanche ventiquattro ore fa?! Di come ti ha trattato con sufficienza addossandoti colpe che non hai? -

Era ovvio che non se ne fosse scordato, ma il suo stupido cuore e la sua stupida mente non riuscivano a smettere di preoccuparsi per quel testa di cazzo! Ed era frustrante, dannazione, era frustrante e sbagliato, ma non poteva fare a meno di domandarsi a chi si sarebbe appoggiato adesso Jungkook, chi lo avrebbe confortato.

-Quello stronzo può benissimo cavarsela da solo. Tu non gli devi più niente! - si infervorò Jimin, ma senza lasciarlo andare.

-Stammi bene a sentire Tae. Ora la priorità è rimetterti in sesto e vedrai che, se ti darai un pò di tempo...- si staccò bruscamente dal corpo caldo e confortante del biondo.

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora