Capitolo 3

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Sono emozionata. Stiamo andando a Singapore con il suo jet privato. Dentro è incredibile, tutto rivestito in pelle, poltrone comodissime e so che c'è anche un letto da qualche parte. Appena ci danno l'ok per togliere le cinture, ho intenzione di esplorare ogni centimetro di questa meraviglia. Angela è seduta affianco a me, è vestita con una tuta comoda ma è stupenda come sempre. Davanti a noi c'è Lewis e stanno ragionando sulle possibili strategie, mentre io non riesco a smettere di fissarlo e di pensare quanto cavolo sia figo.

Questa mattina quando sono uscita dalla mia cabina armadio con addosso i vestiti scelti da lui, stava per venirmi un infarto. Mi sono ritrovata lui con pantaloni della tuta neri, stretti alle caviglie con sopra la felpa rossa con il cappuccio della sua linea e sotto il cappuccio il berretto nero della Mercedes con il suo numero sopra. Pazzesco, sono rimasta ammutolita. Dopo essermi ripresa, ho realizzato che siamo coordinati, anche io indosso una tutta nera con sopra la felpa nera della sua linea. Mi sento molto a mio agio con questi vestiti e soprattutto comoda, nonostante io non ami particolarmente le tute, preferisco jeans e leggins.

Ora che è seduto di fronte a me guardo le sue espressioni mentre parla, i suoi lineamenti, il modo in cui gli angoli delle sue labbra si alzano quando accenna dei sorrisi e le rughette che si formano ai lati degli occhi. Questo uomo è un figo spaziale, peccato che sa di esserlo e adora metterlo in mostra.

"Mi hai studiato per bene?" ecco che mi dà conferma di quanto sia pieno di sé.

"Il fatto che io ti guardi perché sei davanti a me, non implica che stia pensando a te!"

"Ah no? Avevi uno sguardo adorante, allora se non sono io, a chi pensi quando hai quello sguardo?" e solleva un sopracciglio per sottolineare la sua domanda.

"Non sei tu, punto. Questo è tutto quello che ti serve sapere!" spero di essere stata convincente, perché ogni parte di me mentre lo dicevo urlava 'bugiarda'.

Lui sorride e mi fa l'occhiolino "Se mi guardi come poco fa davanti alle telecamere, sarà perfetto. Penseranno tutti che sei pazza di me". Anche Angela accanto a me sorride, mentre io mi ritrovo a sospirare e scuotere la testa. Avrei voglia di strozzarlo. Cerco di cambiare discorso per distrarmi dai miei strani pensieri. "Cosa faremo nei prossimi giorni, prima dell'inizio delle prove libere?"

"Io mi allenerò e mi concentrerò su come affrontare la pista, tu sei libera di girovagare per Singapore per fare la turista o shopping, se preferisci"

"Da sola?"

"Si perché hai paura?"

"No, ma sarà noioso" sono curiosa di vedere la città, di certo non mi aspettavo di doverlo fare da sola.

"Marica mi dispiace, ma non c'è altra scelta perché io e Lewis dobbiamo concentrarci sulla gara"

"Ok, ho capito", non sono molto felice, mi arrangerò. "Non ti preoccupare so cavarmela" le sorrido cercando di trasmetterle tranquillità. 

Quando torno a guardare avanti, vedo Lewis che mi guarda perplesso, ma distoglie subito lo sguardo e torna a parlare con Angela. Ed io torno ad essere invisibile. Forse è meglio così. 

Decido di isolarmi un po', così mi metto su una poltrona un po' distante, con le cuffie ad ascoltare della musica del momento. Sto cercando di capire perché l'idea di stare sola mi renda triste. Io sono una solitaria, io amo stare sola. Non sono il tipo che partecipa alle feste o che esce tutte le sere. Quando lo devo fare, lo faccio e mi diverto anche. Ma l'idea di essere sempre circondata da altre persone non mi alletta. Invece ora sento la necessità di uscire in compagnia. Sono sempre più sicura di stare per impazzire.

Appena siamo arrivati in hotel, Lewis ha iniziato la sua sessione di allenamento. Così dopo aver sistemato le mie cose, visto che non sono stanca, ho deciso di esplorare l'hotel. Oggi mi limiterò a questo, domani andrò a vedere la città.

Amore in pista~Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora