Capitolo 7

3.2K 103 3
                                    

Di nuovo mi ritrovo in un hotel super lussuoso a preparami per un'altra domenica di gara. Questa settimana è stata molto dura. Dopo la sconfitta di domenica, io e Lewis praticamente non siamo più riusciti a parlare, soprattutto perché non siamo mai rimasti soli. Tutte le volte che abbiamo mangiato o ci siamo allenati insieme c'era anche Angela. La sera quando andavo a letto, lui non c'era, arrivava tardi quando ormai io dormivo.

O almeno credo, perché la mattina quando mi svegliavo lui non c'era, quindi non sono sicura se sia stato a letto o se abbia solamente sfasciato la sua parte.

Quindi è tutta la settimana che mi sento in colpa, sento che la responsabilità della sua sconfitta sia mia. Mi chiedo in continuazione come sarebbe andata se io non mi fossi comportata come un egoista permalosa e mi fossi attenuta alle sue richieste. Sento che la mia presenza l'abbia destabilizzato e questo ha influito sulla sua concentrazione. 

Così questa settimana ho deciso di tenere un profilo basso, di non uscire dall'hotel con Caterina e soprattutto di non intromettermi nella sua preparazione alla gara. Se non andrà bene neanche questa gara molto probabilmente mi chiederà di rompere l'accordo, perché non può di certo mettere a rischio il suo sesto titolo mondiale solo per voler accontentare qualche sponsor. Purtroppo anche oggi partirà dietro Leclerc, per cui mi sento ancora più in colpa perché lui crede che io voglia la vittoria di Charles e non la sua, ma si sbaglia.

Quando il giorno dopo la gara ho chiamato mio padre, inizialmente mi ha ripreso per non aver detto niente e aver lasciato che lo venissero a sapere tramite la tv, poi ha voluto sapere come fosse possibile che io, la quale riteneva Lewis sfacciato, impertinente, audace, provocante e soprattutto un bravissimo attore che sa rigirarsi tutti e tutto come è più comodo a lui, sia finita proprio con la persona che disprezzavo. 

Naturalmente non è stato facile convincere mio padre che quelle cose non corrispondono alla realtà e quando le ho dette, perché posso assicurarvi di averlo fatto, non lo conoscevo veramente, ma non è bastato a togliere il sospetto. Da quando abbiamo parlato infatti non fa altro che mandarmi messaggi e chiamarmi per sapere se va tutto bene, cosa assolutamente strana da parte di mio padre. 

Per cui oggi per tranquillizzare la mia famiglia dovrò fammi forza, fingere che nulla mi tormenti e fingere che fra me e Lewis non vi sia la distanza che io avverto, quella frattura che si è venuta a creare per le cose non dette.

Guardo il mio riflesso allo specchio, faccio profondi respiri cercando di rilassare i muscoli, sollevo la testa pronta ad affrontare un'altra gara.

Sono di nuovo sulla pista, vicino alla macchina di Lewis con le mie scarpe argentate, perfettamente abbinate, e guardo dall'altra parte Leclerc che si sta concentrando sotto un ombrello che lo ripara dal sole. 

È un bellissimo ragazzo e soprattutto ha l'aspetto del bravo ragazzo. Lui ha la mia età, o meglio sta per compierli, ma è già il campione che i fans stavano aspettando. I telecronisti lo chiamano 'il predestinato' e dopo la grande vittoria in Italia, con la conseguente festa, gli italiani sono tornati a sperare di poter sentire l'inno italiano alle gare, invece del solito inno tedesco. Ha dato una speranza a molti tifosi, tra cui me, e poi ha fatto rinascere la Formula 1 in Italia, per questo mi piace vederlo trionfare. 

Ma ora mentre lo guardo dall'altra parte della griglia di partenza, sento di non volere la sua vittoria, sento che questo è il momento di Hamilton. Lui avrà tempo di vincere gare e mondiali, quando arriverà quel momento, quando si scontrerà con Verstappen, io tiferò per lui, ma ora no.

Mi giro verso di Lewis, non so esattamente cosa stia guardando perché porta i soliti occhiali a specchio, ma sospetto che anche lui stia guardando Leclerc. Sentendo i miei occhi fissi su di lui, si gira verso di me.

Amore in pista~Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora