Capitolo 8

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Mentre sono in camera a fare i bagagli non riesco a far altro che pensare a quel bacio. Non è stata una cosa eclatante, visto che anche con gli altri clienti mi sono scambiata dei baci a stampo, ma non so per quale motivo questa volta sono scossa. Continuo a ripensare ai suoi occhi, al modo in cui mi ha incatenato a lui, al modo in cui mi ha guardato dopo il bacio. So che anche lui ha sentito qualcosa.
Ma come ha fatto a riprendere il controllo così velocemente, ha risposto alle domande, è salito sul podio e poi ha fatto anche le interviste di rito, come se non fosse successo niente. Naturalmente ha fatto benissimo, poiché se avessero visto il nostro stupore tutti avrebbero capito che quello era il primo bacio.

Mio dio ho baciato Lewis Hamilton!
Il solo pensiero mi sembra assurdo. È ora dovrò comportarmi come lui, quando lo vedo anche io devo fingere di non aver sentito nulla, che fosse solo un bacio scenografico e immagino che ce ne saranno altri.

"Ehi! Hai già preparato tutto?" sentire la sua voce non mi aiuta a far finta di niente. Decido di mantenere le distanze restando di spalle e soprattutto evitando il suo sguardo.

"Si perché riparto sta sera, così domani sistemo tutto e martedì sono pronta per andare a lezione", continuo a ripiegare i panni e ad andare da una parte all'altra della stanza raccogliendo le mie cose.

"Credevo ripartissi insieme con noi domani, perché hai anticipato?"

"Te l'ho detto devo sistemare i bagagli prima delle lezioni"

"Marica ti puoi fermare un attimo e parlare con calma?"

"Si, ecco cosa c'è?" mi fermo e metto le mani sui fianchi aspettando che dica qualcosa.

Mi guarda torcendo un po' la testa e corrugando la fronte. "È a causa del bacio?"

"Cosa?" cerco di fare la vaga.

"Il tuo comportamento, il fatto che hai preso un biglietto per andartene prima del previsto"

"No, Lewis. Il bacio è stato una gran bella idea. Ora tutti sanno che stiamo insieme, hai fatto bene"

"Quindi non ti ha dato fastidio?"

"No, non me l'aspettavo in quel momento ma i baci fanno parte del contratto, quindi non è un problema"

Lui continua a fissarmi e annuisce lentamente. "Se lo dici tu!" poi gira e fa per andarsene, ma sulla soglia si ferma e si volta di colpo, "Comunque il prossimo fine settimana andiamo a Londra"

"Cosa? Perché?"

"Perché ho delle serate a cui devo partecipare e tu mi devi accompagnare"

"Assolutamente no" mi metto a braccia conserte, facendogli capire che su questo non transigo.

"Come scusa? Io e te stiamo insieme, se vado da solo inizieranno già a girare voci su una nostra crisi"

"Il prossimo fine settimana non ci sono gare e io mi sono organizzata per andare a trovare la mia migliore amica, quindi non vengo con te, punto"

"Non puoi fare come vuoi, io ti pago!"

"No tu mi paghi per venire alla gare, quando non ci sono le gare io non sono costretta a venire con te. Se non fossi stata impegnata sarei pure potuta venire, ma in questo caso non posso"

"Sul serio? Quindi ora ci rivedremo in Giappone? Cosa farai mi raggiungerai direttamente lì o dovrò venirti a prendere?"

"Tranquillo ti raggiungo io! Parto dopo la lezione di giovedì"

È arrabbiatissimo, non credo di aver mai visto qualcuno così furente. Le braccia gli scendono lungo i fianchi e noto i pugni stretti.
Sembra quasi che si stia trattenendo dal mettermi le mani addosso. Stringe gli occhi un due fessure piccolissime e mi ringhia contro "Fai come cazzo ti pare". Senza aggiungere altro esce dalla stanza e sbatte la porta alle sue spalle.

Amore in pista~Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora