Paure e morsi

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Non ho ben chiaro come io sia arrivata dal One World Trade Center a un letto d'ospedale di Forks. So solamente che ho sentito molte voci chiamarmi e un paio di braccia sollevarmi. Sento dei bip da parte dei macchinari che di sicuro sono attaccati al mio corpo. Cerco di muovermi ma ho l’impressione di non aver mosso un muscolo e non riesco neanche ad aprire gli occhi. Per quale diamine di motivo mi metto sempre in queste condizioni?

*Masochismo, sadismo, voglia di morire. Ci sono tante opzioni*.

*Ma tu devi sempre stare in mezzo?*

*Sono la tua lupa. Sono sempre con te, che tu sia cosciente o meno*. Sbuffo ma sorrido al fatto che non sarò mai veramente sola. Provo di nuovo a muovere anche un dito e questa volta sembra che io ci sia riuscita. Sento una mano prendere la mia e mi chiedo chi sia. -Ti prego Sel sono due settimane che sei su questo fottutissimo letto. Stai cominciando a preoccupare tutti. Per la Luna svegliati-. Chiede una voce che, da ovattata, non capisco di chi sia. Cerco di parlare ma escono solo mugolii. Sento altri passi e una presenza di fianco alla persona già presente. -Signore il tempo delle visite è finito. La signorina deve riposare-. Dice quella che capisco essere un'infermiera. Sento un sospiro da parte del ragazzo e poco dopo sento il calore che emanava allontanarsi man mano. No. Aspetta! Rimani! Provo ad alzare la mano ma non sento una risposta da parte delle due presenze. -Lasci che rimanga. Sembra che aiuti Sel a sentirsi meglio-. Sento una terza presenza dire questo e lo ringrazio meltalmente. La sensazione di calore ritorna e io mi sento un po’ meglio di prima. Non ho ancora capito chi sei ma per adesso posso fidarmi. Il ragazzo si siede  di fianco al mio corpo sentendo delle carezze sulla testa. La mia mano credo stia sfiorando la sua gamba e quindi provo a muoverla per accarezarlo. Sento da parte sua un sorriso. -Ti prego piccola Luna, riprenditi presto-. Dice e io mi addormento di nuovo grazie alle sue carezze.

Mi risveglio dopo un po' di tempo e questa volta riesco ad aprire gli occhi. La luce del sole mi investe e l'immagine che mi si presenta davanti è la stanza bianca dove sono rimasta in queste due settimane o forse più. Mi guardo attorno e noto che sono da sola. Guardo l'orologio e noto che non è orario di visite. Sospiro e mi metto a sedere sfregandomi la faccia. -Darren. Io sono sveglia puoi venire?-. Gli chiedo attraverso il canale mentale. -Finisco con questo paziente e arrivo. Sono in pronto soccorso-. Mi risponde mentre io cerco di alzarmi. -Non provare ad alzarti. Ho detto che arrivo subito-. Mi sgrida e io sono obbligata a rimanere nel letto. Aspetto circa una ventina di minuti e sento la porta aprirsi e gli occhi azzurri e il suo faccino sorridermi. -Mi chiedo perché devi finire sempre qui-. Dice mentre si siede sullo sgabello e mi chiede silenziosamente di avvicinarmi. -Me lo stavo chiedendo anche io-. Dico e lui ridacchia alla mia risposta. -E ti sei data una risposta?-. Chiede ironico. -Lei dice che è per masochismo, sadismo o voglia di morire-. Dico e lui si blocca dal visitarmi. -Sto scherzando-. Dico e continua a visitarmi. -Hai sforzato molto il tuo corpo e anche la mente e questo ti ha portato in uno stato simile al coma per tre settimane-. Mi informa e io sgrano gli occhi. -T-tre settimane?-. Chiedo un po' stupita. -Beh si, hai esaurito molte energie aprendo il portale e anche perché ti sei fiondata giù da circa duecento metri d'altezza-. Dice lui mentre mi prende i polsi e controlla se si sono aperti o meno le ferite. -Quando è successo?-. Chiede mentre le disiffetta. -Prima di andare in gita. Quando Jason mi ha provocato-. Gli rispondo sinceramente sapendo che sa come sono fatta. Pensandoci bene ho saltato tutta la Fashion Week. -Ho perso tutta la Fashion Week-. Dico ad alta voce e vedo che Darren sorride. -Con tutto quello che ti è successo, ti preoccupa che non hai salutato la Miller e gli altri?-. Chiede mentre si mette dietro di me. -Avevo promesso alle ragazze che mi sarei vestita come mi vesto genralmente-. Dico io un po' triste. -La Miller ha avvisato che sarebbe tornata per fare l'ultimo shooting-. Dice e io mi giro verso di lui per vedere se sta mentendo o meno. -Hai un po' di chiamate perse sul telefono. Ora è nella scatoletta nel mio ufficio. Andrò a prenderlo quando finirò con te-. Dice tornando davanti e controllando se le mie reazioni sono nella norma. -Darren. Nel caso qualcuno volesse venirmi a trovare puoi negare loro la possibilità? So che è brutto da chiedere ma ho bisogno di stare da sola-. Dico e lui dopo un momento di esitazione annuisce sospirando e scuotendo la testa.

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