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"Mamma dove andiamo?!" urlo correndo verso di lei.
Piange.
"Corri tesoro... andiamo di fretta." dice con voce spezzata.
Solitamente lei è una donna che ama darsi da fare... mi ha persino detto che per il troppo da fare in questi giorni si è fatta un livido grande sul viso.
Io però non le credo. Perché non chiedere aiuto a papà? Beh forse questo lo so... non sono mai andati d'accordo... per lo meno non da quanto ricordi.
"Dove andiamo?" chiedo di nuovo afferrando la sua mano bagnata dalla pioggia. "Andiamo così di corsa che non abbiamo neanche avuto il tempo di prendere un ombrello? Potevamo usare quello nuovo di Spiderman!" ridacchio, senza avere una sua risata.
"Dalla nonna. Restiamo un po' li." I suoi occhi sono bagnati... rossi. Ecco perché la domanda mi sorge spontanea... "perché piangi?"
Non rispose... ricordo solo che pochi giorni dopo mi ritrovai davanti ad un giudice a soli otto anni. Non capii molto... ero piccolo... ma subito dopo usciti da lì mi resi conto che non avrei più visto le persone che mi hanno cresciuto insieme.
Ci feci l'abitudine dopo solo un anno. Era stressante ricordare i giorni che i due dovevano dividersi per avermi con loro.
Alcune volte mi sentii uno stupido pupazzo che veniva buttato a destra e a sinistra.
Se devo essere sincero quando arrivava il sabato e la domenica che toccava a papà avermi a casa con lui, ero felice.
Sapevo che avrei passato quei giorni con Josephine e il suo fratellino appena nato.
Fino a che un giorno, al mare, Elizabeth e mio padre discussero. Ricordo poco di concreto... ma l'essenziale.
Urla. Pianti. Josephine. Le mie braccia che la stringevano. Io che cercavo di non farle notare tutto quello che stava accadendo. Elizabeth con il viso rigato dalle lacrime. Mio padre che la guardava con disgusto dietro.
Fu l'ultima volta che condivisi un tale momento con Josephine.
Ero perso. Non riuscivo a guardarla che subito mi incantavo. Avevo, però, messo dei piccoli muretti tra di noi. Ero alle prime armi con il mio amichetto... non sapevo gestirlo bene, soprattutto se lei era nelle vicinanze. Ma questo mi faceva sentire così fottutamente potente.
Parlavo ai miei amici di lei, in ogni situazione. La difendevo da tutti, anche se lei era nel torto.
Mia madre ancora mi chiede di lei, nonostante non l'abbia più vista da quando lei è papà si sono separati. Lui fece credere a tutti che la colpa del loro divorzio fu lei. La mia mamma. La donna più forte che io conosca.
Lei è stata dipinta come il mostro che in realtà non è.
Fino a che a 18 anni, quando scoprii il vero motivo del loro divorzio.
Il mostro di mio padre mise incinta mia mamma e lei fu costretta a tenermi, anche se aveva solo 24 anni. Dovette tenermi e crescermi in grembo da sola, perché papà fu via per un anno. Anzi... scappo via.
"L'ho fatto perché ti amo. Non perché me lo impose." così mi disse il giorno che ho scoperto tutto, con le lacrime agli occhi.
Inutile dire che ora mio padre si trova in un carcere in Germania, denunciato, anche perché abusó di mia madre facendola rimanere incinta.
Nessuno sa questo, mia mamma non vuole che tutti credano che io sia figlio di un delinquente.
Ma in fondo so che non è il solo motivo. Lei non vuole che la voce arrivi alla mia seconda famiglia. A chi veramente mi ha fatto stare bene. A chi c'è sempre stato anche quando io ero disperato per la rottura dei miei genitori.
Alla Josephine.Angolo Autrice
Ce ne ho messo di tempo eh?? Ma giuro che cercherò di riprendere il ritmo... Sono in un momento critico per la mia creatività. Sto cercando di scrivere il più possibile...❤️
Grazie per la pazienza... love you❤️❤️
-c💙
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(S)conosciuti
FanfictionI loro genitori si sono conosciuti al college. Hanno passato i loro anni più belli insieme, facendo crescere i loro figli come dei fratelli. Andando avanti negli anni si riscontrarono diversi alti e bassi in questa amicizia che alla fine si definì '...