Josephine
Mentire a volte è essenziale. Io le chiamo bugie bianche; quando il mondo ti sta talmente addosso che non riesci a riposarti e a rinchiuderti per quelle poche ore in camera tua e startene nel tuo mondo.
Oggi è andata un po' così. Ho detto una bugia bianca a Cloe e Sophia solo per starmene a riflettere sul mio mondo, tanto bello quanto incasinato. Lo è da quando Hero è tornato a parlarmi, da quando le sue labbra erano talmente vicine alle mie che non respiravo.
"Jo, tesoro, come stai?" la voce premurosa di mia mamma echeggia dietro da porta quasi serrata. Come sto? Già, si, ho mentito anche a lei.
"Meglio. La febbre è svanita nel giro di due ore. Ma mi sento debole." mento per lo più.
"Bene, se avete bisogno di qualcosa non esitate a chiamarmi." Accenno un sorriso. Di solito lei usa del voi con me quando dice di essere mia schiava. In questo caso non so a cosa si riferisca ma non ci tengo a saperlo.
Quando credevo che se ne fosse andata, chissà dove, la porta si apre rivelando una figura alta e mascolina. Aggrottando le sopracciglia accendo l'abat jour sul mio comodino.
Solo li capisco perché la mamma ha usato il voi. Forse credeva che lo stessi aspettando, o forse l'ha invitato lei. Ma quello di cui sono certa è che l'unica persona da cui sono scappata questa sera è qui in camera con me. Hero è qui.
Hero
L'espressione sul suo volto è indecifrabile. Per una persona qualunque, ovviamente. Ma non per chi l'è stato accanto 10 anni, fin dalla nascita.
Non ha la faccia sbattuta; non ha la faccia di chi è appena guarita dalla febbre, ne tantomeno da chi è debole e non se la sente di andare ad una festa.
Ma guardandola bene noto che i suoi occhi sono gonfi e le sue ciglia sono bagnate.
"Che ci fai qui?" dice sopra un sussurro.
"Mi annoiavo." mento. Beh, non posso dire che mi stavo divertendo, ma posso definirlo come un 'mi ero stancato di cercarti tra la folla' ma lasciamo i particolari da parte.
"Puoi benissimo continuare ad annoiarti. Venendo qui non farai altro che aumentare la tua noia." si ricompone mettendosi a sedere e appoggiando la testa sui suoi mille cuscini.
Le coperte le scendono fin sotto le ginocchia rivelando una bellissima ragazza in pigiama.
Non è possibile che sia così sexy anche in questo stato, eppure lo è. Il suo completino di raso rosa le fascia benissimo le curve; le spalline sottili della canotta mi dicono che al di sotto di essa non ha che la sua pelle scoperta, nessuna traccia di reggiseno. I suoi seni liberamente scoperti e invitanti.
"Hai finito di esaminarmi? Sto bene?" chiede retorica ricoprendosi per metà.
No, lascia le coperte giù, fammi guardare che bella donna che sei diventata.
"Non sai quanto." dico facendola arrossire.
"Non sembri una che è stata male." dico avvicinandomi al suo letto e sedendomici sopra, al bordo, come quando venivo a svegliarla la mattina euforico di andare al mare insieme a lei.Beh si, verso i 12 anni ho un po' smesso di essere euforico di giocare in mezzo all'acqua e ho iniziato ad esserlo perché potevo vederla in costume. Poi ho capito che quell'euforia si chiama eccitazione, attrazione.
Io ero attratto da lei."Convito tu." dice fissandomi negli occhi senza timore. Così mi piaci, fammi ricordare come sono fatti questi oceani.
Non controllo più neanche quello che penso. Ho bevuto troppo e me ne rendo conto solo quando noto una sua bretella cadere, sfiorandole il braccio. Ho pensato che vorrei essere io a farla cadere.
"Sei ubriaco." Non è una domanda, bensì un'affermazione, convinta di quello che sta dicendo.
"Forse. Però tu non sei malata." dico anch'io convinto.
"Forse." ripete accennando un sorriso.
La mia lingua passa sulle mie labbra troppo lentamente umidificandole, finendo per essere agguantate dai miei denti che iniziano a mordicchiarle.
"Ti stavo cercando." Dico mettendomi comodo ma nello stesso tempo più vicino a lei.
"Cosa?" dice stupita di quello che ha appena sentito. "Tu che mi cerchi? Ma fammi il piacere Hero." ridacchia sarcasticamente.
"Sei così sexy in questo momento." mi avvicino ancora di più a lei, alle sue labbra che in questo momento sembrano una calamita potentissima.
La sua mano finisce sul mio petto fermando però i miei movimenti. "Hero..."
"Lo desidero." dico disperato.
"L'alcol gioca brutti scherzi." ridacchia a disagio.
"Io non ho iniziato mica a bere a 12 anni?" dico anche se so che non capirà quello che intendo.
"C-che vuoi dire?"
"Niente. Solo il fatto che non è l'alcol che mi fa desiderare di baciarti. Perché lo desideravo anche a 12 anni, quando venivi al mare con quei costumi striminziti ed eri solo una bambina che voleva giocare con me in mezzo all'acqua." sputo tutto troppo velocemente facendole spalancare gli occhi.
"Cosa intendi?" chiede guardandomi negli occhi intensamente.
"Mi attrai. Come una fottuta calamita. Al tempo non potevo fare niente, eri una bambina e io ero alle prime armi con le questioni dell'amichetto." dico facendo cenno verso i miei pantaloni, facendola ridere.
"Ma ora so gestirlo meglio, ma comunque ogni fottuta volta che tu sei nelle circostanze mi ritrovo ancora a dover decidere quale tecnica usare per nascondere l'erezione che mi hai creato."Sembra scossa, ma ascolta, attenta a tutto quello che dico.
Le accarezzo il viso delicatamente e il mio pollice si sofferma sulle sue labbra incandescenti e rosse.
"Cosa vuoi, ora?" chiede sussurrando.
"Che tu segua il tuo istinto."
"Ma il mio istinto vuole tenerti lontano." rivela e questa cosa fa abbastanza male.
"Perché?" chiedo anch'io sussurrando e adagiando la mia fronte contro la sua.
"Perché tu mi hai tenuto lontana." sussurra con voce spezzata.
Ahia.
Vorrei urlarle contro. Dirle che non sono io il colpevole ma che è stato quel coglione di mio padre. Che i suoi genitori hanno voluto allontanarlo perché causava troppi problemi alla sua famiglia.
Vorrei dirle che il mio mondo era troppo buio per lei e che se mi sarei avvicinato troppo la sua luce si sarebbe offuscata per la mia troppa oscurità."So una parte di quello che è successo quell'estate Hero... ma non so perché anche tu sia andato via e non mi abbia più rivolto parola da allora. Necessito delle spiegazioni."
E io sono pronto a dargliele. Nonostante io sia leggermente ubriaco. Nonostante sia talmente affascinato dal suo corpo. E soprattutto nonostante stia facendo finta di non aver nessun problemino tra le gambe.
Angolo autrice
Non lo so che fine io abbia fatto. Ho avuto talmente tanto da fare che pubblicavo solo capitoli che avevo già tradotto dell'altra storia. Spero che non siate troppo arrabbiati😭 e soprattutto spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima...
-c💙
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(S)conosciuti
FanfictionI loro genitori si sono conosciuti al college. Hanno passato i loro anni più belli insieme, facendo crescere i loro figli come dei fratelli. Andando avanti negli anni si riscontrarono diversi alti e bassi in questa amicizia che alla fine si definì '...