Josephine

"Posso raccontarti io com'è andata." dice con un filo di voce.

"Tu lo sai?" chiedo sbalordita.

Lui lo sa e io no?

"Purtroppo si... ci sono dentro anche io, no?" toglie lo sguardo dal mio per posarlo sulle sue mani intrecciate alle mie. Non mi ero neanche accorta di essere arrivata a questo.

"Che vuol dire?"

"Mio padre ha sempre causato problemi. Sia nella mia famiglia, che nella tua." Sospira fermandosi a riflettere. "I miei genitori sono separati e un motivo c'è."

Sono quasi tentata di fermarlo quando vedo che i suoi occhi cominciano a diventare lucidi.

Ma ho bisogno di sapere.

"Partendo dall'origine, non sarei dovuto nascere. Mia mamma rimase incinta di me essendo stata abusata da mio padre. Lei decise lo stesso di tenermi e sopportare mio padre al suo fianco, ma fino al divorzio non disse a nessuno di questa cosa." dice tutto così velocemente che rimango senza fiato.

È davvero un tale mostro?

"Come se non bastasse, lui l'ha tradita, con due donne addirittura. Io all'ora avevo solo otto anni ma ho vissuto tutto. Mi ricordo tutto." Lo vedo mentre cerca di rigettare indietro le lacrime, mentre io gli stringo forte la mano ancora intrecciata alla mia. "Quel giorno. Quel maledetto giorno in cui aveva bevuto più del dovuto, tornò a casa col pretesto di litigare con la mamma." Una lacrima solitaria scende lentamente sulla sua guancia. "Io ero emozionantissimo di vederlo, dato che era da ormai mesi che lui non rientrava a casa, dopo il divorzio immediato da parte della mamma." dice asciugando la lacrima.

"Non andò bene, però. Appena lo vidi gli volli saltare addosso per abbracciarlo forte, ma lui mi sbalanzó a terra, non degnandosi neanche di vedere se mi ero fatto male. Andò dritto in cucina. La mamma stava facendo la mia torta preferita, si girò e trovo mio padre con un coltello da cucina in mano, puntato verso di lei." La sua voce si incrina mentre io spalanco gli occhi.

Lui ha visto tutto questo?

Ma la domanda più giusta da fare è: i miei genitori sapevano di questo e hanno continuato a vederlo?

"Non ricordo bene quello che successe, so solo che lei era lì in compagnia di una sua amica che appena uscita dal bagno sentì mia madre urlare. Uscì di corsa vedendo la scena agghiacciante. Lui però corse subito via, come se fosse un estraneo per noi." Altre lacrime scendono sul suo magnifico viso e io sono pronta ad avvicinarmi a lui per asciugarne alcune. "Non so perché mia mamma non ebbe mai il coraggio di denunciarlo, ma lei si giustificava dicendo che non voleva rovinare la mia reputazione per un padre che per me non era ormai più niente."

Sono congelata. Spaventata. Ma anche confusa.

"Lei, però, non aveva fatto i conti con il mio affidamento del divorzio." Sospira forse per la centesima volta. "Non avendo denunciato quello che aveva fatto quel giorno, il tribunale decise di dare due giorni a mio padre e cinque a mia madre."

Ora è tutto più chiaro. Ma ancora non capisco perché i miei genitori non abbiano fatto niente.

"Perché i miei hanno continuato a frequentare tuo padre?" chiedo sussurrando.

"Nessuno sapeva di quello che aveva fatto. Solo la mamma, la sua amica e io." sussurra quell'ultima parola.

Ora si collega tutto il puzzle. Il fatto che loro tutt'un tratto non si videro più. Il fatto che mia mamma dice che stava distruggendo piano piano la mia famiglia. Ma non mi è ancora chiaro un ultimo fatto.

"Continuando a frequentare poi i vostri genitori, racconto tante di quelle bugie sul conto di mia madre, che fecero passare lei per il mostro del divorzio e non lui, che si fece due donne mentre stava con mia madre e come se non fosse abbastanza mise il coltello alla sua gola."

I miei non lo sapevano. Avrebbe potuto farlo anche con mia madre, un giorno.

"Come l'hanno scoperto i miei?" chiedo accarezzando la sua mano tremolante.

"Mia madre. Andò dalla tua e gli racconto tutto. Di tutto quello successo a lei. Di quello che voleva fare a tua madre. Di tutte le voci che mio padre mise in giro. Tutto." Marca quell'ultima parola. "È solo grazie ai tuoi genitori che ora mia mamma cammina serenamente in giro, potendo andare al centro commerciale, al bar o anche in pizzeria."

"I miei genitori? Perché?" chiedo confusa.

"Perché loro hanno avuto il coraggio di denunciare dall'inizio alla fine tutte le vomitevoli cose che aveva fatto. Oggi è in Germania in un carcere professionale." sospira abbassando lo sguardo sulle nostre mani.
"Tutto questo, però, a discapito nostro. Io da quel giorno non ti vidi più e viceversa." Non so perché ma lui ridacchia una volta finita questa frase.

"Cosa c'è?" sorrido anch'io.

"Vorrei aver potuto vedere e vivere con te il momento in cui hai scoperto come si fanno i figli." ride di gusto guardando le nostre mani.

"Beh sai, l'ho scoperto e ora sono più tranquilla. Almeno so che non rimarrò incinta di te." rido anche io ricordando quel piccolo bacio avvenuto 7 anni fa.

"Quella dimostrazione l'ho fatta solo perché il bacio te lo volevo dare veramente." Fa dei piccoli cerchi sulla mia mano ancora intrecciata alla sua.

"Sono fiera di poter dire che il mio primo bacio l'ho dato a te." dico sorridendo.

"Ehi ehi, frena. Il bacio te l'ho dato io!" si finge indignato.

"Ma le mie labbra erano su di te signorino, quindi il bacio si fa in due." ridacchio.

"Allora meglio dire 'il mio primo bacio è stato con te'." scimmiotta la mia voce.

"Io non parlavo così, brutto scemo." rido tirandogli uno schiaffo sul braccio.

"No infatti, era più carina." dice facendomi sorridere.

Ne ha passate tante, ma sa scherzare come se niente fosse accaduto.

Mi guarda come se fossi una scultura, un'opera di Giotto. Mentre io mi sento brutta e poca hai suoi occhi.

"Non sai quanto sei bella in questo momento." dice dal nulla mentre mi guarda dritto negli occhi.

"So essere più bella di così, almeno questo devo ammetterlo. Il pigiama non è uno dei miei outfit migliori." sposto lo sguardo sul mio corpo che sento farsi piccolo ai suoi occhi.

"Si, sai essere più sexy. Ma non bella, perché a me tu piaci così."

E qui che cedo, perché in fondo l'ho sempre saputo che è lui quello giusto, quello che anche quando non c'è stato ha fatto di tutto per tenermi al sicuro.

Lo bacio. Voglio trasmettergli tutto l'amore che ho da dargli, che gli è stato tolto quando era piccolo da un padre così disumano da buttarlo atterra quando lui volevo solo abbracciarlo.

Le nostre labbra nel momento in cui si uniscono sembrano avere perfettamente senso. Come se fossero state create per un giorno unirsi.

Ma poi, infatti, chi lo dice che non è così? Che il destino esiste e il mio mi ha riservato il miglior ragazzo che io potessi mai volere?

Ho tante, ma tantissime domande e chiarimenti da fargli. Ma per ora sto bene così, sulle sue labbra, a cavalcioni sulle sue gambe mentre ci mangiamo a vicenda.




Angolo Autrice
Ma finalmente sono tutti contenti! Lui ha lei e ha buttato fuori tutto quello che si è tenuto dentro. Beh, riguardo la famiglia ora è libero, ma per quanto riguarda se stesso? Le ha detto tutto? Secondo me c'è un piccolo particolare chiamato Maja che gli è sfuggito...
Spero vi sia piaciuta, come sempre!
Alla prossima...
-c💙

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